Mi ha da sempre affascinato il modo in cui Canon EOS R è arrivata sul mercato: quasi in punta di piedi, senza alcuna pretesa di superiorità verso le concorrenti, ma con il grande compito di solcare un sentiero tutto nuovo per il produttore nipponico. Una mirrorless apripista, dunque, che ha permesso a Canon di conoscere in maniera più approfondita un territorio sconosciuto per rendere impeccabile il lancio delle (vere) top di gamma, che abbiamo visto essere EOS R5 ed R6. Negli ultimi due anni ho ascoltato pareri fortemente contrastanti sulla EOS R e sono arrivato ad una conclusione drastica: o la si ama, o la si odia. Vi anticipo subito che questa sarà una recensione diversa dal solito, fuori da ogni convenzione e vincolo temporale, che nasce da un interrogativo importante: Canon EOS R ha senso nel 2020?
Specifiche tecniche
La prima mirrorless a montare il nuovo innesto RF-Mount ripropone lo stesso sensore Full Frame da 30,3 MP di EOS 5D Mark IV – di cui essenzialmente vuole proporre una versione senza specchio – abbinato ad un sistema di messa a fuoco Dual Pixel CMOS completamente rivisitato e all’ottimo processore d’immagine DIGIC 8. Tra gli aspetti che al lancio avevano meno convinto gli utenti c’erano proprio l’autofocus ed il comparto video, ma con l’arrivo del firmware v1.6 – rilasciato verso la fine del 2019 – e delle versioni successive (l’ultima risale a novembre 2020) Canon è riuscita a migliorare notevolmente la situazione. Completano la dotazione un display articolato, un mirino elettronico OLED ad alta risoluzione ed una serie di comandi tutti nuovi riservati alle ottiche RF. Prima di procedere vediamo a grandi linee le principali caratteristiche tecniche di Canon EOS R:
- Sensore: CMOS Full Frame da 30,3 MP
- Processore d’immagine: DIGIC 8
- Gamma ISO: 100 – 40.000 (50 – 102.400 estesa)
- Raffica di scatti: 8 fps (5 fps con Ai-Servo)
- Autofocus: 5655 Aree AF (Dual Pixel CMOS)
- Consumi: 370 scatti
- Connettività: Bluetooth, WiFi
- Display: 3″ LCD da 2.100.000 punti
- Mirino: 0,76x OLED da 3.690.000 punti
- Ottiche compatibili: Ottiche RF (EF/EF-S tramite adattatore)
- Peso: 660 g
- Dimensioni: 136 x 98 x 84 mm
Corpo ed ergonomia
Le linee moderne della nuova serie EOS R si contraddistinguono per tratti decisi ed un corpo più affusolato, ma non dimenticano l’estetica classica che per decenni ha accompagnato le reflex Canon. L’impugnatura è sporgente a tal punto da conferire una presa salda in qualsiasi condizione di scatto, nel mio caso le dita assumono una posizione abbastanza naturale non affaticando di conseguenza l’intera mano. Il corpo macchina – realizzato quasi completamente in lega di magnesio – è tropicalizzato, pesa circa 660 grammi ed è pensato per sopravvivere alle condizioni di scatto più avverse. A tal proposito Canon ha specificato che il corpo rispetta gli stessi standard di robustezza di EOS 6D Mark II. L’ergonomia è senz’ombra di dubbio uno dei punti di forza di questa mirrorless, armoniosa ed equilibrata anche quando si utilizzano ottiche molto grandi e pesanti, come ad esempio l’RF 24-105 mm f/4 L IS USM fornitami in prova. A tal proposito, le nuove ottiche RF introducono una ghiera multifunzione personalizzabile tramite i menu. Davvero una bella trovata per ottimizzare i tempi!
Tra i principali comandi che caratterizzano la parte superiore di Canon EOS R troviamo la leva di accensione, con un design che si uniforma a quello delle restanti ghiere, la slitta hot-shoe, il display secondario (con tasto per la retroilluminazione), il tasto di registrazione, due ghiere per la regolazione di tempi e apertura, il tasto di scatto ed il pulsante M-Fn. Si tratta di un piccolo pulsante che, una volta cliccato, permette di gestire numerose impostazioni aggiuntive.
