Ricordo ancora la parola a cui ho pensato quando ho impugnato per la prima volta Panasonic Lumix S1: ciclopica. Le mirrorless di serie S si sono da sempre contraddistinte per un corpo enorme, pesante e tremendamente solido, in cui è allocato un hardware da top di gamma pensato per rispondere alle esigenze dei professionisti. Si vociferava da tempo l’arrivo di una degna erede di Lumix GH5, mirrorless di riferimento per le produzioni amatoriali e professionali, ma così – in parte – non è stato. Durante l’evento dello scorso 2 Settembre Panasonic ha presentato Lumix S5, la nuova mirrorless Full Frame che completa la serie Lumix S e che con il suo corpo compatto e maneggevole mira ad attirare una fascia più eterogenea di utenti nel mondo del pieno formato. Nelle scorse settimane ho avuto l’occasione di provarla più da vicino (sono tra i primissimi in Italia!) per analizzarne pregi e difetti: senza anticiparvi troppo, sono rimasto stupito dalla resa di questa macchina che credo sia una delle migliori soluzioni ibride attualmente in circolazione.
Scheda tecnica
Panasonic Lumix S5 è un capolavoro di ottimizzazione degli spazi: al suo interno troviamo lo stesso sensore Full Frame da 24,2 MP implementato dalla sorella maggiore Lumix S1, assistito dalle più recenti tecnologie dell’azienda nipponica come la Modalità Alta Risoluzione. Sono davvero pochi i compromessi legati alle dimensioni, nella maggior parte dei casi sorvolabili, che quindi lasciano spazio a tanta sostanza. Prima di mostrarvi più da vicino di cosa è capace Lumix S5 facciamo un recap delle sue caratteristiche tecniche:
- Sensore: CMOS Full Frame da 24,2 MP
- Processore d’immagine: Venus Engine
- Gamma ISO: Dual ISO 100 – 51.200 (50 – 204.800 esteso)
- Raffica di scatti: 7 fps
- Autofocus: 225 aree
- Consumi: 470 scatti
- Connettività: Bluetooth, WiFi
- Display: 3″ LCD da 1.840.000 punti
- Mirino: 0,74x OLED da 2.360.000 punti
- Ottiche compatibili: L-Mount
- Peso: 725 g
- Dimensioni: 133 x 97 x 82 mm
Corpo ed ergonomia
Panasonic Lumix S5 concentra le principali caratteristiche che hanno reso famosa la serie S in un corpo macchina compatto e maneggevole. Sono fortemente convinto che l’ergonomia di una fotocamera – proprio come il carisma di una persona – sia determinante per lasciare una buona impressione. Sebbene le dimensioni di Lumix S1 non abbiano mai rappresentato un grande problema per le mie mani, che anzi cercano un dispositivo solido e sicuro, il peso di oltre un chilo rendeva inutilizzabile la macchina nel giro di un quarto d’ora. Durante l’estate del 2019 ho viaggiato assieme alla S1 per circa una settimana, tra escursioni e passeggiate notturne. Se avessi avuto al mio fianco la nuova Lumix S5 probabilmente sarei tornato a casa più rilassato e con qualche scatto in più sulla SD.
Il corpo macchina di Lumix S5 è realizzato in lega di magnesio e pesa circa 725 grammi con batteria e scheda, contrariamente ai 1020 grammi di Lumix S1. Nel prospetto seguente potete osservare un confronto dimensionale tra le due mirrorless: vi ricordo che entrambe montano lo stesso sensore Full Frame e che condividono gran parte dell’hardware.
La parte superiore di Lumix S5 evidenzia le differenze più marcate con le sorelle maggiori, frutto di scelte progettuali (azzeccate, a mio avviso) in cui si è tenuto conto di tre fattori importantissimi: prezzo, utenti e utilizzo. Scompare il display secondario a favore di una disposizione più ricca di ghiere e pulsanti: tra questi il selettore delle modalità di scatto presenta numerosi slot personalizzabili che permettono all’utente di migliorare il workflow. Molto interessante il trio di bottoni per la regolazione WB, ISO ed esposizione posto in prossimità del tasto di scatto, che ho trovato molto utile per la gestione degli ISO: con un tap si accede al selettore dei valori ISO e con i tap successivi se ne incrementa il valore. Proprio come su S1H è poi presente un grande tasto REC di colore rosso che genera un gradevole contrasto cromatico con il resto del corpo. La ghiera che circonda il tasto di scatto ricorda inevitabilmente quella di Lumix G90, è realizzata in materiale meno pregiato e “stona” con le restanti componenti. Una minuzia che non ho fatto a meno di notare.
