Espoo, Finland – 1st December 2016: A new and exciting chapter in the story of Nokia branded phones begins today as HMD Global Oy (HMD) – the new home of Nokia phones enters the market.
Comincia così il comunicato del 1 Dicembre 2016 con il quale la società finlandese di nuova costituzione annuncia l’inizio ufficiale dell’avventura (già preavvisata qualche mese prima) con cui si propone di riportare Nokia sull’altare che, secondo milioni di appassionati, ancora le spetta: quello del protagonismo assoluto nel settore del mobile che ha reso l’azienda un gigante della tecnologia fino a quando non è stata spodestata dall’arrivo prepotente di nuovi soggetti come Apple con i propri iPhone e poi Google e Samsung, assieme ad altri centinaia di produttori dedicati all’universo Android.
Ed è proprio sfruttando Android a quanto pare che questa nuova, più snella, Nokia si propone di rilanciare la sfida ai big attuali, che nel frattempo annoverano tra le proprie fila anche una selezione intrigante di produttori cinesi guidati dall’ambiziosissima Huawei e l’arrivo sul mercato di Google stessa, che da circa due mesi ha deciso di mettersi in proprio e provare ad inventare il vero anti-iPhone con il lancio del Pixel.
Una sfida che sembrerebbe impossibile insomma ma che non garantisce previsioni facili, considerato come la nuova creatura chimerica nata come una fenice dalle ceneri di un passato glorioso possa contare su personalità di spicco con anni di esperienza nel settore, e su un parco tecnologico garantito da Nokia stessa, fatto di brevetti, design, ricerca e sperimentazione ai massimi livelli e dalla taiwanese Foxconn che possiede una potenza di fuoco con pochi eguali nelle capacità manufatturiere e di distribuzione (e che ha rilevato anche le medesime attività fino a poco tempo fa di proprietà dell’ormai in disuso divisione mobile di Microsoft).
Ma vediamo con calma come siamo arrivati a questo punto: presa in contropiede, come abbiamo già detto, dall’arrivo sul mercato prima dell’iPhone di Apple e poi da una miriade sempre crescente di brand e dispositivi che supportavano l’ancora grezzo ma efficace Android di Google, la vecchia Nokia si affidò all’alba del lontano 2011 ai servizi di Stephen Elop che entro poche settimane mise in piedi una strategia che pose fine allo sviluppo dei due sistemi operativi fatti in casa, Symbian e il futuristico Meego, per affidare tutte le proprie carte a quel Windows Phone di Microsoft che ha contribuito a scavarne la fossa.
Con un colpo di mano che personalmente ritengo geniale, la dirigenza Nokia riuscì, a cavallo tra la fine del 2013 e la primavera dell’anno successivo, a trasformare questa operazione di fiducia incondizionata nell’esecuzione di un piano che portò in dote di Microsoft tutta la divisione dedicata allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione dei dispositivi mobili, un gruppo che sanguinava perdite ad ogni trimestre e una zavorra titanica di personale (ahimè), siti produttivi e infrastrutture che la Nokia di due anni fa proprio non poteva più supportare.
L’accordo, fatto quasi come se fosse premeditato, prevedeva che a Nokia sarebbero rimasti i brevetti, veri gioielli di casa, e la possibilità che il brand finlandese potesse ritornare sugli smartphone in commercio dopo un periodo scaduto poche settimane fa.
Chiuso un passato in cui un’azienda in grado di ripensarsi altre volte nella storia non si riconosceva più, i dirigenti dell’azienda, con i debiti praticamente risanati e attività più redditizie in gestione hanno cominciato con mosse mirate a programmare il futuro. Dalla cessione del ramo dedicato alla mappe digitali di Here sono arrivati altri quattrini prontamente destinati ad una acquisizione importantissima per il settore Networks (la vera mucca da latte dell’intera azienda), quella di Alcatel-Lucent, e pochi mesi fa ha visto la luce un’altra minore ma non meno importante acquisizione: la società francese Withings, che sarà l’epicentro di uno dei settori del futuro di Nokia, quello dedicato alla salute e al fitness.
Tra queste operazioni industriali e finanziarie e la presentazione al mondo di Ozo, videocamera con capacità virtuali a 360 gradi, per i professionisti, con alcune corte dichiarazioni si evocava la ricerca di un partner che avrebbe preso in mano la questione relativa al ritorno al mercato degli smartphone, nel quale Nokia smentiva di volersi impegnare direttamente dichiarando invece le chiare intenzioni di voler sfruttare il proprio brand, ancora adesso uno dei più rispettati al mondo, e il proprio portafoglio brevetti.
Questo partner è stato presentato pochi mesi orsono, messo in piedi da ex-dipendenti Nokia, tutti con ruoli di spicco anche durante la breve vita di Microsoft Mobile. HMD Global Oy, questo il nome scelto, non ha perso tempo e ha raggiunto l’accordo con Microsoft stessa per rilevare tutti i diritti relativi al business dei feature phone, ancora comuni in molti mercati del mondo in via di sviluppo, e siglando un importantissimo accordo industriale con Foxconn, che non farà soffrire alcun complesso d’inferiorità alla nuova creatura nei confronti di mostri sacri del settore come Samsung, LG o Huawei che dispongono di infrastrutture imponenti nella manifattura dei propri prodotti e nella distribuzione degli stessi.
Il resto è futuro. Curiosità per molti, speranze per tanti altri. Ed un Mobile World Congress a Barcellona che ci svelerà i primi prodotti della nuova Nokia in chiave Android, quasi un sogno che diventa realtà per centinaia di migliaia di consumatori e appassionati come noi.
Ed è da qui all’appuntamento spagnolo di fine febbraio che, possiamo starne certi, saremo inondati da rumor e leak su quali saranno il design e le specifiche tecniche dei nuovi dispositivi. Processori, display, camera, ma anche Android stesso: sarà quello stock? Un fork di esso o dotato di una skin come quelle che utilizzano i propri concorrenti? Vedremo un ruolo assegnato allo sperimentale Z launcher che potrebbe così uscire dalla beta? Di certo c’è che il CEO della start up finlandese HDM Global ha menzionato Google tra i partner con cui ha siglato una collaborazione.
Inutile negare che per molti, moltissimi di noi, il ritorno di Nokia è auspicato e gradito e sono sicuro che ci siano le potenzialità affinché l’azienda, o le aziende coinvolte in vari livelli in questa avventura, possano reclamare a breve un ruolo importante nel mercato, un vero e proprio ritorno al futuro.