Presentata ufficialmente la Fujifilm GFX 100, la prima mirrorless medio formato con un sensore da 102 Megapixel. E nonostante quello dell’altissima risoluzione sia un traguardo da non sottovalutare (anche se siamo nel 2019 e all’orizzonte si prospettano già smartphone con fotocamera da 64 Megapixel, come il prossimo flagship di Realme, NdR), sono ben altre le cose che più stupiscono di questa macchina da guerra. Un alleato potente nelle sapienti ed esperte mani di un fotografo che sa cosa può ottenere da questo corpo macchina, supportato dagli obbiettivi specificamente sviluppati per questa risoluzione e questo sensore che va aldilà del Full-Frame.
Prima di addentrarci nella tana del bianconiglio, tra dettagli tecnici e spunti di riflessione è bene però fare un passio indietro.
Il medio formato è morto, lunga vita al Large Format
Il marketing è fondamentale nel mondo della tecnologia, e gli esperti di Fujifilm lo sanno bene. Convenzionalmente, il sensore da 48.3 x 32.9 mm che è il cuore pulsante della GFX 100 verrebbe definito Medium Format, o medio formato. In tal modo si definiscono infatti tutti quei sensori con dimensioni superiori ai 36 x 24 mm del Full-Frame, ma inferiori a quelli del Large Format, o largo formato, di ben 102 x 127 mm.
Tutti i sensori con diagonale di 55 mm che sono montati all’interno della famiglia di macchine fotografiche Fujifilm GFX prenderanno però il nome di Large Format, non inteso in senso universale ma, secondo l’azienda, per far comprendere alle masse che questo è un formato con dimensioni superiori al Full-Frame.
Fa quasi sorridere il tentativo di appellarsi ad una nomenclatura più facile da percepire per le masse: qui non stiamo parlando di una linea di prodotti prosumer, destinata ad intercettare l’entusiasta del mondo della fotografia. Questa è una macchina capace di scattare foto letteralmente sconcertanti per qualità d’immagine, tridimensionalità, gamma dinamica. È una macchina che seppur di utilizzo intuitivo ha bisogno di esperte mani, che lavorano quotidianamente con strumenti professionali, per poter rendere al meglio e regalare scatti degni di essere stampati sulla facciata di un palazzo, o ad una mostra d’arte. Meglio se una mostra del MoMa, e non quella dedicata all’evento dell’infiorata in paese.
Sono pertanto sicuro che chiamarla medio formato sarebbe stato più che appropriato, dato che il prezzo e le performance di questa GFX 100 interecettano una nicchia ben definita di fotografi (o artisti, content creator etc) professionisti che sono consapevoli di pagare un prodotto di qualtà, da accoppiare alle ottiche altrettanto di qualità (e non certamente economiche, NdR) della famiglia GF per ottenere il massimo del risultato.
Ora che abbiamo fatto questa dovuta premessa, e che sappiamo di cosa ci accingiamo a parlare e a chi è rivolta questa GFX 100, possiamo cominciare ad entrare nel Paese delle Meraviglie. Non di Alice, ma di Fujifilm.
Design, Ergonomia e Costruzione
Altro disclaimer, per gli amici “metto le mani avanti”: personalmente ho potuto testare la GFX 100 solo per pochi minuti, circa una quindicina. L’evento era pieno di giornalisti e fotografi desiderosi quanto me di provare e scattare, pertanto tutto ciò che dirò da qui in seguito è frutto di quei pochi, intensi minuti in cui ho potuto testare la Fujifilm GFX 100.
Partiamo dal design, pulito e minimale, ma non per questo semplicistico, anzi. C’è una grande possibilità di andare a fondo nelle impostazioni, controllare ogni minimo dettaglio da visualizzare e/o controllare grazie ai tanti tasti funzione presenti sia in modalità orizzontale (8) che verticale (7). È una macchina che per lo standard mirrorless può sembrare grande, ma non si fatica a maneggiarla, tutt’altro.
Le sue misure sono 156.2 x 163.6 x 102.9 mm con EVF montato, e lo spessore si riduce da 102.9 mm a 75.1 mm se decidiamo di non usarlo, optando magari di utilizzare esclusivamente il grande display LCD da 3.2”. Non è un peso piuma con i suoi 1.4 kg, ma integra già nelle sue linee un vertical grip: possiamo così, fin da subito, utilizzare due batterie. Secondo l’azienda garantiscono un’autonomia pari a circa 800 scatti.
