Affinché un frutto giunga a maturazione occorre seguirlo con attenzione dalla semina alla raccolta. La serie X-T di Fujifilm ha radici ormai salde nel mondo mirrorless e con la X-T4 giunge all’apice di un percorso di crescita che la vede protagonista sin dal lontano 2014. Questa volta non ho alcun dubbio: Fujifilm X-T4 è la miglior mirrorless APS-C del 2020. Un anno particolarmente delicato, costellato di evenienze che hanno inevitabilmente alterato il nostro modus vivendi.
Sebbene il periodo non sia stato particolarmente d’aiuto, l’azienda nipponica ha collezionato ammonimenti ed esortazioni di utenti ed appassionati mettendo a punto una versione migliorativa della sua X-T3 – di cui vi ho già raccontato nella recensione dello scorso anno – con cui condivide gran parte dell’hardware. Partiamo quindi alla scoperta della nuova Fujifilm X-T4, una delle migliori fotocamere sotto i €2000.
Scheda tecnica
Messe a confronto, Fujifilm X-T4 e la sua predecessora sono pressoché identiche, sia all’interno che all’esterno. Per poter apprezzare il miglioramento – a tratti radicale – della nuova mirrorless APS-C di Fujifilm occorre distaccarsi dalle apparenze: sono molti gli elementi a rimanere invariati – tra cui il sensore APS-C da 26,1 MP – ma questa volta vengono affiancati da un hardware più maturo e completo. Per la prima volta sulla serie X-T viene introdotta l’IBIS (In Body Image Stabilization), ossia un sistema di stabilizzazione interno del sensore in grado di compensare fino a 6,5 stop. Dopo un timido approccio sulla X-H1, Fujifilm è riuscita ad introdurre un ottimo stabilizzatore senza inficiare sul form factor di X-T4. Il segreto per mantenere dimensioni e peso inalterati – o quasi (circa 70g in più e qualche centimetro di spessore) – è stato l’impiego di un sistema elettromagnetico, più compatto e leggero rispetto a quello elettromeccanico precedentemente impiegato.
Un altro grande passo in avanti – per la gioia di noi utenti – è rappresentato dal display Vari-Angle, ossia completamente articolabile e “riponibile” per un’esperienza di scatto simile a quella dell’iconica Fujifilm X-Pro 3. Chiude il cerchio delle novità più evidenti la nuova batteria NP-W235 che abbatte la soglia dei 500 scatti con una sola carica.
Come avrò modo di ribadire nel corso di questa recensione, Fujifilm X-T4 è una versione migliorativa di X-T3 (che ora diventa ancora più interessante con uno street-price di circa €1000) che va a colmare tutte le principali lacune emerse lo scorso anno, lustrata più del dovuto a tal punto da lasciar spazio ad alcuni interrogativi. Prima di tutto, però, facciamo un piccolo recap delle principali caratteristiche tecniche di Fujifilm X-T4:
- Sensore: BSI X-Trans CMOS 4 APS-C da 26,1 MP
- Processore d’immagine: X-Processor 4
- Gamma ISO: 80 – 51200
- Raffica di scatti: 20 fps
- Autofocus: 425 aree AF
- Consumi: 500 scatti
- Connettività: Bluetooth, Wi-Fi
- Display: 3″ LCD da 1.620.000 punti
- Mirino: 0,75x OLED da 3.680.000 punti
- Ottiche compatibili: X-Mount
- Peso: 607 g
- Dimensioni: 135 x 93 x 64 mm
Corpo ed ergonomia
Fujifilm X-T4 si fa promotrice dell’inconfondibile contrasto tra analogico e digitale mantenendo inalterato il design che accompagna la serie mirrorless da ormai molti anni. Stando alle dichiarazioni dell’azienda nipponica lo scorso anno non è stato possibile implementare lo stabilizzatore sul sensore per questioni di ingombro. Bisogna ammettere che su Fujifilm X-T4 è stato svolto un lavoro di ottimizzazione degli spazi non indifferente, poiché l’introduzione dell’IBIS ha comportato un leggero aumento di peso (circa 70 grammi) per un totale di 607 grammi e non ha stravolto il form-factor della macchina, che risulta essere solo più spessa. L’aumento di volume è correlato ad un miglioramento dell’impugnatura, con una prominenza accettabile ma che non conferisce lo stesso livello di comodità e sicurezza di X-H1 e della serie GFX (Medio Formato).
