E’ prassi comune, almeno per noi occidentali, pensare ad uno smartphone cinese come copia di qualcosa già prodotto da qualcun altro!
In realtà qualsiasi made in China gode di questa particolare – e spesso veritiera – concezione, ma basta spostarsi prorpio in Cina per vedere come tutto sia come sempre relativo.
La storia che sitamo per raccontarvi vede protagonista, tanto per cambiare, Apple: dopo essere stata costretta ad interrompere i servizi iTunes Music e iTunes Books lo scorso aprile perché reputati dall’autorità Garante ( State Administration of Press, Publication, Radio, Film and Television) non consoni agli standard cinesi, Apple rischia di dover interrompere le vendite di iPhone 6 e iPhone 6 Plus a partire da quel di Pechino.
La motivazione, qui sta il bello, sarebbe da ricondursi ad un’infrazione di copyright che vede come parte lesa il produttore cinese Shenzen Baili ed in particolare lo smartphone 100C: una corte di Pechino avrebbe infatti decretato che i due smartphone siano esteticamente troppo simili e che, data la linea temporale, sarebbe stata Apple ad infrangere il brevetto (locale) depositato dal produttore.
Dal canto suo Apple ha dichiarato di aver già ricorso in appello, dunque gli smartphone iPhone 6S e 6S Plus (così come iPhone 6, 6 Plus e 6 SE) sono ancora disponibili nell’intero territorio cinese.
Sebbene i fatti sembrino dar torto ad Apple alla faccia del pensiero comune, resta comunque da comprendere se si tratti o meno dell’ennesimo tentativo del Governo Cinese di escludere il big di Cupertino dal suo mercato, uno dei più grandi ed importanti del mondo.
Se così fosse, non sarebbe di certo una sorpresa.