Il corpo è realizzato in lega di magnesio, al contempo leggero e robusto, e totalmente tropicalizzato. Se avevate dei dubbi riguardanti la resistenza a polvere, acqua, neve e quant’altro per il mirino elettronico, dormite tranquilli: il corpo macchina ha 95 guarnizioni, di cui 19 utilizzate solo per il mirino EVF.
Molto ben bilanciato, si tiene bene sia in modalità normale che in verticale, complici i comodi tasti posizionati sapientemente per poter attivare/disattivare tutte le funzionalità più utilizzate. È un corpo che riprende i canoni stilistici di Fujifilm, sempre un po’ fuori dal coro rispetto alla concorrenza.
Quello che colpisce di più, probabilmente, è la presenza di uno switch rapido tra le modalità foto/video/multi che cambia completamente i settaggi della GFX 100, ma non solo. I tre display, di cui uno OLED posizionati, rispettivamente, in prossimità del tasto di di scatto e sotto il display LCD principale, forniscono tantissime informazioni utili e sono completamente personalizzabili.
Il mirino elettronico EVF è di tipo OLED ed ha un ingrandimento 0,86X, una risoluzione di 5.76 Megapixel e una copertura vicina al 100%. Non è uno sfoggio di caratteristiche tecniche, ma una necessità: quando scattiamo foto a 100 Megapixel dobbiamo, per forza di cose, andare ad effettuare zoom profondi per poter decidere efficacemente il punto di fuoco. Abbiamo bisogno pertanto di un mirino elettronico risoluto e con un definizione quanto più alta possibile.
Il monitor principale è invece un pannello LCD da 3.2” con 2.36 Milioni di pixel, copertura del 100% e inclinazione in tre direzioni.
Sensore e Processore
La novità principale è tutta nel nuovo sensore retroilluminato con una risoluzione di 102 Megapixel e una diagonale di 55 mm, circa 1.7X la dimensione di un sensore montato su di una fotocamera Full Frame. Questo consente di poter avere circa il 70% di luce in più catturata dal sensore, ma Fujifilm si è spinta oltre: i singoli pixel, che utilizzano un pattern di tipo Bayer, sono retroilluminati. Questa retroilluminazione, insieme al nuovo autofocus a rilevamento di fase, sono due delle novità più succulente per questa nuova ammiraglia della serie GFX.
Al sensore si accoppia il potente X-processor 4, capace di gestire 4 volte la quantità di dati del vecchio processore presente sulla GX50r da 50 Megapixel. Tutta questa potenza non serve solo per l’elaborazione fotografica, ma anche per quella video, che si spinge fino alla risoluzione 4K/30P con un bitrate di 400 Mbps.
Per quanto riguarda il comparto foto, possiamo scattare raffiche veloci fino a 5 FPS se non utilizziamo la funzione live viewfinder. Abbiamo la possibilità di salvare le nostre foto in JPEG (Exif v2.3), RAW (14/16 bit) e TIFF (8/16 bit). Per quanto riguarda gli scatti possiamo decidere di scattare con diversi formati, ed è anche possibile, utilizzando un adattatore, utilizzare obbiettivi pensati per macchine Full-Frame utilizzando la parte centrale del sensore (60.8 Megapixel).
- Modalità scatto: 4:3 (11648×8736 pixel) / 5:4 (10928×8736 pixel) / 35mm 3:2 (9552×6368 pixel) / 3:2 (11648×7768 pixel) / 7:6 (10192×8736 pixel) / 1:1 (8736×8736 pixel) / 16:9 (11648×6552) / 65:24 (11648×4304)
- Tipo otturatore: Otturatore elettronico sulla tendina frontale + otturatore meccanico da 1/4000s
- Sensore: tipo CMOS da 43.8 x 32.9 mm con filtro a colori primari a matrice di Bayer con assenza del filtro passa-basso
- ISO: 100-12800 (Nativa) / 50-102400 (Estesa)
- Stabilizzazione: IBIS (In-body Image Stabilization) a 5 assi con effetto compensazione fino a 5.5 stop (valore spostamento verticale su obbiettivo GF 63mm F2.8)
- Autofocus a rilevamento di fase con focus su punto singolo in soli 0.05s
Foto e Video
Il sensore ed il processore lavorano in tandem per fornire risultati straordinari dal punto di vista delle performance. La Fujifilm GFX 100 è in grado di scattare foto con un autofocus rapido, sempre chirurgicamente preciso anche utilizzandolo in modalità priorità volto/occhi. Come detti già in apertura, abbiamo potuto provare la macchina per poco tempo, ma i risultati sono molto incoraggianti, specialmente se si tiene in considerazione l’enorme risoluzione e la dimensione del sensore da “domare” per avere questo tipo di prestazioni.
