Controllare l’IMEI dopo l’acquisto di uno smartphone è una buona abitudine, specie quando si acquista un dispositivo di seconda mano!
Il motivo è semplice: può capitare che venditori con pochi scrupoli tentino di rifilarci un dispositivo rubato o di dubbia provenienza, magari soggetto anche a blocchi operatore e dunque inutilizzabile.
Cercare di capire se uno smartphone di seconda mano è rubato prima ancora dell’acquisto non è semplice, tuttavia ci sono degli accorgimenti da prendere per limitare al minimo questa eventualità.
Vediamo insieme di cosa si tratta!
“Testare” il venditore
Se stiamo acquistando uno smartphone usato da uno store online o da uno store fisico assicuriamoci che questo offra meccanismi di protezione anti-truffa (il venditore stesso potrebbe essere inconsapevole della provenienza del dispositivo) e, specie nel caso di acquisti online, assicuriamoci che i metodi di pagamento offerti siano sicuri ed offrano tutele.
Assicuriamoci inoltre che sia garantito il diritto di recesso, in caso il controllo dell’IMEI non vada a buon fine.
Ovviamente prestiamo particolare attenzione ai feedback: più questi sono positivi, meno probabilità abbiamo di incappare in un dispositivo di dubbia provenienza.
Se invece siamo intenzionati ad acquistare lo smartphone tramite contatto diretto con il venditore (su siti come subito, kijiji o altri), assicuriamoci che questi sia disposto a comunicarci o a farci controllare il codice IMEI del dispositivo prima ancora di ricevere il denaro.
Tra un attimo capiremo il perché.
Controllare l’IMEI – Scoprire smartphone rubato
Il codice IMEI è una sorta di “codice fiscale” associato allo smartphone (o al tablet o ad altri dispositivi elettronici): si tratta di un codice composto da 14 o 16 cifre, che contiene il numero identificativo del produttore ed una sequenza numerica unica per ciascun dispositivo. E’ praticamente impossibile che due dispositivi abbiano lo stesso codice IMEI.
Noi l’IMEI lo abbiamo già incontrato quando vi abbiamo parlato di come recuperare uno smartphone rubato. Come vi abbiamo spiegato, infatti, nel caso ci rubassero uno smartphone la prima cosa da fare è denunciare la cosa all’operatore e/o ai carabinieri, avendo cura di comunicare il codice IMEI del dispositivo smarrito o rubato. Fatto ciò, sarà l’operatore o le autorità ad inserirlo in database consultabili, bloccandone di conseguenza l’utilizzo con le SIM.
In questo caso vedremo come tutelarci proprio grazie a ciò.
Ottenere il codice IMEI, se abbiamo tra le mani il dispositivo da controllare, è semplice: basta digitare il codice *#06# dal dialer dello smartphone (la finestra per comporre un numero di telefono).
In alternativa potremo ottenere l’IMEI recandoci in Impostazioni > Info sul dispositivo > Stato su Android oppure in Impostazioni > Generali > Info su iOS.
Il gioco è fatto: ottenuto l’IMEI dovremo controllarne la bontà grazie ad uno dei database di cui vi parlavamo poc’anzi. I migliori sono:
- International Numbering Plans (gratuito, aggiornato);
- IMEI.info (gratuito, aggiornato);
- CheckMEND (aggiornato da operatori ed agenzie di polizia, sicuramente il più affidabile; tariffe a partire da 2.50€ per ogni dispositivo da controllare).
Se invece vogliamo acquistare un iPhone di seconda mano la soluzione è ancora più semplice, poiché Apple mette a disposizione un servizio ufficiale per controllare se un iPhone è rubato grazie all’IMEI.
Controllare l’eventuale blocco operatore
“Passato” il controllo IMEI non ci resta che inserire la SIM nello smartphone acquistato; se dovessimo renderci conto che la scritta “Nessun servizio” non ci abbandona neanche nelle zone in cui siamo a pieno campo, c’è buona probabilità di essere incappati in uno smartphone per cui è stato denunciato il furto o lo smarrimento e che di conseguenza ha ottenuto un blocco operatore.
Accertiamoci di ciò chiamando il nostro operatore di telefonia e spiegando la situazione; probabilmente ci verrà chiesto di comunicare il nostro codice IMEI.
Denunciare l’accaduto
Nel caso ci ritroviamo effettivamente tra le mani uno smartphone rubato, la cosa più ovvia da fare è avvisare il negozio o il rivenditore della situazione, richiedere indietro il denaro e riconsegnare (o intimare al venditore di farlo, una volta rispedito indietro) lo smartphone alle autorità.
Se il venditore dovesse rifiutarsi di restituirci la somma resa e di riconsegnare lo smartphone, non esitiamo a recarci in prima persona dai carabinieri e sporgere denuncia nei confronti di chi ci ha venduto lo smartphone, consegnando anche lo stesso.
E’ una cosa che va fatta assolutamente, per due motivi:
- se il furto/smarrimento dello smartphone è stato denunciato ci sono buone probabilità che questo venga riconsegnato al legittimo proprietario;
- dopo aver acquistato uno smartphone rubato siamo di fatto perseguibili penalmente per ricettazione. La tutela prima di tutto.