Squadra che vince non si cambia: la disposizione di ghiere e pulsanti resta invariata dalla precedente generazione, eccezion fatta per alcuni riposizionamenti ed un’aggiunta molto gradita. Partendo dalla parte superiore, a sinistra, troviamo la ghiera ISO che mette a disposizione tutte le sensibilità native (fino a 12.800) oltre alla modalità A (automatica) e alla modalità C, in cui è possibile impostare manualmente la sensibilità (fino a 51.200). Tra la ghiera per la regolazione diottrica ed il pulsante per lo switch tra mirino e display troviamo l’hot shoe, dove è possibile utilizzare accessori aggiuntivi come il flash EF-X8 che quest’anno non è più presente in confezione. Il cambiamento più evidente riguarda lo spostamento del tasto Fn in prossimità dell’otturatore, rendendolo più facile da raggiungere, restano invece invariate le ghiere dei tempi e dell’esposizione.
Fujifilm X-T4 è per definizione una mirrorless ibrida orientata tanto al fermo immagine quanto alle riprese. Per facilitare il passaggio da una modalità all’altra, mantenendo invariate sia le impostazioni che i menu, era inderogabile l’introduzione di un selettore meccanico per le modalità Still / Movie, collocato sotto la ghiera dei tempi di scatto.
Per ciò che concerne la parte frontale, se non fosse per la serigrafia e per l’impugnatura più sporgente, sarebbe quasi impossibile scorgere le differenze tra X-T4 e il modello precedente. Dall’alto verso il basso troviamo: la luce per la messa a fuoco, una ghiera secondaria, un tasto funzione programmabile, il connettore PC Sync, il tasto di sgancio dell’ottica e il selettore della modalità di messa a fuoco (M / C / S) che, ancora una volta, si trova a mio avviso in una posizione molto scomoda da raggiungere.
Il vero protagonista della parte posteriore è il nuovo display Vari-Angle, completamente articolato e richiudibile verso l’interno per una maggiore protezione dello schermo. Si tratta di una novità tanto attesa, sia in termini di versatilità che di solidità: il precedente meccanismo inclinabile era molto fragile, oltre che proibitivo. Anche al mirino elettronico sono state riservate particolari attenzioni, ma ci torneremo quando ve ne parlerò in maniera più approfondita nei prossimi paragrafi. Anche in questo caso si assiste ad una leggera riorganizzazione dei comandi: viene introdotto il pulsante AF-ON, affiancato dal tasto Q, mentre il tasto AF-L chiude il cerchio leggermente più in basso. Inoltre è possibile accedere direttamente alla modalità HDR senza il rischio di perdersi tra i menu, che restano indiscutibilmente fra i migliori in termini di organizzazione delle voci.
Le parti laterali sono dedicate all’I/O. Sulla destra troviamo il doppio slot per schede SD di tipo UHS-II, gestite in maniera impeccabile con la possibilità di effettuare svariate operazioni di backup e salvataggio. Sulla sinistra invece sono presenti due sportellini che – per garantire la corretta tropicalizzazione del corpo macchina – vengono mantenuti saldi da delle giunture in gomma che personalmente non amo. Al loro interno si celano il jack per il microfono e per il controllo remoto, una porta microHDMI ed una porta USB-C che funge anche da uscita audio. Non temete: in confezione è già presente un adattatore, ma si tratta pur sempre di una eccedenza che potrebbe creare qualche problema sul set.
Controlli e funzionalità
Diamo uno sguardo più da vicino a quelle che sono le principali funzioni di Fujifilm X-T4, un’atleta di decathlon che eccelle in qualsiasi condizione di scatto grazie ad una versatilità senza paragoni conferita dalla sua natura ibrida.