Le foto a F/8 e ISO 125 colpiscono per la quantità di dettagli e la totale assenza di rumore digitale anche andando a cercarlo volutamente. Troverete qui il link per scaricare le foto sample del set che abbiamo scattato noi, senza alcuna modifica, per farvi apprezzare la bontà dello scatto, seppur in un ambiente con luce controllata.
Qui trovate alcuni scatti da scaricare in formato JPEG. Provate a zoomare sui dettagli e perdonate la mia pessima resa fotografica, ma è per mostrare tutte le potenzialità di questa macchina. Una qualità davvero incredibile, con nessuna aberrazione cromatica (a detta degli esperti fotografi che l’hanno testata, ma vorremo provarla a fondo anche noi, NdR) e virtualmente zero rumore digitale. Anche aumentando gli ISO a 6400 e catturando la stessa scena il rumore digitale è molto gestibile, anche se utilizziamo solo i file JPEG.
Nelle mani di un fotografo esperto questa macchina può produrre risultati straordinari, dando la possibilità di poter fotografare un’intera scena da una singola inquadratura, pur riuscendo a dar vita in post-produzione a decine di dettagli che possiamo scegliere di croppare singolarmente grazie alla straordinaria risoluzione della GFX 100. I crop che è possibile ricavare da questa macchina sono incredibili, come è giusto che sia, eppure non è solo la risoluzione.
Avere una macchina con un sensore così ampio rende più reali le foto, dando loro vita attraverso una nuova dimensione: quella della profondità. Provate a scattare una foto al vostro animale domestico con uno smartphone, anche con uno recente e potente come iPhone Xs: nonostante il dettaglio sia molto curato, manca qualcosa all’appello. Tutto sembra piatto, bidimensionale, nonostante tutto sia pienamente a fuoco e anche piuttosto “croccante”, considerando le dimensioni ridotte del sensore utilizzato e le lenti.
La tridimensionalità su questa Fujifilm GFX 100 è tutta un’altra storia: è come paragonare un concerto lirico dal vivo all’ascolto da salotto, seppur effettuato con dispositivi audio molto performanti. C’è qualcosa che manca all’appello, e che subito salta all’occhio. Ma non è solo una profondità maggiore l’arma segreta degli scatti realizzabili con la GFX 100: 14 stop di gamma dinamica riescono a dare vita a foto con un’ampia gamma dinamica, risaltando tutte le sfumature di colori e i chiaroscuri, senza “strappare” l’immagine anche quando le condizioni sono critiche o utilizziamo i file JPEG direttamente dalla macchina.
Alcune foto realizzate in condizioni ottimali stupiscono per la precisione di ogni dettaglio, come se fossero incisi sul supporto digitale: qualcuno direbbe che l’accoppiata GFX 100 + ottiche GF è “una spada”, dal punto di vista della precisione dei dettagli.
Fujifilm è anche, da oltre 70 anni, un produttore di pellicole per la stampa delle foto: la scienza dei colori utilizzati per dar vita alle nostre foto, sia in formato analogico che digitale, è da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’azienda. Ottima quindi la possibilità di poter simulare differenti pellicole, così come poter attivare particolari effetti: grana, color chrome e smooth skin.
Sarò onesto: pensavo che per la GFX 100 la parte video fosse un “di più”, qualcosa che bisognava avere, ma che in realtà non avrebbe avuto la giusta attenzione da parte del costruttore, o praticità da parte di chi vuole realizzare video con una medio formato.
Dopo averla utilizzata posso dire che in parte posso essere sorpreso dalle potenzialità video della macchina. Per quanto riguarda le prestazioni grezze, la GFX 100 è in grado di registrare video in 4K/30P o 1080/60P con un bitrate massimo di 400 Mbps in 4:2.0 a 10 bit (registrazione interna) o 4:2:2 a 10 bit (registrazione esterna attraverso HDMI).