Per proteggere il sensore da polvere ed agenti esterni, Canon EOS R integra un sistema che permette di abbassare la tendina dell’otturatore allo spegnimento del dispositivo o quando si cambia lente. Il nuovo innesto RF mantiene lo stesso diametro da 54 mm del precedente EF, ma riduce notevolmente la distanza dalla flangia, passando da 44 mm a 20 mm, permettendo la realizzazione di lenti più performanti e resistenti. All’interno del nuovo innesto troviamo una connessione a 12 pin che permette una comunicazione più rapida tra la fotocamera e le lenti. Completano il frontale: la serigrafia Canon EOS R, l’ampio tasto di sgancio dell’ottica, il LED per l’autofocus ed un sistema di microfoni.
La parte posteriore è quella che meno risente del salto generazionale, ma è anche la zona in cui Canon ha più azzardato: la collocazione dei pulsanti resta pressoché invariata, eccezion fatta per la nuova M-Fn Bar che rappresenta un sistema di controllo tutto nuovo basato su swipe e tocchi e che prova a rimediare all’assenza del joystick. Personalmente ho impostato la touchbar per la selezione dei valori ISO e mi ci sono trovato benissimo: addirittura più rapida ed intuitiva rispetto alla ghiera multifunzione dell’ottica e con un sistema di blocco che previene tocchi non voluti. Il display articolato ed il mirino elettronico restano una conferma in termini di robustezza.
Nella parte laterale destra è presente il (discutibile) singolo slot per scheda SD, mentre nella parte sinistra troviamo una ricca dotazione di porte. In basso risiede, infine, l’alloggiamento per la batteria ed una serie di pin per il collegamento con il battery grip.
Controlli e funzionalità
Andiamo ad osservare più da vicino le funzionalità di Canon EOS R, ed in particolare come sono cambiate in questi ultimi mesi con il susseguirsi di numerosi aggiornamenti firmware. Nel complesso ho trovato un dispositivo molto più maturo rispetto a come mi è stato raccontato, che non ha nulla da invidiare – per il fermo immagine – alle altre top di gamma.
Autofocus
Uno dei principali punti di forza di Canon EOS R, che inizialmente ha rappresentato una debolezza, è il sistema di messa a fuoco automatica, basato sul rinomato Dual Pixel CMOS AF che assicura prestazioni da vera top di gamma. Il sistema implementato su EOS R è caratterizzato da 5655 aree che coprono quasi interamente la superficie del sensore (il 100% dell’area verticale inquadrata e l’88% dell’area orizzontale). Le impostazioni relative all’autofocus si regolano facilmente dal Quick Menu, dove è possibile scegliere fra le diverse aree/zone di messa a fuoco e se passare alla modalità Servo (ossia all’AF continuo). Nel complesso sono rimasto molto soddisfatto dalle prestazioni dell’autofocus, sempre preciso ed affidabile anche nelle situazioni più complesse (dove però richiede qualche secondo in più). Per gli utenti più esigenti è possibile regolare ulteriori impostazioni relative alla messa fuoco automatica dal menu C-Fn II dove, ad esempio, è possibile scegliere se preferire passaggi morbidi o rapidi da un soggetto all’altro. Mi sembra doveroso aprire una piccola parentesi sul sistema di riconoscimento dei volti di Canon EOS R, fortemente attaccato all’esordio e notevolmente migliorato grazie al supporto di diversi aggiornamenti firmware (al momento della prova è l’1.8.0).
Display e mirino
Il display LCD da 3″ si rivela una grande conferma – resistente e versatile proprio come sulle reflex – e mi ha permesso di eseguire operazioni di ripresa in solitario. Lo caratterizzano una diagonale da 3 pollici ed una risoluzione da 2.1 milioni di punti, il touch screen è molto reattivo e sopperisce (parzialmente) alla mancanza di un joystick.
