Tra le tante iniziative del governo varate in questo ultimo periodo, una delle più interessanti è quella del cashback di stato; si tratta di una manovra volta da un lato ad incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, dall’altro a combattere l’evasione fiscale (dal momento che, pagando con carta, tutte le transazioni vengono registrate).
Il beneficio, per coloro che aderiranno a questa iniziativa, sarà un rimborso sugli acquisti effettuati tramite i metodi di pagamento più moderni, entro ovviamente certi limiti di tempo, importi e transazioni.
Di confusione attorno a questo tema ce n’è davvero tanta, quindi proviamo a fare chiarezza spiegando bene come funziona il cashback di stato.
Cashback pagamenti elettronici: cosa sapere
Il cashback di stato è una iniziativa promossa dal governo a seguito del Decreto Agosto (divenuto legge 126 il 13 ottobre scorso), con la quale lo stato promuove una strategia per combattere l’evasione fiscale attraverso l’utilizzo dei metodi di pagamento tracciabili (come carte di credito, di debito ed app digitali collegate).
La manovra prevede un rimborso (cashback) del 10% su tutti gli acquisti effettuati nei negozi fisici attraverso moneta elettronica, fino ad un massimo di 300€ all’anno (150€ per questa prima fase) per ogni partecipante che abbia effettuato almeno 10 transazioni; la prima fase di questo piano è iniziata lo scorso 8 dicembre, e terminerà il 6 gennaio 2021 (il cashback verrà erogato a partire dal mese di febbraio).
Durante questo periodo (ed anche per i semestri successivi) sarà inoltre varata un’altra iniziativa che prevede un super-cashback di 3000€ per i 100.000 cittadini che più avranno usufruito di questa manovra (in termini di numero di transazioni), a cui si aggiunge una lotteria per gli scontrini con premi a cadenza periodica; in pratica verrà assegnato ai partecipanti un biglietto per ogni euro speso, che consentirà di partecipare alle diverse categorie di estrazione che verranno compiute nel corso del tempo.
Per ulteriori informazioni vi invito a leggere tutti i dettagli alla pagina web del governo appositamente dedicata.
Per quanto riguarda invece le fasi successive, queste avranno un termine di 6 mesi; in questo periodo si dovranno invece effettuare un minimo di 50 pagamenti tracciabili (quindi 100 all’anno), per ottenere un cashback massimo di 150€ (di conseguenza 300€ l’anno).
Va da sé che, calcoli alla mano, bisogna effettuare una spesa minima di 1500€ a semestre; verranno tuttavia calcolate solo le transazioni di massimo 150€, mentre non compaiono limitazioni sulla tipologia di articoli da acquistare.
L’iniziativa durerà, salvo deroghe, fino al 30 giugno 2022 (quindi tre semestri, esclusa questa prima fase iniziale).
Come partecipare al piano cashback
Per partecipare al cashback di stato ed al relativo programma, vi sono sostanzialmente due soluzioni; la prima è quella di affidarsi all’app IO (utilizzata anche per altri servizi della Pubblica Amministrazione), mentre l’alternativa è rappresentata dai vari servizi di conto corrente/carta aderenti (ad esempio Hype, Revolut o N26).
Per quanto riguarda la prima soluzione, un requisito essenziale per il corretto funzionamento dell’app stessa è avere accesso allo SPID; abbiamo a tal proposito scritto un articolo che spiega in maniera molto dettagliata come ottenere lo SPID.
Ottenute le credenziali, accedete all’app IO (disponibile sia per Android che per iOS), inserendo i dati richiesti; a quel punto non vi resta che importare i dati dei metodi di pagamento che userete per l’iniziativa.
A tal proposito recatevi su Pagamenti e cliccate su Aggiungi, registrando poi la tipologia di metodo che preferite; spostatevi poi nella sezione Portafoglio e selezionate l’opzione “Attiva il cashback“.
Infine bisogna abilitare tale metodo di pagamento per gli acquisti nei negozi, attraverso l’attivazione della levetta che appare una volta cliccata la relativa carta all’interno della sezione Portafoglio.
Per quanto riguarda la procedura relativa invece ai vari servizi di conto corrente aderenti, questa dipende chiaramente dal vostro provider; si tratta in generale di un processo molto più rapido, e che non richiede SPID né tanti altri documenti (in quanto le credenziali sono già state richieste nel momento in cui vi siete registrati al servizio stesso).
Non vi resta quindi che recarvi nelle apposite app dei vostri gestori e dare un’occhiata ai relativi passaggi.
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