Parliamoci chiaro, LG da oltre un anno sta sfornando device sempre più interessanti e si impone come una delle case che introduce più innovazioni e peculiarità all’interno dei propri prodotti, ed è per questo che ero piuttosto eccitato all’idea di poter testare un device davvero interessante come l’LG G Flex.
Il primo phablet con display curvo (assieme al Galaxy Round) ed altre particolarità nel design che andremo ad analizzare, sarà davvero così innovativo e migliorerà l’utilizzabilità del device stesso? Scopriamolo insieme…
Confezione
Come da tradizione LG e come anche già visto sul G2, anche la confezione dell’LG G Flex si rivela semplice ma completa nel contenuto. L’inscatolamento presenta una forma curva appositamente per evidenziare la peculiarità del device, mentre il contenuto è di ottima qualità.
Troviamo infatti un caricabatteria da muro in standard USB da 2A, il cavo USB-microUSB standard per ricarica e connessione al PC. un paio di auricolari in-ear denominate QuadBeat 2 dall’ottima qualità ed acustica (tra le migliori trovate finora in confezioni varie), oltre che la manualistica canonica e il phablet stesso in tutta la sua grandezza.
Design ed Ergonomia
La parte più interessante e curiosa del device è di sicuro il suo design, insolito e dall’aspetto curvo (da cui deriva il nome) ma comunque sobrio e che segue le linee oramai conosciute di LG con bordi dello schermo molto sottili e materiali plastici un po’ ovunque.
Nonostante le sue dimensioni importanti di ben 81.6 x 160.5 x 8.7 mm il device si presenta più “contenuto” rispetto allo schermo che presenta, proprio grazie alla curvatura dello stesso, inoltre il peso di ben 177g è nella media dei device in formato phablet grazie alla scelta dei materiali leggeri di tutta la scocca.
Il frontale presenta l’ampio schermo POLED (Plastic OLED) da ben 6″ di diagonale con risoluzione HD 720p, assieme alla capsula auricolare, ai sensori del caso e alla fotocamera anteriore da 2 Mpixel, da notare che segue le linee “nexus-like” presentando quindi i tasti virtuali a schermo e non fisici sulla scocca.
Il posteriore presenta una backcover non rimovibile in plastica autoriparante (per i graffi leggeri), la fotocamera posteriore da ben 13 Mpixel con singolo flash LED, l’emettitore di IR per usare la funzione QuickRemote ed ovviamente i tasti di accensione/spegnimento e volume come da nuova tradizione LG, oltre che lo speaker di sistema nella parte bassa. I lati si presentano con il carrellino per la microSIM sulla destra, il connettore microUSB inferiormente e il jack da 3.5mm superiormente.
La maneggevolezza del device è sicuramente difficile a causa delle sue dimensioni, inoltre la cover posteriore potrebbe risultare scivolosa oltre che avere un device curvo del genere non facilita l’inserimento in tasca. Dalla mia personale esperienza trovo i tasti posteriori su un device così grande piuttosto scomodi e difficili da raggiungere, cosa che sul G2 ovviamente non avviene. Piccola curiosità, il G Flex si può “raddrizzare” forzandolo un po’ senza incorrere in nessun danno, grazie alla flessibilità di tutti i suoi componenti interni.
Hardware
Oramai tutti i top di gamma presentano una piattaforma hardware simile se non identica tra loro, ed anche sull’LG G Flex troviamo un SoC Qualcomm Snapdragon 800 con CPU Quad-Core da 2.3 Ghz, accoppiata ad una GPU Adreno 330 e a 2GB di RAM LPDDR3 che permettono una fluidità ottima senza nessun impuntamento (specialmente in ambito grafico, grazie alla risoluzione solo HD), nonostante la relativa pesantezza del software LG. La memoria interna si attesta su 32GB, purtroppo non espandibili ma comunque sufficienti alla maggior parte degli utenti.
Sul lato di connettività troviamo supporto al 4G LTE completo, WiFi b/g/n/ac dual-band, Bluetooth 4.0 LE, Miracast e GPS con Glonass, insomma niente di diverso dalla concorrenza. Piccola aggiunta il LED IR per controllare i dispositivi di casa come TV e similari grazie all’app di QuickRemote (già vista sul G2 e sul G Pro Lite), però posizionato posteriormente e quindi scomodo da utilizzare.
Il vero protagonista però è lo schermo da 6″ con tecnologia POLED, curvo e dalla risoluzione HD 1280×720, enorme e dai colori assurdamente sparati come su tutti gli OLED, ma soprattutto che si perde in un difetto veramente enorme e che peggiora la qualità visiva in modo incisivo ovvero il Burn-In dei LED che sgranano molti colori (si nota specialmente in schermate a tinta unita), peggiorando specialmente le scritte in situazioni come il browsing internet. Inoltre la risoluzione piuttosto bassa contribuisce a peggiorare la situazione mostrando spesso i pixel mentre leggiamo, anche se lo schermo presenta una luminosità più che accettabile per la tecnologia adottata.
Software
Il lato software dell’LG G Flex non differisce molto dai suoi “fratelli” dello stesso brand, specialmente il G2. L’ultimo aggiornamento è infatti Android 4.4.2 KitKat che apporta molte migliorie alla stabilità e leggerezza del sistema, oltre che introdurre alcune features davvero interessanti e molto pubblicizzate da LG stessa.
