I Pebble sono stati tra i primi (e a mio avviso migliori) smartband a comparire sul mercato; Fitbit, d’altra parte, è sinonimo di alta qualità e di tecnologia sempre crescente nel settore dei cosiddetti “indossabili”.
Da qualche settimana si rincorrevano voci che vedevano Pebble “arrancare” per via di alcune difficoltà finanziarie e che volevano un’acquisizione di quest’azienda con Fitbit; non possiamo garantire la veridicità della prima parte ma, per quanto riguarda la seconda, ora è ufficiale: Fitbit acquisirà alcuni “asset specifici” di Pebble.
Tra questi figurano il “personale principale e le proprietà intellettuali collegate allo sviluppo di software e firmware”; in altre parole, Fitbit acquisirà la tecnologia e lo staff principale di Pebble per inglobarlo nella tecnologia collegata alle sue smartband.
I termini monetari dell’accordo non sono stati rivelati, anche se alcune stime parlano di circa 40 milioni di dollari; questo affare sarà di sicuro ottimo per Fitbit ma lascerà con l’amaro in bocca i clienti (e potenziali tali) di Pebble, poiché l’azienda ha acquistato la proprietà intellettuale e non i dispositivi – che saranno, letteralmente, abbandonati.
A partire da oggi Pebble non opererà più come un’entità indipendente e smetterà di produrre dispositivi. Non verranno più accettati ordini né pre-ordini tramite il sito né offerte su Kickstarter; chi ha pre-ordinato un Pebble 2 tramite il sito ma non l’ha ancora ricevuto avrà un rimborso. Inoltre chi ha sostenuto economicamente Pebble su Kickstarter ma non ha ancora ricevuto lo spettante reward avrà un rimborso entro 4-8 settimane.
A partire da oggi la garanzia ed il supporto sui prodotti Pebble cessano di essere attivi e, sebbene i dispositivi continueranno a funzionare, potrebbe esserci in futuro una “riduzione della funzionalità o della qualità dei servizi”. Lo staff, inoltre, consiglia di cercare eventuali ricambi presso rivenditori di terze parti come Amazon.
Fortunatamente in tutto ciò c’è qualcosa di positivo: i dispositivi ordinati prima del 7 dicembre 2016 tramite il sito Pebble.com possono essere restituiti e verranno integralmente rimborsati; chi invece ha acquistato un Pebble tramite un negozio di terze parti potrà restituirlo ed ottenere un rimborso in base alle regole vigenti presso il rivenditore. Per tutte le informazioni è possibile far riferimento a questa pagina.
Insomma una fusione che può fare soltanto bene a Fitbit riempiendo le casse di ciò che resta di Pebble; purtroppo stavolta ad andare piuttosto male sono i possessori di un Pebble, a cui viene revocata con effetto immediato la garanzia e che potrebbero ritrovarsi, in futuro, con un dispositivo non più utilizzabile a causa del mancato supporto di un’azienda che sparirà, forse, troppo in fretta.