Nonostante le mirrorless full frame introdotte sul mercato negli ultimi tempi, Panasonic non ha abbandonato lo sviluppo delle mirrorless micro quattro terzi che per tanto tempo hanno sancito la superiorità del brand sul mercato grazie ad una qualità delle riprese decisamente sopra la media. L’esempio lampante è quello di Panasonic Lumix GH5, macchina del desiderio di molti video maker, dal prezzo di listino accessibile ad una stretta cerchia di professionisti. Nell’ostinata corsa verso i sensori pieno formato gli utenti meno esigenti o con budget limitati si ritrovano in un limbo caratterizzato da mirrorless economiche poco prestanti o dispositivi non pertinenti all’utilizzo effettivo che impediscono un corretto upgrade della propria macchina principale. Lumix G90 è la nuova mirrorless di Panasonic che – prendendo le distanze dalla fascia entry level in cui si collocava la predecessora Lumix G7 – cerca di offrire una qualità maggiore soprattutto in correlazione alle riprese.
Lumix G90 è la dimostrazione palpabile dell’esperienza che Panasonic ha acquisito in ambito mirrorless durante gli ultimi anni. Dove non può arrivare l’hardware – ed in particolare il sensore micro quattro terzi – interviene il software: tracking del volto, stabilizzazione a cinque assi Dual IS e profilo logaritmico V-Log L per un approccio il più professionale possibile.
Scheda tecnica
Sotto il cofano di Panasonic Lumix G90 troviamo un hardware notevolmente rinnovato: il sensore – che rimane un micro quattro terzi – è molto più risoluto, il display da 3″ completamente orientabile dispone di un pannello OLED e il corpo macchina stesso è stato ridisegnato per migliorare l’interazione dell’utente con ghiere e pulsanti.
- Sensore: Micro 4/3 Live MOS da 20,3 MP
- Processore d’immagine: Venus Engine
- Gamma ISO: 100 – 25.600
- Raffica di scatti: 9 fps
- Autofocus: 49 aree
- Consumi: 290 scatti
- Connettività: Bluetooth, WiFi
- Display: 3″ OLED da 1.040.000 punti
- Mirino: 1,48x OLED da 2.360.000 punti
- Ottiche compatibili: Micro Four Thirds Mount
- Peso: 536 g
- Dimensioni: 130 x 94 x 77 mm
Corpo ed ergonomia
Le linee del corpo macchina di Panasonic Lumix G90 riprendono il design iconico delle precedenti generazioni di mirrorless Panasonic, le dimensioni complessive aumentano in funzione delle migliorie apportate all’impugnatura e alla posizione dei pulsanti e delle ghiere. Nonostante ciò i 536 g di peso sono ben distribuiti lungo i 130 x 94 x 77 mm della macchina, considerando anche i materiali adoperati per il corpo. La lega di magnesio – sebbene sia più pesante rispetto alla plastica – assicura resistenza a pioggia e polvere oltre che una maggiore solidità generale.
Partendo dalla parte superiore del corpo è possibile notare il lavoro di ottimizzazione dei pulsanti e delle ghiere svolto su Panasonic Lumix G90. Partendo da sinistra troviamo: il selettore della modalità di scatto, la ghiera per la regolazione diottrica, il tasto di estrazione del flash, il shoe mount, il selettore dei programmi, il tasto di accensione, il pulsante per avviare la registrazione video, la ghiera per la regolazione dei tempi di scatto con pulsante programmabile, i tasti per la regolazione del bilanciamento del bianco, della sensibilità ISO e della compensazione e l’otturatore coronato dalla ghiera per il diaframma.
La parte frontale di Lumix G90 è molto pulita. Oltre alla serigrafia Lumix G sono presenti il tasto di sgancio per l’ottica, il LED per l’autofocus e la baionetta. Sotto il cofano troviamo un sensore MOS Live Micro 4/3 da 20,3 MP, una vera novità in ambito mirrorless Panasonic in quanto le uniche a montarlo – fino ad ora – erano solo Lumix G9 e GH5. Rispetto ad altre concorrenti Panasonic Lumix G90 è in grado di gestire le situazioni di scatto in maniera impeccabile, a patto che ci sia una buona illuminazione della scena. La gamma dinamica e il contrasto degli scatti catturati di giorno sono veramente buoni, anche oltre le aspettative. In condizioni sfavorevoli o quando la luce comincia a scarseggiare, invece, iniziano a mostrarsi le limitazioni del sensore micro quattro terzi, che culminano in un effetto acquerello di sera o in notturna. Piuttosto che catturare quanta più luce possibile con il rischio – seppur piacevole – di trasformare lo scatto in un dipinto di Cézanne, al calar del sole mi sono divertito molto nel catturare giochi di ombre e controluce. In tal caso Lumix G90 si è dimostrata nuovamente al di sopra delle aspettative.