Troveremo quindi la classica UI con app drawer, personalizzabile in qualsiasi aspetto grazie ai temi dedicati ed una vasta varietà di shortcuts e widgets, con una barra di notifiche “affollata” di Quick Toggles modificabili e dagli slider per luminosità e volumi. Nonostante sembri tutto abbastanza messo a caso, è assolutamente utilizzabile e ben sfruttabile prendendoci la mano, includendo alcune funzioni davvero utili come il Knock On per bloccare/sbloccare il device mediante il “doppio tap” ed il Knock Code per proteggere il dispositivo mediante una sequenza di tocchi sullo schermo a posizioni predefinite.
Per sfruttare al meglio lo schermo di grandi dimensioni sono state aggiunte alcune funzionalità davvero particolari, tra cui il multitasking avanzato mediante Slide Aside (swype con 3 dita a sinistra) per mettere da parte fino a 2 apps, Dual Window ovvero una funzionalità analoga al Multiwindows di Samsung già visto su molti device, e l’ormai famoso QSlide con le sue mini-apps fluttuanti e sovrapponibili. L’utilizzo ad una sola mano può essere configurato con l’aggiunta della tastiera laterale, il tastierino numerico che si sposta o ancora regolare il posizionamento del pin di sblocco nella lockscreen, mentre troviamo ulteriori funzionalità Smart per mantenere acceso lo schermo durante la visione di un video o il semplice utilizzo del device senza toccarlo.
Il parco apps preinstallate è davvero vasto, partendo dalle semplici applicazioni di gestione file e ordinaria amministrazione (calcolatrice, note, calendario…), fino ad arrivare alla vera personalizzazione di LG mediante le Quick Apps: troviamo infatti l’oramai conosciuto Quick Memo per prendere appunti veloci su screenshots, Quick Remote per sfruttare il LED IR con televisioni e quant’altro, Quick Theater per goderci le nostre foto e video sfruttando tutta la grandezza del display e Quick Translator che ci permetterà di tradurre parole o frasi intere mediante la fotocamera posteriore.
Insomma l’esperienza offerta dal software LG non delude sicuramente, anche se avrei preferito un po’ di ordine all’interno di questa UI piena di features ma molte difficili da riconoscere ed utilizzare.
Multimedia
Come già visto sul G2, anche l’LG G Flex sfrutta lo stesso sensore fotografico posteriore da 13 Mpixel con singolo flash LED mancando dell’OIS. Le prestazioni in ambientazioni con ottima luminosità sono davvero incredibili e la mancanza dello stabilizzatore non si fa sentire, piuttosto saturi i colori delle foto che non rispecchiano a pieno la realtà ma danno un effetto quasi da filtro polarizzatore.
Al buio, nonostante non sia un sensore specifico per le condizioni di scarsa luminosità, si comporta discretamente presentando una buona luce di fondo ma un rumore molto elevato, cosa che si può totalmente compensare con il flash sulle corte distanze. La messa a fuoco, in qualsiasi condizione, è molto veloce anche se al buio incontra diverse difficoltà con e senza flash (rallenta notevolmente).
I video possono essere girati fino alla risoluzione 4K UHD a 30 FPS, oppure in 1080p a 60 FPS, e proprio grazie a questa altissima risoluzione lo zoom sarà possibile fino ad 8x perdendo veramente poca qualità e mantenendo una ottima stabilità. La fotocamera anteriore, da solo 2 Mpixel, non eccelle rispetto alla concorrenza ma si allinea mantenendo una buona qualità per le videochiamate fino a 720p.
Sul lato audio e musicale, lo speaker integrato non presenta un volume molto elevato seppur la qualità sia davvero buona (ed ovviamente manca di bassi), mentre l’audio in cuffia segue la strada del G2 mantenendosi molto ben equalizzata anche se dal volume non elevato a causa della mancanza di un amplificatore dedicato.
Autonomia e Prezzo
Grazie alla sua batteria integrata non rimovibile da ben 3200 mAh, l’LG G Flex si attesta come uno dei campioni di autonomia di questa prima metà del 2014: lo schermo solo HD e dai consumi estremamente contenuti, l’ottimizzazione software apportata da LG grazie all’aggiornamento a KitKat ed un hardware non troppo esoso di energia rendono questo device quasi immortale per una giornata intera intensa. Dai test apportati siamo riusciti ad arrivare fino alla 2a giornata completa senza grandi problemi, con il classico utilizzo misto WiFi/3G/4G e diversi account Google e social connessi e in sincronizzazione automatica.
Il prezzo a cui si può trovare il G Flex oscilla tra i 400 e i 500€ di media, piuttosto elevato contando che a parità di hardware si trova il G2 sotto i 300€, ma ovviamente lo schermo curvo ed alcune feature software fanno lievitare il prezzo e non di poco. Potete trovarlo anche su Amazon.it utilizzando questo link ad un prezzo piuttosto vantaggioso.
Conclusioni
Già dal titolo avevo espresso le mie perplessità riguardo a questa feature che caratterizza il G Flex dagli altri smartphone, ed è ora di tirare le conclusioni. Se avere uno schermo curvo vuol dire rinunciare ad una risoluzione elevata, ad una qualità dei colori accettabile specialmente a basse luminosità ma soprattutto avere un pannello a dir poco enorme, beh allora preferirei restare sul caro vecchio pannello dritto.
C’è anche da dire che i difetti del pannello sono dovuti alla “fretta” di rilasciarlo sul mercato consumer, ed in futuro i margini di miglioramento sono davvero ampi specialmente sul fronte colori e risoluzione. Per il resto i tasti sul lato posteriore, se nel G2 erano comodi e ci si abituava facilmente, nel G Flex le dimensioni troppo grandi e la curvatura li rendono quasi inagibili specialmente per l’utilizzo del volume (che sporge meno).
Attendiamo quindi l’evoluzione di questo device (speriamo entro fine anno) essendo un concept veramente interessante e che può portare diverse innovazioni se sfruttato a dovere.