La conferenza BUILD di Microsoft inizierà tra poche ore e durerà tre giorni: stando agli ultimi rumor, il primo di questi potrebbe rafforzare ancor di più il senso di quella famosa slide che recitava “Microsoft ♥ Linux” e provocare “seri problemi di salute” a un bel po’ di gente.
In tutta onestà, quando ho letto ciò che i rumor più insistenti – ed affidabili – hanno previsto sono stata molto vicina ad avere un infarto, complice il fatto che tutto ciò potrebbe avere senso visto che nella build Redstone di Windows 10 sono state trovate parti di codice appartenenti ad un sottosistema Linux.
Stando a quanto è trapelato da fonti interne a Microsoft e Canonical, quest’ultima la società alle spalle del sistema operativo Ubuntu, tra poche ore il big di Redmond dovrebbe presentare nuovi plugin e strumenti integrati (o integrabili) nel sistema operativo Windows 10 per eseguire nativamente la shell Bash – la linea di comando Linux che tutti conoscono -, la quale permetterà di impartire comandi e mandare in esecuzione script specifici.
Va detto che grazie a layer intermedi come Cygwin è da tempo possibile eseguire la shell Bash in Windows, tuttavia gli strumenti offerti dal big di Redmond dovrebbero rendere superflue tali metodiche.
Ma c’è di più: secondo i meglio informati, Microsoft permetterà inoltre di eseguire nativamente Ubuntu su Windows 10, senza l’ausilio di ambienti virtuali quali potrebbero essere VMWare, VirtualBox e simili. Le modalità non sono ancora chiare e non è chiaro a che livello Ubuntu potrà essere eseguito su Windows (solo kernel? Solo core minimale? Intero ambiente core? Ambiente core + ambiente grafico?), né se si tratta di qualcosa dedicato esclusivamente ad Azure o ottenibile anche in sistemi operativi come Windows 10 Pro/Business/Educational.
Sta di fatto che sia Microsoft che Canonical, nei mesi scorsi, si sono andate incontro rilasciando strumenti cloud che permettessero un’integrazione quantomeno parziale tra i due ambienti – i container LXC che permettono l’esecuzione di Ubuntu sullo stack Azure sono il frutto di una collaborazione tra le due aziende.
E’ comunque certo che, se una cosa del genere dovesse rivelarsi veritiera, si tratterebbe di un’autentica rivoluzione ancor più inaspettata e sorprendente del cambio di rotta che Satya Nadella ha imposto fino ad ora al big di Redmond, una mano tesa verso il mondo open source – in questo caso materializzatosi in Canonical – che lascerà tutti di stucco ma che a molti potrebbe non piacere, dall’una né dall’altra parte.
E no, per il momento posso dirvi che non si tratta di un pesce d’Aprile anticipato.