Oggi è un colosso sconfinato ma, come si suol dire, Roma non è stata costruita in un giorno: tanti, tanti anni fa, anche Google ha vissuto il suo periodo da progetto embrionale a rischio di chiusura istantanea e, in realtà, visti i tempi che correvano nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo nei successivi vent’anni.
Approfittando del quinto compleanno di Google+, il Social Layer made in Google, ripercorriamo un po’ – ma soltanto un po’ – la storia di quello che è il motore di ricerca più grande del mondo: prima che venisse rinominato in “the Google Search Engine“, il precursore di Google si chiamava “BackRub” (in italiano, massaggio alla schiena).
Secondo la homepage di BackRub risalente al 1996, questo Web Crawler indicizzava circa 75 milioni di indirizzi HTML.
Nella home Larry Page – attuale amministratore delegato di Alphabet – ringrazia Scott Hassan, Alan Steremberg e Sergey Brin per il prezioso aiuto fornito. Per qualsiasi richiesta di supporto Larry forniva anche una email, oltre alla sua personale nella home, e un numero di telefono a cui rivolgersi, come si può vedere nella pagina delle FAQ (Frequently Asked Questions).
Successivamente, nel 1997, il progetto BackRub sarebbe diventato “the Google Search Engine“. La home page di questa dimostrazione di motore di ricerca – era profondamente diversa (e per altro piena di dettagli tecnici) rispetto a come la conosciamo ora:
Così come succedeva in BackRub, anche nella homepage classe ’97 di Google venivano citati gli sviluppatori ed evidenziato che potevano esserci dei periodi di downtime.
La priorità data nelle ricerche all’interno di Stanford era superiore a quella nel Web: Brin e Page grazie al loro crawler si erano trovati inoltre con milioni di indirizzi email tra le mani e avrebbero potuto cominciare un business completamente diverso da quello basato sugli annunci, che avrebbero poi introdotto nel 2000.
Riflettendoci meglio, quella home così fatta lasciava pensare ad una “semplice” ricerca messa in campo da due ragazzini, un progetto non promettente che sarebbe finito in un pugno di mosche – pensiero in comune con i finanziatori che, all’epoca, negarono il loro supporto a Page e Brin.
Sappiamo tutti però cosa sarebbe diventato Google negli anni successivi…