Nella parte frontale risiede l’ottimo sensore Full Frame da 24,2 MP su un sistema di stabilizzazione IBIS che – sebbene abbia un’estensione ridotta per via delle limitazioni fisiche – perde solo mezzo stop in termini di stabilità. Accanto all’ottima impugnatura dal becco sporgente è presente il tasto di sgancio dell’ottica ed un tasto personalizzabile. Completano la parte frontale il LED per l’autofocus e la serigrafia Lumix S5.
Nella parte posteriore troviamo un display orientabile touchscreen, mancanza che sulla S1 mi aveva lasciato un po’ di amaro in bocca, il comodo joystick per la selezione dei punti AF ed ilselettore di messa a fuoco S / C / MF che comprende un tasto dedicato alle modalità AF. I tasti non sono ahimè retroilluminati ma si raggiungono facilmente anche al buio dopo aver preso dimestichezza con la macchina.
Panasonic Lumix S5 è dotata di un doppio slot per schede SD di cui solo il primo compatibile con schede UHS-II. Il secondo slot si rivela comunque molto utile per lavorare in sicurezza creando copie di backup o a minor risoluzione. Per ciò che concerne la parte sinistra troviamo un jack per il microfono, uno per le cuffie, una porta USB-C ed una porta microHDMI. Nella parte inferiore, all’interno dell’ampia impugnatura, risiede la nuova batteria dichiarata “retrocompatibile” con i modelli di punta Micro 4/3.
Controlli e funzionalità
Lumix S5 ha tutte le carte in regola per candidarsi come migliore mirrorless tuttofare sotto i €2000: è una macchina ibrida, molto più versatile rispetto alle sorelle maggiori, in grado di adattarsi alle necessità degli utenti più disparati. Appartiene ad una categoria che – in correlazione alle dimensioni del sensore – viene definita entry-level ma che offre dispositivi molto avanzati. Vediamo più da vicino le caratteristiche e le funzionalità di questa mirrorless che meritano di essere analizzate con più attenzione.
Autofocus
Nei suoi pochi anni di vita la serie Lumix S ha già subito parecchie trasformazioni. La rapidissima transizione dalla serie G alla serie S ha portato con sé un gran numero di novità, sia hardware che software. C’è però un aspetto su cui Panasonic non ha voluto azzardare, ed anzi ha preferito restare nella sua comfort zone: l’autofocus. Lumix S5 continua a sfruttare un sistema di messa a fuoco automatico basato sulla tecnologia DFD, che è stato sicuramente migliorato ma che evidenzia la poca maturità dell’azienda in un ambito in cui ormai Canon e Sony sono sovrane. Il sistema a rilevamento di contrasto nel complesso è affidabile, talvolta predittivo, ma non è infallibile. Negli ultimi anni abbiamo assistito allo sviluppo di sistemi ibridi molto performanti e mi sarei aspettato che – col senno di poi – Panasonic introducesse questa novità almeno su S5 ed S1H. Ci tengo a sottolineare che l’autofocus nel complesso funziona bene, ha un tempo di risposta di appena 0,08 secondi e fa affidamento sui più recenti algoritmi di tracking per la messa a fuoco con la modalità Rilevamento viso/occhi/corpo, ma inizia ad essere fuori tempo. Chissà, forse l’azienda sta aspettando l’arrivo delle nuove ammiraglie per introdurre una novità di questo calibro.
Display e mirino
Lumix S5 integra un display LCD da 3″ completamente articolato, una caratteristica che mi ha particolarmente soddisfatto e che sono certo farà gola a molti creatori di contenuti. Panasonic ha deciso di implementare lo stesso display di Lumix G100, caratterizzato da un’elevata luminosità e da una risoluzione di 1,84 milioni di punti, cercando però il giusto equilibrio tra prestazioni e fedeltà cromatica. La luminosità massima dello schermo di S5 è stata infatti leggermente ridotta a favore di una migliore riproduzione dei colori. Il touchscreen è molto reattivo e permette di muoversi con maggior semplicità fra i menu della macchina. Unica nota negativa è lo snodo del display, che non mi è sembrato particolarmente resistente all’apertura.
Il mirino elettronico OLED ha una risoluzione di 2,36 milioni di punti – circa la metà rispetto a quello presente sulla serie S1 – ed è provvisto di un oculare molto comodo in cui risiede il sensore di prossimità. Tale sensore è di fondamentale importanza per la modalità Power Save LVF Shooting, che porta in modalità riposo la macchina ogni qual volta allontaniamo l’occhio dal mirino per risparmiare energia e che la riattiva non appena la solleviamo. Completano la dotazione il fattore d’ingrandimento 0,74x ed il refresh rate variabile, che può essere impostato su 60 o 120 fps. Nel complesso si tratta di un ottimo mirino che però presenta caratteristiche inferiori rispetto alla concorrenza.
