Tanti ne parlano, tantissimi la usano, alcuni non possono più farne a meno: stiamo parlando di Slack, la piattaforma sociale business-oriented che, come recita uno degli slogan,
è un’app di messaggistica per quei team che mandano i robot su Marte.
Il motivo di tanto successo e del perché Slack sia una soluzione sempre più adottata non può essere riassunto in una semplice definizione.
Di seguito cercheremo di darvi tutte le informazioni possibili su Slack, con un’analisi finale sul perché del suo successo… sperando di chiarirvi le idee!
Cos’è Slack?
Slack, per dirla in parole molto brevi, è una sorta di soluzione di chat che possa riunire gruppi di lavoro e membri della stessa azienda.
Come scopriremo tra non molto, Slack prende ispirazione dal modello di chat IRC: le dinamiche sono piuttosto simili (canali di discussione, topic, canali privati) ma le tecnologie e le potenzialità sono nettamente superiori a quelle del suo antenato.
Ad esempio, Slack permette l’integrazione con centinaia di servizi esterni e la condivisione semplice di file e documenti. Insomma, una piattaforma di chat collaborativa estremamente flessibile e che può adattarsi a migliaia di scenari differenti!
La storia di Slack
Un po’ come Twitter e tante altre piattaforme di successo, Slack è nata quasi per caso. Il suo fondatore Stewart Butterfield, durante la preparazione di un videogioco (mai pubblicato), per tenere in comunicazione i vari team decise di adottare il modello della chat IRC e di arricchirlo con funzionalità che potessero adattarsi all’ambiente aziendale.
Negli anni queste funzionalità divennero sempre più raffinate, tanto da trasformare questo “fratello” di IRC in una piattaforma indipendente. Butterfield decise di pubblicare il suo strumento soltanto alla fine del 2012, quando il progetto del gioco – che rispondeva al nome di Glitch – fu definitivamente abbandonato, intravedendo in questo strumento del potenziale e dell’innovazione.
Previsione per altro giustissima, poiché ad oggi Slack conta un fatturato annuo di 64 milioni di dollari, con 2.3 milioni di utenti registrati di cui 675 mila a pagamento. Lascia a bocca aperta la valutazione: a fronte di un organico di 369 dipendenti, oggi Slack vale la bellezza di 2.8 miliardi di dollari.
L’astuzia di Slack è stata (ed è tutt’ora) quella di reinvestire gran parte dei round di finanziamenti ricevuti in sviluppo: ciò permette al servizio di espandersi, nello specifico dei suoi obiettivi, con cadenza praticamente giornaliera.
Come funziona Slack?
Slack, come già detto, è una piattaforma completa di chat collaborativa aziendale funzionante con modello freemium. Essa è disponibile praticamente per tutte le piattaforme: web, Android, iPhone, iPad, Apple Watch, Windows Mobile.
Una volta scaricata l’app bisognerà creare un gruppo di lavoro o iscriversi ad uno già esistente; sarà possibile far sì che le persone si iscrivano al gruppo “autorizzando” tutte le email appartenenti ad un dato dominio (ad esempio @nomeazienda.com), autorizzando singolarmente le iscrizioni o usando strumenti automatizzati offerti da Slack stessa.
Una volta in un team, ciò che ci si trova davanti ricorda davvero IRC: saranno presenti un canale “Generale” (pensato per le conversazioni aziendali), un canale “Random” (pensato per gli off-topic) e si avrà la possibilità di creare altri canali tematici, magari inerenti ai vari progetti del team.
Slack prevede la presenza di conversazioni singole, null’altro che canali privati, che però diventano pubbliche nel momento in cui vi si unisce un terzo membro (ciò può essere evitato negli account a pagamento).
Presente per impostazione predefinita anche un bot in grado di ricevere ed eseguire comandi in linguaggio naturale (Slack-bot), con la possibilità di aggiungere altri bot e di integrarli con servizi esterni.
La condivisione di file è la benvenuta, e i topic delle conversazioni possono essere commentati e modificati.
Al di là della meccanica, lo scopo principale di Slack è quello di permettere a chi partecipa ai team di discussione di seguirne completamente lo storico, così da trovare file e informazioni in un solo posto senza doversi districare tra thread, email ed allegati vari.
