Fujifilm X-T30 è l’attuale proposta dell’azienda per il mercato delle mirrorless di fascia media che racchiude al suo interno le principali componenti di Fujifilm X-T3, mirrorless di fascia superiore. Il corpo macchina dalle dimensioni notevolmente ridotte si alleggerisce liberandosi del superfluo, diventando tascabile a tutti gli effetti. Sebbene l’ergonomia sia uno dei punti su cui Fujifilm abbia lavorato maggiormente, ho vissuto le settimane di prova con la paura costante di lasciarmi scivolare il dispositivo dalle mani (che tutto sono tranne che piccole). Non avendo bene a mente la tipologia di utilizzo a cui si presta questo dispositivo – o meglio – per comprendere fino a che limite potesse essere spinta una mirrorless come X-T30 ho deciso di abbinarla ad alcune ottiche molto differenti fra loro: un grandangolo, un tuttofare, una portrait e un teleobiettivo. Comunicarvi il risultato dell’esperimento all’esordio di questa recensione potrebbe in qualche modo creare in voi delle aspettative: per ora vi basti sapere che sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Scheda tecnica
Fujifilm X-T30 prende in eredità gran parte delle specifiche tecniche della sorella maggiore per renderle accessibili ad una fascia di prezzo – e di utenza – diversa rispetto a quella delle mirrorless professionali. Tra queste troviamo il sensore APS-C da 26,2 MP, il nuovo processore per l’elaborazione dell’immagine X-Processor 4 e il sistema di ghiere piuttosto generoso che mi avevano già colpito positivamente durante la prova di Fujifilm X-T3.
- Sensore: X-Trans CMOS 4 da 26,1 MP
- Processore d’immagine: X-Processor 4
- Gamma ISO: 80 – 51.200
- Raffica di scatti: 8 fps
- Autofocus: 425 punti AF
- Consumi: 380 scatti
- Connettività: Bluetooth, WiFi
- Display: 3″ LCD da 1.040.000 punti
- Mirino: 0,77x OLED da 2.360.000 punti
- Ottiche compatibili: Fujifilm X-Mount
- Peso: 383 g
- Dimensioni: 118 x 83 x 47 mm
Corpo ed ergonomia
Sin dal primo contatto le dimensioni tascabili di Fujifilm X-T30 mi hanno lasciato piuttosto perplesso. Nonostante preferisca lavorare con macchine e obiettivi compatti, la causa principale delle mie perplessità è stata l’incompatibilità della mia mano con l’impugnatura che mi ha portato spesso ad avvertire una mancanza di grip durante gli scatti. Tuttavia ho trovato geniale l’idea di introdurre delle caratteristiche da top di gamma in un corpo macchina leggero e compatto. Chiamatela strategia ma nella fascia media del mercato mirrorless un dispositivo come Fujifilm X-T30 mancava, ed è bene che ora sia in competizione con le più blasonate Panasonic e Sony. Il corpo macchina, compresa la scheda SD e la batteria, pesa appena 383 grammi e ha dimensioni di 118 x 83 x 47 mm. Trasportarla nello zaino quando si vuole viaggiare leggeri non è assolutamente un problema, soprattutto in abbinamento ad ottiche pancake o poco voluminose.
Nella parte superiore di Fujifilm X-T30 risiedono numerose ghiere per la regolazione dei parametri di scatto, come da tradizione dell’azienda nipponica. Partendo da sinistra troviamo la slitta per l’estrazione del flash, il selettore della modalità di scatto, la ghiera dei tempi, l’otturatore incastonato nella corona di accensione/spegnimento, un tasto Fn, la ghiera per la compensazione dell’esposizione ed un’ulteriore slitta per passare alla modalità completamente automatica.
La parte frontale di Fujifilm X-T30 è molto semplice e pulita, in cui alloggiano rispettivamente: una ghiera per la regolazione degli ISO, il LED per l’autofocus, il tasto di sgancio per l’ottica ed un selettore M/C/S per le modalità di messa a fuoco. L’elemento principale del frontale è il sensore X-Trans CMOS da 26,2 MP, con le stesse ottimizzazioni effettuate sulla sorella maggiore Fujifilm X-T3 in modo tale da raccogliere più luce.
Passando alla parte posteriore, Fujifilm X-T30 presenta una disposizione dei pulsanti piuttosto generosa: tasti cestino, galleria, MENU e BACK, tasto per cambiare le modalità di visualizzazione, tasti AE-L ed AF-L, tasto Q per accedere ad una sezione più dettagliata sui parametri di scatto, una ghiera per i tempi di scatto e un comodo joystick. Completano la dotazione il display LCD inclinabile in altezza e il mirino elettronico dotato di un oculare circolare che mi ha spesso affaticato dopo qualche minuto di utilizzo.
Nella parte laterale sinistra sono collocati un jack da 2,5 mm per il microfono e per il controllo remoto, una porta micro HDMI e una porta USB-C (un vero valore aggiunto per il mercato mirrorless di fascia media). Nella parte inferiore sono invece collocati l’incavo per la vite da 1/4, lo slot per la scheda SD e l’alloggiamento della batteria.