Sul posteriore di Panasonic Lumix G90 risiedono il tasto Fn3 per lo switch tra mirino elettronico e display, il selettore della messa a fuoco, il pulsante per l’AF/AE Lock, il tasto galleria, il tasto Fn2 che funziona sia come back che come cestino e il tasto menu circondato dalla ghiera rotabile e cliccabile. Sia il display OLED articolabile che il mirino elettronico funzionano bene e il sensore per lo switch automatico è abbastanza preciso.
Nelle parti laterali sono presenti lo slot per la scheda SD, la porta microUSB per il trasferimento di file e la ricarica del dispositivo, una porta micro HDMI per l’uscita video, un jack per le cuffie da 3,5 mm, un jack per il controllo remoto e un jack per il microfono. Le numerose porte di cui è dotata Lumix G90 suggeriscono la principale predisposizione al mondo delle riprese e dei video maker.
Controlli e funzionalità
Diamo uno sguardo più da vicino a quelle che sono le principali funzionalità offerte da Panasonic Lumix G90. Un passo in avanti rispetto alle precedenti generazioni non solo nelle riprese – stabilizzate a 5 assi – ma anche nelle foto. Una vera e propria GH5 più scarna ed economica, che rinuncia al 4K a 60 fps ma costa quasi la metà.
Autofocus
Su carta il sistema di messa a fuoco automatica di Panasonic G90 rimane inalterato rispetto alle vecchie generazioni. Non cambia infatti la tecnologia DFD a rilevamento di contrasto basata su 49 aree. Nonostante ciò le prestazioni effettive sono più che soddisfacenti, con un tempo di messa a fuoco minimo di appena 0,07 secondi.
Sebbene sempre più produttori stiano rincorrendo nuovi sistemi di messa a fuoco ibridi con un numero di punti o di aree maggiore, quello di Panasonic Lumix G90 svolge egregiamente il suo dovere e – a mio avviso – funziona meglio rispetto a quello delle scorse generazioni della serie G. Per la fotografia utilizzo spesso la modalità manuale per far fronte ad eventuali problemi derivanti dall’autofocus, ma la semplicità e la rapidità con cui è possibile mettere a fuoco mi ha fatto ricredere: basta un semplice tap sul display touchscreen per selezionare l’area di messa a fuoco. Registrando video ho trovato molto utile la modalità Face/Eye detection, abbastanza precisa ma basta un lieve movimento di arti per metterla in difficoltà. La modalità tracking funziona in maniera analoga ma può mantenere a fuoco anche altri tipi di soggetti, come le automobili. Basta infatti selezionare il punto di ancoraggio tramite il display che Lumix G90 lo segue mantenendo il fuoco.
Autonomia
Sotto il punto di vista dell’autonomia Lumix G90 è senza infamia e senza lode: Panasonic afferma che la batteria DMW-BLC 12 assicura circa 290 scatti, sebbene ne abbia coperti molti di più durante il mio utilizzo. Per chi viaggia spesso e magari non ha la possibilità di trasportare con sé anche il caricatore – che in poche ore porta la batteria al 100% – Panasonic ha pensato a due soluzioni. La prima è rappresentata dalla modalità Power Save LVF che – spegnendo la macchina quando si allontana l’occhio dal mirino – permette di arrivare a 900 scatti. La seconda è quella di utilizzare un comunissimo powerbank con cavo in quanto la porta microUSB inserita sul laterale supporta anche la ricarica.
Connettività
Panasonic Lumix G90 dispone di un ampio comparto connettività, a partire dai moduli Bluetooth 4.2 e WiFi. Questi vengono utilizzati sia per trasferire foto e video sullo smartphone sia per il controllo remoto del dispositivo. A tal proposito l’applicazione dedicata Lumix Sync – nonostante la grafica un po’ spartana – porta a termine il suo lavoro senza alcun problema. Anzi, è molto semplice accoppiarsi alla fotocamera e trasferire gli scatti: approvata per chi condivide spesso contenuti sui social! Per rendere il più completo possibile il comparto video sono presenti un jack per il microfono ed un jack per le cuffie, fondamentali per il controllo del flusso dell’audio sia in entrata che in uscita.
Display e mirino
Passiamo ad uno degli aspetti che più mi ha sorpreso durante l’utilizzo di questo dispositivo. Lumix G90 integra un pannello OLED da 3″ articolabile, perfetto anche per le riprese frontali. La tipologia di display – insolita anche per una mirrorless top di gamma – permette innanzitutto di risparmiare leggermente batteria (in quanto i neri non sono altro che pixel spenti). In secondo luogo le immagini riprodotte sono più nitide e fedeli all’originale. Il display da 1.040.000 punti è touch-screen e offre la possibilità di scegliere e trascinare il punto di fuoco anche mentre si usa il mirino.