Autofocus
Perché cambiare qualcosa che – di base – funziona già bene? Fujifilm ha pensato bene di migliorare il sistema AF introdotto sulle mirrorless dello scorso anno, implementando nuovi algoritmi che hanno dell’impressionante. Principalmente su Fujifilm X-T4 assistiamo ad un aumento della reattività – con tempi di risposta di appena 0,02 secondi – e della precisione. Nel primo caso posso assicurarvi che questa X-T4 è una scheggia, anche al buio, dove può funzionare fino a -6EV. Il tutto dipende anche dall’ottica che andate ad abbinare, ad esempio il mio tanto amato 56 mm f/1.2 richiede qualche millisecondo in più rispetto al 16-80 mm. Nel secondo caso occorre scendere un po’ più nello specifico: i principali miglioramenti riguardano il tracking dell’occhio e quindi dei soggetti in movimento. Sebbene i miglioramenti siano tangibili, con una probabilità elevatissima di portarsi a casa uno scatto perfettamente a fuoco, non vi nego che durante qualche sessione di street o product photography la X-T4 ha rilevato volti che in realtà non erano presenti nell’inquadratura. C’è, quindi, ancora da lavorare sull’algoritmo di tracking e mi aspetto che con i prossimi aggiornamenti del firmware si possa rasentare la perfezione.
Display e mirino
Per la prima volta su una mirrorless Fujifilm si assiste all’introduzione dello schermo completamente articolato. Nella fattispecie il nuovo display migliora sia in termini di robustezza – con un sistema molto più sicuro rispetto a quello di X-T3 – che di qualità dell’immagine passando ad una risoluzione di 1.630.000 punti. Grazie al nuovo schermo Vari-Angle sono riuscito ad eseguire operazioni di riprese ‘in solitario’ che altrimenti avrebbero richiesto l’ausilio di un pannello esterno. Molto comoda la possibilità di richiudere lo schermo verso l’interno per prevenire la comparsa di graffi e polvere.
Il mirino elettronico OLED con risoluzione da 3.680.000 punti può finalmente fare affidamento su un oculare grande e comodo. Questa versione rivisitata integra tre diverse modalità di funzionamento: priorità bassa luminosità (adatta la luminosità del mirino per mettere in evidenza i soggetti in penombra), priorità risoluzione (migliora la visualizzazione dei dettagli) e priorità frequenza (aumenta la frequenza di aggiornamento del mirino).
Autonomia
Tutta questione di volumi: non solo l’impugnatura è stata resa più sporgente per far fronte all’aumento di profondità dovuto all’introduzione dello stabilizzatore, migliorandone anche il grip, ma ora al suo interno ospita la nuova batteria NP-W235 da 16 Wh che ne raddoppia l’autonomia. Uno degli aspetti che meno mi aveva convinto di Fujifilm X-T3 era proprio la durata della batteria, ai limiti della sufficienza, motivo per cui durante i tragitti più lunghi avevo sempre con me una powerbank per la ricarica. Con un’autonomia di oltre 500 scatti la nuova Fujifilm X-T4 sarebbe stata la mirrorless perfetta per viaggi e spedizioni, tuttavia l’assenza di un caricabatterie rallenta i preparativi in quanto è possibile ricaricare una batteria per volta all’interno della macchina tramite un semplice adattatore da muro. E qui sorge un grande interrogativo: se si devono ricaricare più batterie? In tal caso occorre armarsi di tanta pazienza – relativamente perché la ricarica è abbastanza rapida – oppure investire nel nuovo caricatore doppio BC-W235 che permette di caricarne due per volta.
Potrebbe sembrarvi che la mia sia un’osservazione abbastanza marginale, ma pensate a quanto sia pericoloso lasciare la X-T4 penzolante in carica: una caduta, anche ridicola, potrebbe essere fatale. Con un caricabatterie ci sarebbero state meno preoccupazioni.
Connettività
Fujifilm X-T4 è una mirrorless sempre connessa che può contare su Wi-Fi e Bluetooth per comunicare al meglio con lo smartphone. Tramite l’applicazione Camera Remote è possibile controllare lo scatto da remoto, intervenire su tutti i parametri di scatto (anche in modalità video) e trasferire foto e video sul proprio device. Anche gli aggiornamenti del firmware vengono notificati e gestiti dall’app che – una volta scaricato il pacchetto – dà il via all’installazione sulla macchina. Manca l’uscita audio e, proprio come sugli smartphone di ultima generazione, bisogna ricorrere ad un adattatore USB-C che fortunatamente è fornito in confezione. Se nel mondo smartphone è possibile correre ai ripari con delle cuffie wireless, la soluzione non è altrettanto efficace e professionale su X-T4 per via di numerose problematiche relative alla latenza e alla qualità del monitoraggio.