Autonomia
Lumix S5 utilizza una nuova batteria da 2200 mAh, precisamente la DMW-BLK22, retro-compatibile con i modelli di punta della serie Micro 4/3 (G9 e GH5) ma non viceversa. Nonostante le limitazioni dovute alle dimensioni del corpo, Lumix S5 dispone di un’ottima autonomia che sulle sorelle maggiori avrei definito da Reflex. In confezione arriva un nuovo caricabatteria drop-in alimentato tramite porta USB-C, provvisto di tre LED che indicano lo stato della ricarica e compatibile con le batterie DMW-BLF19 utilizzate da G9 e GH5 (non ha molto senso visto che la retro-compatibilità non è inversa). La modalità di risparmio energetico Power Save non è l’unica alleata per far fronte alle giornate più intense: Lumix S5 può infatti ricaricarsi tramite porta USB-C, anche da una power bank, e la sua autonomia può essere ulteriormente estesa utilizzando il battery grip DMW-BGS5.
Connettività
Panasonic Lumix S5 è una mirrorless pensata per essere sempre connessa, grazie ai moduli Wi-Fi e Bluetooth a basso impatto energetico può comunicare con lo smartphone per sincronizzare diverse informazioni tra cui la posizione GPS. L’applicazione dedicata Lumix Sync è molto semplice da utilizzare, dopo una breve configurazione iniziale permette di comandare la fotocamera a distanza – quando ad esempio è montata su un cavalletto per lunghe esposizioni – e di regolare alcuni parametri di scatto. L’applicazione permette inoltre di aggiornare il firmware senza dover passare dal PC. Dal punto di vista della connettività fisica Lumix S5 dispone di un jack per il microfono e di un jack per le cuffie, di una porta USB-C con Power Delivery e di una porta microHDMI. Panasonic ha quindi deciso – giustificata dalle dimensioni del corpo macchina – di sostituire la porta HDMI a pieno formato, divenuta un emblema dei dispositivi Lumix top di gamma.
Qualità delle immagini e delle riprese
I pochi giorni di test che ho avuto a disposizione per recensire Panasonic Lumix S5 sono bastati per farmene innamorare. Mi aspettavo – poiché gran parte dell’hardware è in comune con la S1 – di trovare un’ottima qualità dell’immagine, ma non credevo che si potesse addirittura far fatica a notare le differenze. Ho deciso allora di tornare – poco prima degli ultimi provvedimenti del governo – in alcuni luoghi dove ho testato anche la S1, per poi fare un confronto. I risultati sono evidenti: Lumix S5 produce scatti di ottima qualità, anche nelle condizioni più difficili, che si contraddistinguono per dettagli e fedeltà cromatica. I file RAW sono facilmente lavorabili in post produzione e consentono un buon recupero di luci ed ombre. Gran parte del merito è dell’ottimo sensore Full Frame da 24,2 MP senza filtro low pass, che come già anticipato implementa un sistema di stabilizzazione IBIS tutto nuovo.
A tal proposito, il sensore di Lumix S5 è dotato di tecnologia Dual Native ISO per una resa migliore in condizioni di scarsa illuminazione. Il funzionamento di tale tecnologia è molto complesso, tuttavia provo a renderlo digeribile dicendo che ogni pixel del sensore di Lumix S5 è dotato di uno switch che separa un circuito a ISO basso da un circuito ad ISO alto per migliorare la gestione del rumore digitale e garantire ottime performance in condizioni di scarsa illuminazione, soprattutto in ambito video. Contrariamente alle sorelle maggiori non è possibile gestire il funzionamento del Dual ISO ma il sistema lavora in automatico. La sensibilità ISO nativa va da 100 ISO a 51.200 ISO e può estendersi da 50 ISO a 204.800 ISO se interviene il processore per l’elaborazione d’immagine. Per un’analisi più approfondita della risposta ai diversi valori ISO vi invito a dare un’occhiata alla review della S1.
È proprio grazie al processore Venus Engine se Panasonic è riuscita ad implementare alcune funzionalità software strabilianti. Oltre ai più convenzionali algoritmi per il tracking del volto – che ora funziona anche quando il soggetto è di spalle o ha la testa girata – su Lumix S5 troviamo la modalità Alta Risoluzione, che in sintesi permette di ottenere uno scatto da 96 MP a partire da una combinazione di otto immagini. Questa modalità – già presente sulle sorelle maggiori e addirittura in grado di spingersi a 187 MP su S1R – sfrutta il sensor shift, ossia il movimento microscopico del sensore, per combinare assieme una serie di scatti ed ottenere un unico file dai dettagli incredibili.
