Per affrontare il discorso sui DDNS, ovvero i cosiddetti DNS dinamici, è indispensabile sapere sia cosa è un DNS sia cosa è un indirizzo IP. Iniziamo proprio da quest’ultimo: un indirizzo IP è come l’indirizzo di casa di un dispositivo connesso alla rete.
Di fatto, si tratta di una sequenza di cifre da 32 bit (IPv4) o di cifre e caratteri da 128 bit (IPv6), che servono a identificare PC, tablet, smartphone, notebook e quant’altro in rete.
Un DNS (Domain Name System), invece, è di norma un sistema che “traduce” gli indirizzi IP da numeri (o numeri e cifre, nel caso di IPv6) in vere e proprie “parole”, dette nomi di dominio; questo succede per rendere più semplice la navigazione all’interno della rete.
L’associazione tra indirizzo IP e relativo nome di dominio è memorizzata in una serie di database, che ciascun server DNS consulta ad ogni richiesta per associare il nome di dominio invocato all’indirizzo IP corrispondente.
Ad esempio, se non esistessero i DNS potremmo accedere a Google soltanto digitando l’indirizzo IP 64.233.167.99; grazie ai DNS, invece, possiamo accedere a Google semplicemente digitando www.google.it.
Per meglio comprendere il funzionamento di IP e DNS vi consigliamo di dare una lettura al nostro approfondimento in merito.
Cosa è un DDNS?
Detto ciò, entriamo nel nostro discorso principale: abbiamo avuto modo di imparare che gli indirizzi IP dinamici cambiano ogni tot di tempo; in particolare, salvo particolari contratti quando un dispositivo si riconnette a Internet lo fa con un indirizzo IP differente dal precedente.
Quindi se volessimo accedere a quel dispositivo (magari il nostro server casalingo) anche da altre parti di Internet dovremmo conoscere a priori il nuovo indirizzo IP assegnato dal gestore di servizi; cosa che, spesso, non è possibile.
Ed è qui che entrano in gioco i DNS dinamici o DDNS! Il DDNS, che sta per Sistema Dinamico dei Nomi di Dominio (Dynamic Domain Name System), permette di associare un DNS sempre allo stesso dispositivo, anche se il suo indirizzo IP dovesse cambiare.
In tal modo il dispositivo in questione può essere sempre raggiunto usando il medesimo nome di dominio, senza tener conto dell’indirizzo IP che gli è stato assegnato dal gestore.
Facciamo un esempio: il nostro server web casalingo ha indirizzo IP 123.45.67.89 e gli abbiamo associato il dominio casa-jessica.com; per accedervi, basterà digitare nel browser l’indirizzo www.casa-jessica.com.
Se il nostro router si disconnettesse improvvisamente dalla rete ed accedesse con un indirizzo IP diverso, in situazioni “normali” non potremmo più accedere al server web casalingo digitando l’indirizzo visto prima. Usando invece un DDNS, invece, l’associazione tra IP e dominio verrebbe fatta automaticamente e potremo accedere al nostro server web sempre tramite lo stesso indirizzo web, senza conoscere né considerare l’IP che c’è dietro.
Come funziona un DDNS?
Senza scendere in artifici tecnici, sostanzialmente per far funzionare un DDNS c’è bisogno di iscriversi (gratuitamente o a pagamento) ad un servizio web che offra DNS dinamici, di associare il proprio indirizzo IP ad un nome di dominio scelto tramite il servizio e, successivamente, di configurare il dispositivo che si collega a Internet (il router, il TV, il DVR o altro) affinché possa associare automaticamente il nuovo IP al DNS dinamico scelto.
In tal modo potremo raggiungere tale dispositivo da qualsiasi parte di Internet senza il bisogno di conoscerne l’indirizzo IP.
Se abbiamo bisogno di un DDNS, tra i tanti servizi disponibili spicca per flessibilità e prezzi (esiste anche un’opzione totalmente gratuita) il servizio no-ip.org; ne abbiamo parlato in una guida dedicata, che esortiamo a leggere per comprendere ancora meglio come funziona un DDNS – e, perché no, per imparare ad usare proprio no-ip!