Quello che è davvero interessante è la dimensione del sensore utilizzato per riprendere le scene, con un downsampling effettuato da 50 Megapixel. L’area di ripresa massima per i video è di 43.2 x 23.2 mm (basti pensare che la ARRI 65, il “santo Graal” delle riprese cinematografiche e disponibile solo a noleggio, ha una dimensione del sensore di 54.12 x 25.58 mm!), un crop davvero limitato e sopratttuto solo sulla dimensione verticale, il che consente di avere l’intera ampiezza del sensore a disposizione per registrare la scena. Se a questo aggiungiamo la migliore profondità di campo, la possibilità di registrare in H.265/H.264 con F-log/HLG con un’ampia gamma dinamica e la registrazione in contemporanea su scheda interna e registratore esterno, allora abbiamo una macchina da ripresa estremamente competitiva, con il vantaggio di avere ottiche eccellenti e un effetto più da “cinema” rispetto alle fotocamere full-frame/mirrorless tradizionali.
Quello che non mi ha convinto è la stabilizzazione: data l’assenza di una stabilizzazione elettronica, tutto si basa sull’efficacia dell’IBIS e degli ammortizzatori interni. L’ausilio di uno stabilizzatore esterno è altamente indicato, ovviamente, dato che le mie riprese a mano libera sono davvero terribili. Oppure, semplicemente, la GFX 100 non è adatta alle riprese a mano libera. A voi decidere, magari dopo aver guardato il video sul nostro canale YouTube.
Connettività
Ci aspettiamo tutte le maggiori opzioni di connettività da una macchina di alto livello quale la Fujifilm GFX 100, e fortunatamente non rimaniamo di certo delusi.
- Wi-Fi 802.11 ac/b/g/n/a
- Bluetooth BLE 4.2
- USB Type-C (Gen 3.2 1×1) con supporto PD (Power Delivery)
- HDMI Micro (tipo D)
- Connettore stereo mini 3.5mm (microfono)
- Connettore stereo mini 3.5mm (cuffie)
- Connettore 2.5mm (scatto remoto)
- Connettore DC-IN 15V
- Connettore PC-Sync
Batteria
Una batteria al litio NP-T125 è inclusa nella confezione, ma il grip verticale consente di alloggiare due batterie al suo interno. Utilizzando l’obbiettivo GF 63mm F/2.8 e due batterie l’azienda dichiara circa 800 scatti o 100 minuti di registrazione in 4K come autonomia.
Prezzo e considerazioni
Arriviamo al pezzo forte, e la nota dolente in questa sinfonia: il prezzo. Per portarsi a casa questa fotocamera medio formato (o Large Format per Fujifilm, NdR) servono 11.185€. Per il solo corpo, ed una batteria. Un prezzo che viene ampiamente giustificato da diversi fattori, e che reputo sicuramente adeguato per quello che la GFX 100 offre.
Innanzitutto, bisogna pensare al target di questa macchina: ribadisco che non è dedicata al settore prosumer, ma a quello professionale. Chi ha sempre utilizzato una macchina medio formato in studio ora ha la possibilità di utilizzarla in esterna, con un corpo macchina ben realizzato e che racchiude al suo interno il meglio che la tecnologia Fujifilm ha a disposizione al momento.
Non solo il costo del corpo, ma anche delle ottiche, è sicuramente in una posizione totalmente differente rispetto alla concorrenza. I vantaggi del medio formato possono fare la differenza per chi è disposto a spendere i soldi necessari per acquistare il corpo macchina ed uno (o più) dei costosi, ma fantastici, obbiettivi della serie GF con attacco G, pensati appositamente per la serie GFX.
La GFX 100 è una macchina che cattura per le sue potenzialità, ma bisogna dargli credito per ciò che è al momento: un prodotto di nicchia, che farà la felicità di una ristretta cerchia di professionisti che potranno sfruttare al massimo tutti i vantaggi del medio formato. Fotografi che si specializzano in paesaggi, moda, commerciale hanno una potentissima, affilata, micidiale e precisa arma al proprio fianco. Per tutti gli altri, ci sono tantissime opzioni valide in qualsiasi campo. Ma di medio formato da 100 Megapixel, al momento, ce n’è solo una, ed unica: la Fuijfilm GFX 100.