Un meccanismo comune a molte case produttrici è quello di focalizzare tutte le attenzioni sulla punta di diamante della propria gamma lasciando in disparte modelli intermedi pensati per le più disparate fasce di prezzo e di utenza. Nella roboante lotta alla supremazia, che prende atto a suon di schede tecniche, vengono vanificate tutte le esigenze della restante fetta di mercato che rimane, spesso, a bocca asciutta. Non tutti sono al corrente dell’esistenza di una serie “parallela” a quella che ha reso tanto iconica Panasonic, caratterizzata da un look retro e specifiche moderate. Panasonic Lumix GX9 è la mirrorless perfetta per chi è sempre in viaggio e per gli amanti della street photography, contraddistinta da uno stile curato e ricercato che congiunge il moderno al fascino vintage.
Scheda tecnica
Panasonic Lumix GX9 si colloca fra le mirrorless premium per la street photography e nasce come un aggiornamento di GX8 e GX80, da cui eredita le principali funzioni – come il mirino inclinabile verso l’alto – e ne aggiunge di nuove. Il sistema di doppia stabilizzazione a 5 assi Dual IS e la registrazione video in 4K rendono, a mio avviso, questa mirrorless una degna concorrente della più chiacchierata Sony α6100.
- Sensore: Micro 4/3 da 20,3 MP
- Processore d’immagine: Venus Engine
- Gamma ISO: 100 – 25600
- Raffica di scatti: 9 fps
- Autofocus: 49 punti AF
- Consumi: 260 scatti
- Display: 3″ LCD da 1.240.000 punti
- Mirino: 0,7x OLED da 2.760.000 punti
- Ottiche compatibili: MFT
- Peso: 407 g
- Dimensioni: 124 x 72 x 47 mm
Corpo ed ergonomia
L’aspetto di questa mirrorless si allontana dalle linee canoniche ispirate al mondo Reflex a favore di un iconico look retro con forti influenze minimaliste. Perfetta per essere trasportata in tasca o nella borsa, si fa veramente fatica a notare la Panasonic Lumix GX9 quando si è in giro. Complice il peso, di appena 407 grammi, e le dimensioni che superano di poco il palmo della mano, questa mirrorless passerà inosservata agli occhi di molti.
Lungo la parte superiore sono addensati i principali comandi di scatto: la ghiera per la compensazione dell’esposizione, il selettore della modalità di scatto, la leva di accensione, un tasto di scatto e uno per la registrazione, il flash a scomparsa, la slitta hot-shoe ed il mirino con sistema di inclinazione a 90 gradi. Nella parte frontale sono collocati il sensore Micro 4/3 da 20,3 MP, il tasto di sgancio per l’ottica ed in bella vista la serigrafia Lumix. L’impugnatura è leggermente sporgente, quanto basta per assicurarsi la fotocamera in mano ed evitare che possa cadere a terra, ma non mi ha mai trasmesso un senso di solidità e sicurezza. In compenso nella parte posteriore è presente una piccola prominenza pensata per ospitare il pollice migliorando il grip.
Arriviamo dunque alla parte posteriore, in cui fa capolino il display touchscreen da 3″ tilted (80 gradi verso l’alto e 45 gradi verso il basso). I pulsanti sono facili da raggiungere anche con una sola mano e non richiedono movimenti particolari.
Nella parte laterale destra sono collocate tramite uno sportellino a scomparsa le porte micro USB e micro HDMI. Il meccanismo a scatto con cui si accede alle porte è ben fatto e permette di accedervi facilmente quando si utilizza un rig.
Inferiormente risiedono l’innesto a vite da 1″ e lo slot per batteria e singola scheda SD. Una piccola porzione dell’alloggiamento può essere sollevata per verificare la presenza delle componenti al suo interno. Molto comoda per chi, come me, dimentica spesso le batterie in carica o la scheda SD!
Controlli e funzionalità
Diamo uno sguardo più da vicino a quelle che sono le principali funzionalità offerte da Panasonic Lumix GX9. Un passo in avanti rispetto alle precedenti generazioni con qualche dubbio sulle scelte fatte in fase di progettazione: all’introduzione della stabilizzazione a 5 assi si contrappone una durata della batteria dimezzata.
Autofocus
Panasonic Lumix GX9 sfrutta un sistema di messa a fuoco automatica a rilevamento di contrasto che si basa su 49 punti AF, distribuiti lungo un’ampia porzione dell’inquadratura. Le prestazioni generali rimangono fedeli a quanto visto su altre mirrorless con la stessa tecnologia DFD. Panasonic ha dimostrato grandi passi in avanti sulle ammiraglie del formato Micro 4/3 e sulla serie S e mi chiedo, dunque, quanto bisognerà aspettare per un sistema AF più rapido e preciso nelle restanti fasce di mercato. Rispetto alla concorrenza, infatti, il problema principale è la reattività. Molti altri produttori, tra cui Sony, hanno iniziato a migrare verso sistemi ibridi ed algoritmi AI molto efficaci. Fatte le dovute premesse, la GX9 non si comporta assolutamente male ma ha bisogno di qualche millisecondo in più rispetto alle sue concorrenti, soprattutto in abbinamento al tracking del volto.
