In realtà l’argomento biometria è stato uno dei più sentiti al recente Mobile World Congress 2016, occasione durante la quale molti big del settore – tra cui MasterCard – hanno confermato di essere al lavoro per offrire metodi di autenticazione alternativi.
E un paio di brevetti di Amazon – l’uno ottenuto, l’altro richiesto – potrebbe far pensare che il colosso di Bezos voglia orientarsi nella medesima maniera: strettamente connessi tra loro, entrambi i brevetti prevedono l’utilizzo di un volto acquisito tramite fotocamera del dispositivo per compiere determinate operazioni.
Mentre il primo però parla di autenticazione, il secondo invece parla di vero e proprio completamento della transazione economica; in altre parole, se Amazon ottenesse anche questo brevetto potrebbe nascere (sebbene ciò non sia assolutamente certo) una funzionalità che permette di effettuare un acquisto facendosi – letteralmente – un selfie.
Il tutto per sostituire la password, specie nel caso in cui non si abbia abbastanza privacy o si tema il furto delle credenziali d’accesso. Nel brevetto si legge inoltre che l’utente dovrà effettuare un movimento particolare per completare la transazione, questo per assicurarsi che dall’altro capo del dispositivo ci sia una persona in carne ed ossa e non una foto o un video pre-registrati al fine di evitare furti di account o transazioni non autorizzate.
Chiaramente, come qualsiasi cosa riguardi la biometria, si tratta di dinamiche che vanno perfezionate il più possibile onde evitare di “rimanere chiusi fuori” dal proprio account o, al contrario, di essere facilmente “falsificabili” (ad esempio nel caso di gemelli identici o di persone con tratti somatici piuttosto simili).
Vedremo come Amazon gestirà la cosa… ammesso, e assolutamente non concesso, che abbia intenzione di farlo – un brevetto può significare tanto così come può significare poco più di niente.