Fujifilm ha pensato anche a chi possiede dispositivi poco prestanti o con qualche anno alle spalle: collegando la X-T4 al proprio computer e configurandola con il programma Fujifilm X-Raw Studio è possibile sfruttare la potenza di calcolo del suo processore quad core per aiutare – simbolicamente – il pc nella fase di post-produzione. Si tratta di una feature interessante oltre che un modo piuttosto carino e cortese per ricordarvi di aggiornare l’hardware della vostra macchina da lavoro (tanto per scherzare).
Qualità delle immagini e delle riprese
Fujifilm X-T4 integra un sensore X-Trans CMOS 4 da 26,1 MP in formato APS-C, per farla breve lo stesso utilizzato su X-T3. Questione di pigrizia o cupidigia? Nessuna delle due, condivido la strategia del “riutilizzo” messa in atto da Fujifilm perché l’anno scorso ha introdotto sul mercato un sensore che funzionava già molto bene e che ora può essere sfruttato al massimo delle sue capacità. Lo sviluppo di un nuovo sensore – magari più risoluto seguendo la strada solcata dai competitor – non avrebbe richiesto particolari sforzi per il team di sviluppo, in termini di concretizzazione, ma riflettiamoci un attimino: una maggiore densità di pixel o una conformazione diversa avrebbe portato alla luce nuovi fattori da tenere in considerazione e su cui concentrare i lavori – come il rumore digitale – rallentando difatti l’evoluzione del dispositivo. Restando nella sua comfort zone Fujifilm ha introdotto lo stabilizzatore, un’elettronica tutta nuova per la gestione delle immagini e piccole chicche – come il display articolato – per essere più user-friendly.
Dati e specifiche tecniche diventano però marginali quando si inizia a scattare: è qui che entra in gioco la colorimetria di Fujifilm e le sue fantastiche simulazioni pellicola. Questo ponte tra analogico e digitale, in grado di portare il look senza tempo delle pellicole Fujifilm su un dispositivo così moderno ed avanzato, contribuisce a rendere unica l’esperienza di scatto restituendo delle immagini “già confezionate”. Non solo JPEG, ma anche RAW: in Lightroom, Capture One o programmi analoghi è possibile gestire le simulazioni pellicola dopo lo scatto, scegliendo quella che più gli si addice. Su questo versante Fuifilm X-T4 introduce la nuova simulazione ETERNA Bleach Bypass, sviluppata sulla base di una saturazione quasi assente e che va a restringere la gamma dinamica dello scatto per un tono duro, serio e che – nonostante i colori – possa avvicinarsi a quello del bianco e nero. Tanto per fare un piccolo collegamento al passato: nel mondo dell’analogico il bleach bypass consisteva – come da nome – nel bypass della fase di rimozione dell’alogenuro d’argento durante lo sviluppo, ossia della fase di “sbiancamento”.
Malgrado le differenze non particolarmente marcate con X-T3, le immagini prodotte dalla Fujifilm X-T4 sono ricche di dettaglio ed hanno tonalità cromatiche inconfondibili. Dopo circa un mese in sua compagnia posso assicurarvi che riconoscerei uno scatto di X-T4 (a meno che non venga devastato in post-produzione) tra altri mille, ragion per cui a mio avviso si tratta di una macchina unica nel suo genere. Gestito in maniera eccellente anche il rumore e, quando la sua comparsa è inevitabile, viene trasformato in un pattern piuttosto gradevole. Detto tra noi, se sapete come riciclarlo non perderete lo scatto.
Il nuovo otturatore permette di spingere le raffiche di scatto a 15 fps (in maniera meccanica), è più silenzioso ed ha un decorso di 300.000 cicli, il doppio rispetto ad X-T3. Per i più esigenti – tra cui i fotografi sportivi e naturalistici – è previsto un crop di circa 1,29x per spingersi a raffiche di 30 fps tramite otturatore elettronico.