Controlli e funzionalità
Fujifilm X-T30 riesce a distinguersi dalla massa grazie a caratteristiche più ricercate che arrivano direttamente dalla fascia alta del mercato. Durante le settimane di prova ho riscontrato molti pregi e – ci tengo a sottolineare per il mio utilizzo e per le mie esigenze personali – un solo difetto: la qualità costruttiva è eccellente, i menu sono ben organizzati e grazie alle ghiere è molto semplice modificare i parametri di scatto on the go. Non è stato facile trovare un compromesso con l’impugnatura ma grazie alla comoda tracolla in dotazione ho scattato con molte meno preoccupazioni.
Autofocus
Il sistema di messa a fuoco automatica è uno dei punti di forza di Fujifilm X-T30. Merito dell’ottimizzazione svolta su X-Processor 4 e dei nuovi algoritmi implementati in primis su X-T3, l’autofocus è preciso e sempre pronto all’azione. Il rilevamento del volto diventa ancora più efficace se attivo il tracciamento degli occhi. Alle tre modalità AF – che possono essere impostate sia dal selettore che dall’apposito menu – se ne aggiunge una nuova chiamata All, in grado di sfruttare al meglio le tre precedenti (punto singolo, zona, wide o tracciamento). L’integrazione con il joystick permette di selezionare molto più facilmente i 425 punti AF che garantiscono una copertura del 100% del frame. Non bisogna dimenticare che Fujifilm X-T30 permette di mettere a fuoco in condizioni di scarsa luminosità fino a -3EV, rispetto ai -0,5EV della sua precorritrice (X-T20).
Autonomia
Leggeri miglioramenti anche sotto il punto di vista dell’autonomia: nonostante vengano utilizzate le stesse batterie di tipo NP-W126, Fujifilm X-T30 è in grado di garantire un’autonomia di 380 foto – 30 in più rispetto alla X-T20 – e circa 45 minuti di registrazione video 4K. I risultati sono piuttosto in linea con la concorrenza, tuttavia durante le giornate più intense potrebbero essere necessarie delle batterie di riserva. Contrariamente ad X-T3 e X-H1, Fujifilm X-T30 non prevede la compatibilità con alcun tipo di battery grip.
Durante il mio utilizzo non sono mai entrato in riserva grazie alla porta USB-C che mi ha permesso di caricare il dispositivo mentre ero in viaggio con una powerbank. Anche utilizzando la modalità BOOST, che aumenta il refresh rate del mirino e spinge al massimo le prestazioni di Fujifilm X-T30, non ho riscontrato cali di percentuale anomali o surriscaldamenti (sia in carica che in scarica).
Connettività
Ricordo ancora quando l’applicazione per il controllo remoto delle mirrorless Fujifilm era davvero molto dispersiva e poco intuitiva. Fortunatamente negli scorsi mesi l’applicazione Fujifilm Camera Remote è stata completamente ridisegnata e permette di trasferire foto e video sul proprio smartphone anche in automatico, con la sincronizzazione di data, ora e posizione in tempo reale. Fujifilm X-T30 è dunque dotata di modulo Bluetooth e WiFi, che cooperano per assicurare una trasmissione stabile e un accoppiamento rapido. Dal punto di vista delle porte troviamo un jack da 2,5 mm per telecomandi remoti o per il microfono, una porta micro HDMI e – inaspettatamente – una porta USB-C per la ricarica del dispositivo che funziona anche come uscita audio.
Display e mirino
Senza infamia e senza lode, il display touchscreen da 3″ di Fujifilm X-T30 è luminoso abbastanza da poter essere utilizzato sotto la luce diretta del sole. Con una risoluzione di 1.040.000 punti ed una riproduzione dei colori piuttosto fedele, lo schermo può essere regolato verso l’alto e verso il basso ma non orizzontalmente. Scelta più che accettabile, giustificata sia dal prezzo che dalla mancanza di un vertical grip per la ritrattistica.
Il mirino elettronico OLED ha invece una risoluzione di 2.360.000 punti ed offre un fattore d’ingrandimento di 0,77x. In questo caso non si tratta della stessa unità montata su Fujifilm X-T3, che invece vanta una risoluzione maggiore. Il sensore di prossimità è molto preciso e il passaggio da mirino a display e viceversa avviene in tempi molto ristretti. Ho riscontrato una oculare è invece molto piccolo e poco confortevole, almeno per il mio utilizzo.
Qualità delle immagini e delle riprese
Come già ribadito nell’introduzione, il primo contatto con Fujifilm X-T30 non è stato dei migliori. Dopo aver preso confidenza con la macchina e con il suo form factor sono rimasto in realtà stupito dalle grandi potenzialità di questa piccola mirrorless, tanto per fare un riferimento al titolo di questa recensione. Le immagini – che generalmente presentano un’ottima gestione dei colori – possono assumere significati importanti grazie alla modalità simulazione pellicola, dalla quale è possibile accedere a numerosi filtri che simulano la qualità e i colori delle famosissime pellicole Fujifilm. Tra quelle che ho utilizzato maggiormente ci sono: Provia, Velvia, Astia, Classic Chrome, Black & White.
