Non è un segreto che la scure degli organi difensivi del copyright stia colpendo, pian piano, un po’ tutti i portali di filesharing.
Tra i malcapitati più recenti figura certamente Torrentz, che ha cessato la sua attività in maniera piuttosto inaspettata lo scorso agosto. A far più rumore, tuttavia, è stato il celeberrimo KickassTorrents – chiuso invece lo scorso luglio con tanto di arresto del suo presunto fondatore.
Una scure che, in modo diretto o indiretto, viaggia ad oggi con la media di un sito al mese. Media confermata anche a settembre: è recente la notizia, infatti, che anche TorrentHound ha chiuso i battenti cessando tutte le sue attività di ricerca.
La notizia è stata diffusa con un’email semplice ma incisiva a tutti gli iscritti al portale, un messaggio che recitava semplicemente “Finito“. Ma qualche ora fa il suo fondatore ha dato qualche delucidazione in merito: non si tratterebbe di un intervento diretto delle autorità ma di una conseguenza di esse, combinata con una serie di altri aspetti negativi.
E’ una combinazione di meno traffico, meno guadagni e spese che crescevano. Poi aggiungete anche l’essere costantemente ostacolati dagli enti anti-pirateria, semplicemente non ne valeva più la pena.
Tramonta dunque l’ennesima, conosciuta realtà del file sharing; come sempre le alternative non mancano ma, un po’ per scelta un po’ per costrizione, sempre più fondatori stanno abbandonando le proprie creature.
Come biasimarli?