L’introduzione dell’IBIS ha giocato un ruolo fondamentale per quanto riguarda il comparto video di X-T4, che continua ad arricchirsi di novità arrivando ai vertici della classifica. Permette di registrare video in 4K a 60 fps, sia in 16:9 che nel formato più esteso DCI (17:9) con un bitrate massimo di 400 Mbps. Sono presenti diversi codec per la memorizzazione video, tra cui l’HEVC che permette di arrivare al 4:2:0 10 bit interno, e compressione Long GOP / All-Intra. Tramite uscita HDMI è infine possibile raggiungere il 4:2:2 10 bit. La modalità High Speed ora può spingersi fino a 240 fps in 1080p eseguendo un crop dell’inquadratura di 1,29x o interessare l’intera superficie scendendo a 120 fps. Ai controlli più tradizionali come focus peaking e timecode si aggiunge una novità molto gradita che è quello dello Zebra pattern, fondamentale quando si gira in F-Log che ora si arricchisce del View Assist, ossia un sistema che permette di applicare la curva BT-709 al log della camera per verificarne la corretta esposizione. Vi ricordo anche che – grazie all’introduzione del nuovo selettore Still / Movie – le impostazioni settate per il video rimangono per il video e non vanno ad intaccare in alcun modo la modalità fermo immagine.
Il nuovo Fujinon XF 16-80mm f/4 R OIS WR
Fujifilm X-T4 viene affiancata in kit dal nuovo XF 16-80 mm f/4 OIS WR, un obiettivo zoom molto versatile con una lunghezza focale equivalente di 24-120 mm. Un range molto ampio che farà gola agli amanti della paesaggistica e – più in generale – a chi vuole affidarsi ad una singola lente tuttofare. Le ottiche Fujinon si contraddistinguono per una qualità costruttiva senza rivali, ed anche in questo caso il 16-80 è ben realizzato e molto solido. Principalmente ricoperto in plastica con inserti in alluminio, è resistente alle intemperie ed ha un peso di circa 440 grammi. Le linee e la colorazione si abbinano perfettamente al look vintage delle mirrorless Fujifilm, X-T4 compresa, e gli slider sono morbidi permettendo di eseguire movimenti fluidi e senza scatti.
Dando uno sguardo al suo interno, l’ottica è realizzata da 16 elementi in 12 gruppi, tra cui 3 Aspheric ed 1 ED (Extra-Low Dispersion), mentre il diaframma comprende 9 lame per un bokeh più preciso. All’esterno è possibile montare filtri aventi diametro di 72 mm. Si tratta ovviamente di una lente stabilizzata fino a 6 stop che, in abbinamento all’IBIS di X-T4, si comporta egregiamente. Il nuovo 16-80 di Fujifilm è quindi una di quelle lenti che vorreste sempre con voi, l’ampia gamma focale può rivelarsi molto utile in diverse condizioni di scatto e la resistenza alle intemperie permette di scattare anche sotto una leggera pioggia.
Conclusioni
Raccogliere tutti i pensieri e tutte le emozioni che ho provato con Fujifilm X-T4 è molto difficile. A maggior ragione se potrebbe trattarsi del mio prossimo dispositivo principale, con cui ci ho fatto davvero di tutto: paesaggistica, ritratti, astrofotografia, product-photography e video. In tutti questi ambiti – così diversi ed eterogenei fra loro – non ha mai sbagliato un colpo. Fujifilm X-T4 è una mirrorless che eccelle in tutto e che, per questo motivo, può mettere in seria difficoltà la concorrenza Full Frame e merita di essere la miglior mirrorless APS-C della fascia alta. Fujifilm X-T4 è acquistabile ad un prezzo di listino di €1.829,99 solo corpo, che sale a €2.239,99 con ottica kit XF 18-55 mm f/2.8-4 e a €2.339,00 con ottica kit XF 16-80 mm f/4. Chi non ha particolari esigenze, un budget ristretto o è semplicemente legato al fermo immagine può benissimo fare affidamento sulla X-T3, che ora scende ad un prezzo molto interessante che si aggira attorno ai €1000.
Dubbi o problemi? Vi aiutiamo noi
Puoi scoprire contenuti esclusivi ed ottenere supporto seguendo i canali Youtube, TikTok o Instagram del nostro fondatore Gaetano Abatemarco. Se hai Telegram vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.