Merito di un sensore luminoso e di numerose migliorie implementate al fine di garantire la stessa qualità di X-T3, la resa fotografica di Fujifilm X-T30 è più che sbalorditiva per una fotocamera mirrorless così piccola. La risposta al rumore digitale è più che soddisfacente, con scatti tranquillamente utilizzabili ad ISO 3200 ed ISO 6400. Salendo a valori maggiori inizia a comparire in foto una patina permanente, difficile da trattare in post produzione. È proprio in questi casi che, lasciando viaggiare la fantasia ed utilizzando un po’ di intuito, possono nascere degli scatti particolari: impossibile fare a meno della grana? Allora perché non provare a conferire alla foto un look vintage e senza tempo con le opportune simulazioni pellicola? D’altronde la vera natura di Fujifilm X-T30 è proprio questa, assieme alla street photography, alla fotografia paesaggistica e alla ritrattistica.
Ricordate l’esperimento di cui vi parlavo nell’introduzione? Ve lo spiego meglio: ho appositamente scelto di provare quattro ottiche molto diverse fra loro per capire in quali ambiti Fujifilm X-T30 potesse rendere maggiormente e quali fossero i suoi punti deboli. Il risultato? Si è comportata egregiamente con ciascuna di queste ottiche ed è uscita a testa alta dai generi fotografici a loro associati.
- FUJINON XF 16-55 mm f/2.8 R LM WR: una delle principali ottiche tuttofare proposte da Fujifilm. Per una mirrorless così piccola come Fujifilm X-T30 sarebbe stato più opportuno provare il classico 18-55 mm ma, avendolo già testato sulla sorella maggiore, ho voluto pensare in grande. Mi è stato molto utile durante i viaggi più leggeri permettendomi di lasciare a casa le restanti ottiche.
- FUJINON XF 16 mm f/1.4 R WR: un must per le riprese e per la paesaggistica. Ho utilizzato quest’ottica principalmente per quelle situazioni in cui un grandangolo molto luminoso può fare la differenza, come per l’astrofotografia, e per alcune scene di un cortometraggio che mi è stato commissionato.
- FUJINON XF 56 mm f/1.2 R: credo sia l’ottica che mi è piaciuta maggiormente, in quanto mi ha avvicinato al mondo della ritrattistica di oggetti e soggetti. C’è molto timore sulle ottiche a lunghezza focale fissa, perché si ritiene che possano restringere il campo d’azione di noi fotografi e fotoamatori. In realtà aiuta semplicemente a pensare in modo diverso e a catturare scatti secondo un’altra prospettiva.
- FUJINON XF 50-140 mm f/2.8 R LM OIS WR: sebbene non abbia uno zoom particolarmente spinto, questo teleobiettivo molto pregiato ha dalla sua la possibilità di mantenere un’ottima luminosità anche alla massima estensione. Mi sono molto divertito nel catturare le diverse fasi della luna ed ho avuto modo di testarlo in uno dei suoi veri campi, che è quello della fotografia naturalistica.
Al comparto fotografico impeccabile corrisponde una sezione video soddisfacente e molto interessante. Fujifilm X-T30 è in grado di registrare video in 4K a 30 fps in 4:2:2 a 10 bit se si utilizza un registratore esterno. In modalità 4K la fotocamera registra utilizzando una superficie del sensore pari a 6K che viene successivamente ricampionata in Ultra HD. Sfruttando l’oversampling è possibile estrarre delle riprese con una fedeltà cromatica maggiore e con un numero più vasto di dettagli. In modalità Full HD è possibile ottenere riprese a 60 fps o slow motion a 120 fps. Il sensore non è stabilizzato ma è possibile utilizzare un microfono esterno grazie al jack da 2,5 mm. Al più tradizionale profilo logaritmico F-Log si aggiunge la modalità Eterna/Cinema, una funzione molto utile – che riprende la filosofia delle simulazioni pellicola – per chi lavora spesso fuori casa e non può concentrarsi su una color correction perfetta.
Conclusioni
Esprimere un giudizio generale su Fujifilm X-T30 è stato davvero difficile. In questa fascia di prezzo non si trovano molte altre mirrorless con lo stesso cuore da top di gamma, soprattutto in relazione a sensore, autofocus e qualità costruttiva. Se siete alla ricerca di una mirrorless compatta da utilizzare principalmente per la fotografia senza doversi privare di qualche ripresa sporadica non procedete oltre, perché è il dispositivo che fa per voi. Stesso ragionamento se siete amanti della street photography o se cercate una fotocamera piccola e pronta all’uso, sia in ambito fotografico che cinematografico.
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