Poco più di sei mesi fa i vertici di Amazon presero una decisione tanto “importante” quanto “radicale”: dall’immenso store capitanato da Jeff Bezos, infatti, a partire da quella data sono spariti per sempre i dispositivi di streaming Chromecast e Apple TV.
La colpa, se così si può dire, è da ricondursi al servizio Amazon Prime Video: siccome questo non è disponibile per nessuno dei due dispositivi menzionati poc’anzi, averli a disposizione sull’ecommerce poteva lasciarne sottintendere la compatibilità:
Negli ultimi tre anni, Prime Video è diventato una parte importante di Prime, ed è importante che i riproduttori multimediali per lo streaming che noi rivendiamo siano in grado di interagire bene con Prime Video così da evitare la confusione negli utenti.
Questo fu quanto trapelato da un’email diffusa al personale ma, durante le scorse ore, Jeff Bezos ha fatto ulteriore chiarezza sulla questione, sottolineando che tutti i dispositivi di streaming venduti da Amazon debbano avere installato il lettore proprietario:
Quando vendiamo quel genere di dispositivi vogliamo che il nostro Prime Video Player sia installato
Nulla avrebbe impedito ad Amazon di creare app per Chromecast e Apple TV dedicate al servizio Prime Video: ciò avrebbe però significato pagare una licenza piuttosto alta ad Apple (30% sugli introiti derivanti dal servizio) e dotare il potente rivale Chromecast (contrapposto in maniera diretta a Fire TV) di un servizio che avrebbe potuto renderlo ancor più appetibile per gli utenti.
Bezos, come è semplice immaginare (seppur non detto esplicitamente), non è disposto ad accollarsi questo rischio:
Il problema non è portare Prime Video Player sui dispositivi. La vera domanda è: è conveniente farlo?
Discorso ben diverso è per tutti gli altri dispositivi streaming-ready attualmente rivenduti sullo store (le PlayStation ,il Roku o le ultime Xbox) che, con ogni probabilità, hanno dei costi di licenza vantaggiosi e non rappresentano un rischio diretto per il business di Amazon.