Anche per quanto riguarda il mirino elettronico nulla da dire: sfrutta la tecnologia OLED con una risoluzione di 2.360.000 punti (2,3 MP circa), ha un ingrandimento di 0,74x e copre il 100% dell’inquadratura. L’oculare è molto comodo ed il sensore che permette di passare automaticamente da display a LVF non è né troppo reattivo né troppo pigro.
Qualità delle immagini e delle riprese
La prima sensazione che si prova quando si impugna Panasonic Lumix G90 è quella di leggerezza: nei tragitti più lunghi ed impegnativi il peso ridotto fa la differenza. Una volta fatta l’abitudine con il corpo macchina e la disposizione dei pulsanti, mi sono reso conto di come questa Lumix G90 sia perfetta per la street-photography. La particolarità di questo genere è proprio quella di immortalare l’ambiente circostante che dà vita a scene suggestive. Per coglierle non solo è necessario un colpo d’occhio molto sviluppato, ma anche una certa reattività della fotocamera. In queste situazioni Panasonic G90 non sbaglia mai un colpo, merito anche del sistema di doppia stabilizzazione a 5 assi.
Entrando più nello specifico di giorno stupisce la fedeltà cromatica degli scatti, pari a quella delle mirrorless APS-C della stessa fascia. Un altro punto a favore è il bilanciamento automatico del bianco, che compensa nelle scene indoor ed evita che nello scatto possano comparire solo tinte calde e giallastre. In esterna i toni sono leggermente più freddi ma – trattandosi di gusti personali – è possibile rimediare passando alla modalità AWB caldo o AWB freddo.
Capitolo a parte per la risposta al rumore digitale nelle varie condizioni di illuminazione. Più che ponderata quando la luce è sfavorevole mentre in notturna – nonostante l’algoritmo di noise reduction – le limitazioni del sensore Micro 4/3 si fanno sentire. Come è possibile osservare dal test sottostante, fino ad ISO 800 gli scatti sono perfettamente utilizzabile. A partire da ISO 1600 il rumore compare in maniera più eccessiva e si intravedono peggioramenti in termini di qualità dei dettagli e della fedeltà cromatica. Il massimo valore che consiglio di utilizzare è ISO 3200, in quanto da ISO 6400 in poi gli scatti sono pressoché inutilizzabili. Un metodo infallibile per mascherare il rumore è quello di ricavare scatti dal gusto vintage, utilizzando dei preset – B&W o seppia – tramutando il disturbo in piacevole grana “analogica”.
Nel complesso il comparto fotografico si difende bene di giorno, mentre al calar del sole l’ho percepito un po’ sotto tono rispetto alla concorrenza. Il meglio di Lumix G90, tuttavia, lo si ha nelle riprese. Oltre all’opzione di registrare video AVCHD o MP4, è possibile scegliere se registrare con un campionamento 4:2:0 a 8 bit su scheda SD o 4:2:2 a 8 bit con monitor esterno. I video in 4K possono essere registrati con un frame rate di 30, 25 o 24 fps e viene eseguito un crop del sensore pari a 1,26x. In Full HD – anche a 60 fps – viene invece utilizzata tutta la superficie del sensore.
Una vera e propria GH5 in miniatura che non rinuncia alla doppia stabilizzazione a 5 assi Dual IS e al profilo colore V-Log L, disponibile di default senza alcun aggiornamento facoltativo a pagamento. Grazie al noto profilo logaritmico di Panasonic si ottiene una maggior gamma dinamica da sfruttare in post-produzione, a discapito di colori più tenui che dovranno essere necessariamente corretti.
Conclusioni
Panasonic Lumix G90 è stata una piacevole sorpresa che ha lasciato spazio a parecchie riflessioni. La qualità delle riprese – considerando la collocazione e la fascia di prezzo – può essere comparabile a quella della sorella maggiore GH5. Grazie anche all’ausilio del microfono esterno e di un display articolabile vengono inoltre soddisfatte le più disparate esigenze di video makers e vloggers. Ma le limitazioni del sensore micro quattro terzi, soprattutto in fotografia, non sono poche ed è bene che Panasonic stia puntando su una gamma di mirrorless Full Frame decisamente più costose e prestanti.
Il miglioramento rispetto a Lumix G80 si sente ed è evidente, anche se molte caratteristiche – su carta – rimangono inalterate. Il prezzo di €990 per il singolo corpo macchina e di €1190 con l’ottica 12-60 mm f/3.5-5.6 Power OIS (la stessa fornitaci in prova) giustifica il gran numero di features offerte da Lumix G90 in ambito video e della fotografia in diurna. Ma se siete alla ricerca di una mirrorless che possa fronteggiare le tenebre e – quindi – avere delle ottime performance in notturna, puntate su altri dispositivi con un sensore molto più ampio. Per tutto il resto, che siate foto amatori o veri e propri professionisti con un budget non troppo elevato,Panasonic Lumix G90 è la mirrorless che fa al caso vostro: riprese mozzafiato, ottima fedeltà cromatica e un software lodevole.