Uno degli aspetti che più mi aveva lasciato l’amaro in bocca della sorella minore EOS RP era la collocazione, quasi a filo con la scocca, del mirino elettronico OLED per ridurre l’ingombro. Fortunatamente su EOS R troviamo un’unità decisamente più sporgente e comoda, con un sensore di prossimità collocato in basso e non lateralmente che non registra avvicinamento (o allontanamenti) anomali. Si tratta di un ottimo pannello che dispone di una risoluzione di 3.69 milioni di punti e fattore d’ingrandimento di 0,76x.
Autonomia
Buona, ma non molto sopra la sufficienza, la durata della batteria. Canon EOS R dispone di una batteria LP-E6N da 1800 mAh che può garantire una media abbastanza affidabile di circa 370 scatti. Durante le settimane di test sono riuscito a portare a casa circa 400 scatti con una singola carica, e con la carica successiva circa 4 ore di girato in 1080p (con diverse interruzioni). La batteria utilizzata dalla EOS R è la stessa impiegata dalle ammiraglie reflex, con la differenza che può essere ricaricata in-camera attraverso la porta USB-C (il nuovo modello si contraddistingue dal vecchio per la N finale nella sigla: LP-E6 / LP-E6N). A tal proposito, la ricarica tramite porta USB-C non avviene con qualsiasi power bank (solo se dotato di Power Delivery) e Canon consiglia l’utilizzo dell’adattatore PD-E1 che, però, ha un costo decisamente alto.
Connettività
Molto completo il comparto connettività di Canon EOS R, sia cablato che wireless. Come già anticipato sul lato sinistro troviamo un numero soddisfacente di porte tra cui una porta USB-C, che permette anche la ricarica del dispositivo tramite Power Delivery, il jack per il microfono, il jack per le cuffie, una porta miniHDMI ed un jack per il telecomando remoto. Sfruttando Bluetooth e Wi-Fi è possibile interagire con lo smartphone tramite l’applicazione Camera Connect per il controllo remoto ed il trasferimento di contenuti multimediali. L’interfaccia, proprio come i menu della fotocamera, è molto intuitiva e permette di svolgere tutte le principali operazioni di scatto con naturalezza. Di fondamentale importanza è stato EOS Utility, tool gratuito di Canon che permette di catalogare automaticamente gli scatti sul pc.
Qualità delle immagini e delle riprese
Sono stato più volte tentato all’acquisto di Canon EOS R per via dei suoi punti di forza ma allo stesso tempo sono stato inibito dall’alone di mistero che si celava dietro al concetto di apripista e di esperimento. Negli ultimi anni Canon ha perfezionato le sue tecnologie e ne ha sviluppate di nuove, motivo per cui – attualmente – conviene acquistare una EOS R al posto di una EOS 5D Mark IV, ma le considerazioni da fare sono molto più profonde.
Fatta questa piccola introduzione, il sensore Full Frame da 30,3 MP di Canon EOS R si comporta egregiamente. In accoppiata con il processore DIGIC 8 riesce a catturare molti dettagli e una vasta gamma dinamica. Il riconoscimento del bianco è perfetto, non ci sono particolari sbalzi di temperature e i colori rimangono tali fino a sensibilità ISO molto elevate. I file RAW sono molto malleabili ed in post produzione consentono un recupero soddisfacente di luci ed ombre. Meno entusiasmante è invece il lavoro sui file C-RAW, pensati per ridurre circa del 40% le dimensioni del RAW tradizionale con qualche compromesso sul recupero delle luci e dei colori. Il sensore non è stabilizzato ma l’accoppiata con le ottiche RF migliora decisamente la situazione. La mancanza dell’IBIS ha i suoi pro ed i suoi contro: molte cineprese e mirrorless pensate esclusivamente per il video (tra cui GH5s) non dispongono di uno stabilizzatore interno perché ad un miglioramento della stabilità corrisponde inevitabilmente un compromesso nella risoluzione. Ed effettivamente l’utilizzo di un gimbal è decisamente più azzeccato per chi cerca riprese stabilizzate. Al contempo il sistema IBIS avrebbe innalzato ulteriormente il prezzo di listino e probabilmente avrebbe portato con sé ulteriori limitazioni in ambito video. Discorso a parte per il fermo immagine, dove uno stabilizzatore avrebbe sicuramente aiutato durante gli scatti a tempi lenti. Il nuovo sistema Canon Dual Sensing IS sfrutta il giroscopio integrato negli obiettivi RF per capire la tipologia di disturbo e come correggerlo, intervenendo grazie alla potente elaborazione del processore DIGIC 8. Le prestazioni non sono altrettanto soddisfacenti se si adattano le lenti EF, soprattutto le prime lenses, che spesso non dispongono di stabilizzazione ottica (durante la prova ho utilizzato l’EF 50 mm f/1.8 II). In tal caso ho preferito non scendere sotto tempi di 1/30s .