Autonomia
Il difetto più evidente di Panasonic Lumix GX9 è l’autonomia. Rispetto al modello precedente – che garantiva circa 340 scatti – si scende drasticamente a 260 scatti. Complici il sistema di stabilizzazione e il nuovo hardware, addensato all’interno di un corpo macchina molto compatto, la durata della batteria è ai limiti della sufficienza. Fortunatamente è possibile ricaricare il dispositivo anche con una powerbank attraverso la porta microUSB e, tramite la modalità risparmio energetico, è possibile salire a circa 900 scatti. Detto in soldoni, la macchina entra in standby ogni qual volta verrà allontanato l’occhio dal mirino, ottimizzando i consumi.
Connettività
Nulla da eccepire sotto il punto di vista della connettività: Panasonic Lumix GX9 è dotata di moduli Wi-Fi e Bluetooth a basso impatto energetico che permettono di comunicare rapidamente con lo smartphone. Tramite l’applicazione Lumix Connect sarà possibile trasferire foto e video, aggiornare il dispositivo e controllare lo scatto da remoto. Una comoda alternativa al telecomando che, su questa mirrorless, non può essere collegato per via dell’assenza dell’ingresso da 2,5 mm. Altra grave mancanza rispetto alla GX8 è l’assenza del jack per il microfono: GX9 è perfetta per i content creator meno esigenti e l’ingresso da 3,5 mm avrebbe fatto gola a molti. Non mancano, come già anticipato, la porta microUSB e la porta microHDMI.
Display e mirino
Il mirino di Panasonic Lumix GX9 è uno dei tratti distintivi di questa mirrorless: il sistema di inclinazione verso l’alto può sembrare un po’ controverso all’inizio, ma una volta fatta l’abitudine si rivela davvero comodo. A tal proposito, è molto comodo da usare – anche quando si indossano gli occhiali – ed il sensore di prossimità è molto reattivo. Il pannello sfrutta la tecnologia OLED ed ha una risoluzione di 2.760.000 punti.
Il display LCD da 3″ tilted non ha particolari tratti distintivi, ha una risoluzione di 1.240.000 punti, il touchscreen è molto reattivo e si vede bene sotto la luce del sole. Avrei preferito un display ribaltabile per un miglior utilizzo della modalità video.
Qualità delle immagini e delle riprese
La qualità delle immagini catturate da Panasonic Lumix GX9 è notevole: di giorno spiccano la fedeltà cromatica e il livello di dettagli, merito del sensore Micro 4/3 da 20,3 MP a cui è stato rimosso il filtro low-pass. Non posso dire, purtroppo, lo stesso al calar del sole. Un limite comune a molte mirrorless con sensore ridotto è il drastico calo di prestazioni in condizioni di illuminazione scarsa o sfavorevole. Anche Lumix GX9 – come altri dispositivi della famiglia – non è perfettamente a suo agio nelle ore di buio e si corre il rischio di portarsi a casa acquerelli di Cézanne. In molte di queste situazioni il sistema di stabilizzazione a 5 assi Dual IS ha un ruolo fondamentale e permette lo scatto a mano libera anche a velocità dell’otturatore più lente. In ambito video, la stabilizzazione è molto efficace e può essere ulteriormente migliorata con l’ausilio dell’elettronica.
Una delle novità più interessanti riguarda l’introduzione della modalità POST FOCUS, in cui viene catturata una serie di scatti con differenti condizioni di fuoco permettendo di scegliere lo scatto migliore anche dopo lo scatto. Le raffiche sono ferme a 6 fps con AF continuo e possono spingersi a 9 fps se il fuoco rimane fermo sul primo fotogramma. Sebbene la fotografia sportiva – e più in generale di soggetti in movimento – non siano il principale ambito operativo di GX9, questa può contare sulla modalità 4K PHOTO che permette di catturare una raffica di scatti a 30 fps eseguendo un crop.
Panasonic Lumix GX9 è in grado di registrare video in 4K a 30p o in Full HD a 60p. Il sistema di messa a fuoco è lo stesso a rilevamento di contrasto ma non copre l’intera larghezza di sensore. In 4K le riprese subiscono un crop dell’inquadratura di 1,26x. Se la stabilizzazione delle riprese a 5 assi fosse stata affiancata da uno schermo articolabile e dall’ingresso per il microfono, questa mirrorless sarebbe stata perfetta per i vlog.
Conclusioni
Panasonic GX9 è una delle migliori mirrorless dalle dimensioni compatte attualmente disponibili sul mercato, fortemente indicata per gli amanti della street-photography e per chi ama viaggiare leggero. Segna indubbiamente un passo in avanti rispetto a GX8 e GX80 ma alcune scelte sono state fin troppo radicali: vengono abbandonati l’ingresso per il microfono e la tropicalizzazione del corpo macchina; inoltre la durata della batteria è stata quasi dimezzata. Il passaggio a GX9 non ha molto senso se si proviene da un altro dispositivo Micro 4/3 dell’azienda ma è particolarmente indicato a chi cerca un dispositivo intuitivo e facile da usare. Penso, ad esempio, al neofita che vuole sperimentare nuovi generi, a chi vuole fare un upgrade senza abbandonare la comodità di una compatta e – più in generale – a chiunque abbia voglia di aprire le porte alla creatività.