L’approccio è a completa discrezione dell’azienda che lo usa: grazie ai numerosi strumenti e alle integrazioni, ogni “boss” potrà impostare il suo gruppo di lavoro (o i suoi gruppi di lavoro) a seconda delle esigenze!
Perché Slack ha avuto successo (e guadagni?)
Il successo di questa piattaforma, a nostro avviso, è stato nel costruire qualcosa che non c’era e che, una volta utilizzato, si rende necessario.
Slack di fatto è una piattaforma specializzata per gli ambienti di lavoro, qualcosa di totalmente diverso da concorrenti come Skype, Hipchat o altre piattaforme simili. Gli investimenti, i miglioramenti e le integrazioni con centinaia di servizi esterni (Trello e ITTT primi tra tutti) ne fanno uno strumento potente e flessibile che può essere usato, come vi accennavamo poc’anzi, in decine di centinaia di scenari.
Insomma, partendo dal basso ed “allargandosi” pian pianino Slack si trasforma sempre più in “quell’anello mancante” che può semplificare, grazie alla tecnologia, le relazioni e le interazioni tra i team di lavoro.
Anche sul perché dei guadagni – rapidi e cospicui – di Slack si potrebbero avanzare diverse ipotesi: c’è chi attribuisce ciò alla fiducia degli investitori in un’innovazione funzionale ed esteticamente bella ma anche chi, come Van Heumenn (noto analista nel mondo delle startup), la pensa in modo diverso.
Volendo riassumere il suo pensiero, la paittaforma ha avuto successo ed induce la gente a pagare per usarlo poiché genera “pressione sociale“: il segreto è stato sapersi rendere necessario. Se la piattaforma è il metodo principale di comunicare in azienda, sostiene Heumenn, per non rimanere esclusi, fuori dai giochi o non sembrare cattivi colleghi si sarà costretti a seguirla.
Ed è qui che arriva anche il vantaggio dell’approccio freemium: tanto per dirne una, la versione gratuita di Slack permette di accumulare soltanto 10000 messaggi per ogni canale di discussione. Superati i 10000 messaggi lo storico inizia ad eliminare quelli più vecchi.
LINK | Slack – Tariffe
Un limite che, per un’azienda di media dimensione, si raggiunge molto, molto facilmente.
Starete pensando che prima c’erano Yammer, Campfire, Hipchate e Skype. Li ho usati tutti ma nessuno mi ha creato più dipendenza di Slack. Questo perché tutti hanno implementato le conversazioni in thread e non hanno imposto limiti sul numero di messaggi. Ecco perché non c’è necessità di controllare continuamente le conversazioni, perché puoi sempre prenderne parte più tardi.
Slack, secondo Heumann, fa leva sull’effetto “dipendenza” dovuto a quella pressione sociale di cui vi parlavamo. Ecco perché i suoi concorrenti non sono riusciti ad ottenere lo stesso successo:
Il risultato è che non devi controllare di continuo la conversazione perché puoi sempre prenderne parte più tardi. Anche anni più tardi. Non c’è effetto di isolamento sociale, di dipendenza e nessuna ragione per continuare ad osservare. Se fossi un concorrente di Slack implementerei immediatamente i limiti per i messaggi sui piani gratuiti.
Questa dipendenza e questo “stress”, se così vogliamo definirlo, riprende quanto succede tutti i giorni con altri generi di piattaforme di comunicazione – prime tra tutte Facebook e WhatsApp.
Con una differenza fondamentale: quando la piattaforma è ormai diventata insostituibile, si scopre di dover pagare per usarla appieno – ad esempio, quando si supera il limite dei messaggi memorizzabili. Se non si è seguita l’intera conversazione sin dal principio, i messaggi più vecchi sono persi per sempre.
Avrete successo solo se le persone si sentono emotivamente legate a causa della pressione sociale. E questa pressione fa in modo che le persone investano pesantemente nel vostro prodotto. Questo è il vero motivo per cui piattaforme come Slack, Facebook, Snapchat sono delle billion dollar companies.
Una strategia “brillante ma diabolica” che, secondo Von Heumann, è riuscita a portare Slack da una piccola startup ad un’azienda di valore notevole!