Canon EOS R non è tuttavia una mirrorless pensata per la fotografia sportiva e non mira neppure a sostituire il ruolo della serie 1D che, anzi, si è arricchita della EOS 1D-X Mark III poco dopo l’arrivo delle prime mirrorless Full Frame. La raffica di scatto di 8 fps in modalità AF singolo (5 fps in con AF continuo) può soddisfare le esigenze di un utente medio, ma non quelle di un professionista che lavora quotidianamente negli stadi o su pista.
Nel bene e nel male, Canon EOS R è una mirrorless che nasconde grandissime potenzialità video, ma che non può reggere il confronto con le concorrenti per una ragione fortemente limitante. EOS R registra un ottimo Full HD a 60p, senza alcun fattore di crop, con la possibilità di sfruttare il C-Log ed il rinomato sistema Dual Pixel CMOS AF a qualsiasi risoluzione. In 4K è una delle pochissime mirrorless a lavorare in P2P – ossia pixel to pixel – ed infatti le riprese possono vantare di una qualità oggettivamente superiore rispetto a quelle catturate da sensori a pixel alternato. Tuttavia il fattore di crop pari a 1,72x quando si registra in Ultra HD rende a mio avviso inutilizzabile qualsiasi lente grandangolare (un 24 mm diventa un 40 mm normale) e costringe l’utente all’acquisto di lenti ultragrandangolari che, nel parco ottiche RF, sono tra le più costose. Per questo motivo, infatti, EOS R è stata – passatemi il termine – radiata dal mondo delle riprese.
Conclusioni e prezzo
Canon EOS R è una mirrorless fantastica per fotografare: l’ottimo – e già brevettato – sensore Full Frame è in grado di catturare ottimi scatti, ma inizia a soffrire la rivalità delle concorrenti. I numerosi aggiornamenti firmware hanno migliorato notevolmente il software e gli algoritmi che impreziosiscono il sistema di messa a fuoco Dual Pixel CMOS AF, ma ci sono alcune problematiche hardware che non possono essere risolte con un semplice update e che quindi EOS R dovrà portare con sé fino al pensionamento. Con l’arrivo di EOS R5 ed R6, le vere ammiraglie che hanno già conquistato il consenso di appassionati e professionisti, il prezzo di EOS R è sceso notevolmente e può essere assimilabile – soprattutto se si dispone di un parco ottiche EF – a quello di una mirrorless Full Frame entry level. Quindi alla domanda: ha senso Canon EOS R nel 2020? Io rispondo di sì: sebbene sia stato un esperimento – per alcuni ben riuscito e per altri no – del produttore nipponico, può soddisfare un utente esigente (ma non troppo) interessato principalmente al fermo immagine. Attualmente, infatti, Canon EOS R può essere facilmente acquistata ad un prezzo che oscilla fra i €1700 e i €2000.
Dubbi o problemi? Vi aiutiamo noi
Puoi scoprire contenuti esclusivi ed ottenere supporto seguendo i canali Youtube, TikTok o Instagram del nostro fondatore Gaetano Abatemarco. Se hai Telegram vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.