Piccolo preambolo: Snapchat, una delle app di messaggistica istantanea più amate dagli adolescenti e dai giovani adulti, ha in sé anche un filtro che permette di inserire la velocità di movimento attuale rilevata dai sensori del telefono. Questo filtro prende il nome di “Velocità“.
In pratica un incentivo a scattarsi delle foto mentre si viaggia ad alta velocità.
Di casi di cronaca provocati da “distrazioni da social” è pieno il mondo, ma quanto stiamo per raccontarvi ha quasi dell’incredibile: vi dicevamo che il filtro “Velocità” di Snapchat è quasi un incentivo, ma non è scritto da nessuna parte che le foto con tanto di velocità sovrimpressa debbano essere scattate proprio da chi guida.
Invece è successo ed i risvolti sono stati molto, molto gravi: siamo in Georgia, a Settembre, quando la diciottenne Christal McGee prende un’autostrada insieme ad altri tre amici, guidando l’auto del padre. Malauguratamente, la ragazza in questione decide di usare il filtro “Velocità” di Snapchat per mostrare al mondo che è in grado di raggiungere una velocità superiore alle 100 miglia orarie (circa 170 Km/h) e scattarsi un selfie.
Ecco pronta la ricetta per una tragedia: distratta dall’attività sociale, la McGee non si accorge di un incrocio e si scontra con l’auto di Wentworth Maynard, ex autista di taxi, che resterà gravemente ferito ed in coma per settimane, per poi riportare danni cerebrali permanenti. Un passeggero ha testimoniato che il contatore di Snapchat segnava circa 113 miglia orarie subito prima dell’impatto.
L’auto della McGee, secondo i rilevamenti della polizia, aveva una velocità di 107 miglia orarie – circa 170 Km/h – al momento dell’impatto.
Insomma, la distrazione della McGee avrebbe potuto letteralmente uccidere cinque persone, provocando una disastrosa tragedia. Morale della favola: Mr Maynard, ora non più in grado di lavorare a causa della sua disabilità, ha denunciato e chiesto i danni sia alla signorina McGee che a Snapchat: i legali della vittima affermano che
Snapchat ha immesso sul mercato qualcosa di estremamente pericoloso senza nessun avviso o controllo di sicurezza e, detto in parole povere, succeda quel che succeda.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come uno strumento sociale, quale è di fatto Snapchat, se messo nelle mani sbagliate possa portare a conseguenze tragiche. Snapchat non ha ancora risposto pubblicamente alle accuse.
Resta il fatto che, al di là dell’incentivo che Snapchat dà (o non dà) a mettersi in mostra o che la denuncia sia giusta o meno, in tutta questa storia c’è una grande, enorme, gigantesca dose di stupidità mista ad irresponsabilità. Che possa essere di lezione.