Di seguito trovate una comparativa tra uno scatto che definirò normale (a sinistra) ed uno scatto ad alta risoluzione (a destra). L’immagine di partenza, ossia quando non eseguiamo alcun tipo di ingrandimento, è pressoché la stessa.
Zoomando iniziano a notarsi le prime differenze, ed ingrandendo ancora si apre un divario tra i due scatti: a voi il verdetto. Tenete anche mente che lo scatto ad alta risoluzione, dal peso di circa 40 MB, è stato ridotto a poche centinaia di byte affinché fosse possibile visualizzarlo all’interno della recensione.
Molto interessante anche la modalità Timelapse, che ora ha un posto tutto suo sulla ghiera dei programmi: con Panasonic Lumix S5 bastano un treppiedi e po’ di pazienza per dar vita a qualcosa di straordinario. Panasonic ha pensato anche a chi – come me – ama scattare lunghe esposizioni alle stelle ed ha introdotto la modalità Live View Composite che, ad esempio, può mostrare in anteprima uno star-trail a partire da una serie di foto alle stelle. C’è anche una modalità notte per il display, che principalmente si tinge di rosso per non affaticare gli occhi e per non disturbare lo scatto a lunga esposizione. Sebbene Lumix S5 si adatti a qualsiasi tipologia di scatto, c’è da ponderare la scelta di questa macchina se si opera nell’ambito della fotografia sportiva: la raffica di scatto a 7 fps con fuoco fissato al primo fotogramma potrebbe rivelarsi limitante, fortunatamente scendendo a compromessi con la risoluzione può essere ulteriormente estesa grazie alle modalità 6K Photo e 4K Photo che permettono di catturare riprese a 30 fps da cui estrapolare foto rispettivamente da 18 MP e 8 MP.
Panasonic ha investito molto sulle performance video di Lumix S5, che arriva sul mercato con i profili V-Log da 14+ stop e V-Gamut preinstallati e con la possibilità di caricare LUT sulla scheda SD e di applicarle in tempo reale per avere una preview di quella che sarà la ripresa dopo la fase di color grading. S5 può registrare video in 4K a 60p con un crop del sensore in formato Super 35 mm (circa 1,5x e quindi APS-C) in 4:2:0 a 10 bit (4:2:2 attraverso un registratore esterno), oppure in 4K a 30p 4:2:2 a 10 bit utilizzando l’intera superficie del sensore. In Full HD può registrare fino a 180 fps e la modalità slow motion è direttamente accessibile dalla ghiera delle modalità di scatto. Non manca la possibilità di registrare video HDR in formato HLG. Nelle modalità di registrazione più pesanti dal punto di vista computazionale, il tempo di registrazione è fissato a 30 minuti.
Tra le altre funzionalità che faranno gola ai videomaker troviamo l’output del timecode, la visualizzazione waveform, il doppio indicatore zebra. Direttamente dalla Lumix G100 arrivano la funzione frame maker, che mostra durante la registrazione una cornice (1:1 o altri formati) per avere un’idea della resa nel formato desiderato quando si registra un video per più piattaforme, e la possibilità di visualizzare su schermo l’avvio della registrazione attraverso una cornice rossa lampeggiante.
Conclusioni e prezzo
Panasonic Lumix S5 è proprio ciò che mancava all’interno della serie S. È una mirrorless concreta, che si adatta bene a qualsiasi mansione le venga impartita, e che rende accessibile il mondo del Full Frame ad una cerchia più ampia di utenti. Messa a confronto con Nikon Z5, Canon EOS RP e Sony a7 III, che sono le sue principali concorrenti, Lumix S5 è a mio avviso la mirrorless Full Frame entry-level più completa. Ci sono alcune imperfezioni, inutile negarlo, ma sono dovute principalmente ad un discorso legato alle dimensioni. Discorso a parte per l’autofocus che, per quanto ottimo, inizia ad essere fuori contesto. Sono però certo che nei mesi si susseguiranno numerosi update del firmware che miglioreranno il più possibile questo aspetto e, chissà, forse vedremo un sistema ibrido sulla prossima generazione. Ero particolarmente scettico sulla nuova ottica Lumix S 20-60 mm f/3.5-5.6, che invece si è rivelata la miglior soluzione in kit per chi non può fare affidamento su un parco ottiche molto vasto. Copre un gran numero di lunghezze focali, è molto nitida e – sebbene non sia tra le più luminose sul commercio – mi ha lasciato un’ottima impressione. Panasonic Lumix S5 è disponibile all’acquisto ad un prezzo di €1999 solo corpo o di €2299 per la versione con ottica kit.
Dubbi o problemi? Vi aiutiamo noi
Puoi scoprire contenuti esclusivi ed ottenere supporto seguendo i canali Youtube, TikTok o Instagram del nostro fondatore Gaetano Abatemarco. Se hai Telegram vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.