Sempre più spesso sentiamo nominare il termine ROM, e nella maggior parte dei casi tale termine è utilizzato in maniera errata. La sigla ROM, acronimo di Read Only Memory, viene da molti erroneamente utilizzata per riferirsi alla memoria interna di un dispositivo, e ciò che ancor di più incrementa questo problema è il fatto che tale termine viene utilizzato anche nelle grandi distribuzioni nella stessa accezione. In questo articolo viene quindi spiegata la differenza tra la ROM e la memoria interna di uno smartphone Android.
Memoria ROM
La ROM è una memoria presente all’interno del dispositivo posta in sola lettura (come suggerisce il nome del dispositivo): i dati al suo interno potranno essere letti senza possibilità di essere cancellati o modificati, tranne in alcuni casi ove è possibile forzare la scrittura di alcune celle.
Per quanto riguarda le schede madri per PC, la ROM identifica una memoria posizionata sulla scheda madre che conserva istruzioni molto importanti che non vengono mai o quasi modificate. Normalmente non è possibile scrivere in una memoria ROM (Read Only Memory) ma il dispositivo legge solamente i dati presenti in essa e li utilizza per il corretto funzionamento del computer.
Il termine ROM viene utilizzato solitamente come suffisso per riferirsi a quei dispositivi che permettono la sola lettura delle informazioni in esso memorizzate, come ad esempio CD-ROM, DVD-ROM, BD-ROM e così via.
Memoria interna
Per quanto riguarda la memoria interna, essa identifica la memoria presente all’interno del dispositivo utilizzata per la memorizzazione del sistema operativo, delle app e dei dati dell’utente. La memoria all’interno di uno smartphone è di tipo eMMC o UFS: tali memorie permettono di salvare i dati in forma non volatile, quindi, a differenza della memoria RAM (vi invito a leggere il nostro articolo sulle memorie RAM per saperne di più), i dati al loro interno vengono conservati anche quando la fonte di alimentazione viene meno (ad esempio quando spegniamo lo smartphone o la batteria si scarica completamente). La capacità di memorizzazione di alcuni smartphone (solamente per quelli compatibili) può essere estesa inserendo una scheda microSD nell’apposito slot (nell’articolo MicroSD 64GB: le migliori da comprare raccogliamo tutte le migliori MicroSD da 64GB presenti sul mercato).
La memoria interna di un tipico dispositivo Android è divisa in 6 partizioni quali:
- /boot
- /sistem
- /recovery
- /data
- /cache
- /misc
Per la scheda SD vengono utilizzate le due partizioni /sdcard e /sd-ext.
Nelle partizioni boot, system e recovery troviamo rispettivamente i file necessari per l’avvio del sistema operativo, il sistema operativo Android vero e proprio e la console di ripristino, e tali dati possono essere modificati solo successivamente allo sblocco del bootloader per poi procedere con il caricamento di una versione di Android alternativa (vi rimando all’articolo Bootloader: cos’è e a cosa serve per saperne di più).
La procedura di sblocco del bootloader può risultare utile quando ad esempio si utilizzasse una versione di Android ormai vecchia e il produttore dello smartphone non rilasciasse più aggiornamenti. In questo caso successivamente allo sblocco del bootloader si può scaricare una “custom ROM” (ovvero una versione differente e nuova del sistema operativo) ed installarla come nuovo sistema operativo all’interno della memoria interna. Possiamo notare che anche le stesse versioni personalizzate di Android vengono comunemente chiamate erroneamente ROM proprio perché vanno a sostituire quanto presente in una porzione della memoria interna generalmente ritenuta immodificabile.
ROM e memoria interna: differenze
Esistono profonde differenze tra ROM e memoria interna, e utilizzare i due termini riferendosi alla stessa cosa è un grande errore.
Molto probabilmente una causa della diffusione di questo errore è il fatto che il sistema operativo dello smartphone è caricato e salvato in una speciale parte della memoria interna che di norma non è accessibile alle app e all’utente. Il fatto che si tratti di un’area posta in sola lettura ha indotto molte persone, e purtroppo anche molte grandi aziende, ad utilizzare il termine ROM impropriamente, anche se di fatto tale area fa parte della memoria interna.
A volte per praticità si parla delle memorie di uno smartphone indicando “X” GB di RAM e “X” GB di ROM. Nella teoria ciò è assolutamente sbagliato, si dovrebbe dire “X” GB di RAM e “X” GB di memoria interna di cui “X” GB sono riservati al sistema operativo.
È importante sottolineare che negli smartphone Android le applicazioni installate possono salvare i loro dati sia sullo storage interno che in un eventuale storage esterno: i dati salvati nello storage interno risultano accessibili solamente dall’app che li ha creati mentre quelli conservati esternamente sono leggibili e sovrascrivibili da qualunque applicazione.
In sostanza:
- Per quanto riguarda gli smartphone viene indicata come ROM l’area di memoria riservata ad alcune partizioni del sistema impostate in modalità solo lettura;
- La memoria interna identifica lo spazio di cui possiamo usufruire per scaricare le applicazioni e salvare i nostri file, più spazio c’è più file possono essere caricati.
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