Tutti i neofiti, una volta gettatisi nell’affascinante mondo della fotografia, si trovano a far fronte a diverse tecnologie, tipologie di sensori e quant’altro. L’argomento trattato da noi oggi può essere di aiuto per colmare alcuni di questi dubbi ed aiutarvi nella scelta della fotocamera adatta a voi!
Vediamo di cosa si tratta.
Possiamo suddividere le fotocamere in 3 macro aree:
- sensore micro 4/3
- APS-C
- Full frame
Queste tre categorie sono apparentemente molto simili tra loro ma sostanzialmente abbastanza diverse, e basta una semplice ricerca per capire che i sensori Full frame sono appunto quelli a pieno formato mentre gli altri presentano un formato ridotto. Ma in sostanza, direte voi, che cosa mi cambia? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’uno e dell’altro?
E soprattutto perché le fotocamere full frame costano fior di quattrini? Nessun problema… ve lo spieghiamo noi!
Analizziamo punto per punto le varie caratteristiche.
Dimensione del sensore
Il sensore Full frame ha le stesse dimensioni del fotogramma in una pellicola a 35mm, ovvero 24×36 mm. Le scelte che in passato portarono alla creazione di sensori con dimensioni ridotte furono legate soprattutto al costo. Nacque così il sensore APS-C con dimensioni pari a 14,8×22,2 mm.
Non molto tempo fa è stato infine introdotto il sensore micro 4/3, con le sue dimensioni ancora più ridotte pari a 13 x 17.3 mm. Come potete immaginare quest’ultimo permette di dar vita a fotocamere più compatte, adatte soprattutto a chi non ha voglia di trasportare ingenti pesi legati all’attrezzatura.
Qualità dell’immagine
I sensori full frame garantiscono una migliore qualità dell’immagine perché la dimensione di ogni singolo pixel risulta essere più grande rispetto a quello degli altri formati. Il rumore viene gestito meglio, in quanto, essendo maggiore la superficie di ogni pixel lo sarà di conseguenza anche la quantità di luce catturata. C’è da dire però che anche sugli altri sensori sono stati fatti dei passi la gigante, apportando migliorie anche gli aspetti sopra citati.
In sostanza, il full frame offre maggiori garanzie ma ciò non sta ad indicare una carenza dei suoi ”avversari”. In questo campo non esistono regole che vadano bene per tutto, tutto è relativo all’utilizzo e alle condizioni di scatto.
Ottiche
L’immagine ottenuta con sensori differenti sarà diversa, in quanto sul sensore più piccolo (e dunque su APS-C e micro 4/3) si perderà una certa porzione di foto rispetto ad una foto scattata con sensore full frame, qui di seguito un esempio.
Da un altro punto di vista, però, il sensore più piccolo ma con una maggiore densità di pixel consente di ottenere un’immagine più dettagliata di quel determinato frammento di immagine ingrandito, o meglio, ravvicinato rispetto ad un full frame.
Questi due effetti hanno a che fare con l’angolo di campo, ossia la porzione catturata effettivamente dal sensore.
I sensori più piccoli hanno sempre un fattore di moltiplicazione chiamato crop factor. Quest’ultimo sui sensori APS-C Canon è di 1.6x, sui Nikon-Sony-Pentax 1,5x e infine sui micro 4/3 è 2x.
Questo taglio è dovuto proprio al fatto che nei sensori più piccoli l’angolo di campo catturabile è appunto 1.6x, 1.5x, 2x più piccolo rispetto a quello che si ottiene su un full frame. Quindi, un 50mm montato, ad esempio, rispettivamente sui tre sensori non avrà lo stesso angolo di campo.
Fattore di moltiplicazione
Facciamo ora qualche esempio pratico per assimilare al meglio questa differenza relativa al crop factor, così da avere un’idea sulla resa di alcune lunghezze focali:
FULL FRAME | APS-C | MICRO 4/3 |
24 mm | 36 mm (24 x 1,5) 38 mm (24 x 1,6) |
48 mm (24 x 2) |
35 mm | 52 mm (35 x 1,5) 56 mm (35 x 1,6) |
70 mm (35×2) |
100 mm | 150 mm (100 x 1,5) 160 mm (100 x 1,6) |
100 mm (50 x 2) |
200 mm | 300 mm (200 x 1,5) 320 mm (200 x 1,6) |
200 mm (100 x 2) |
Questo è un vantaggio enorme per chi vuole fotografare oggetti, animali o qualsiasi altra cosa a cui, per un motivo o per l’altro, non è possibile avvicinarsi più di tanto. Ragion per cui con obiettivi dotati di lunghezze focali più corte è possibile avere un buon risultato a favore dei prezzi e dell’ingombro.
Chi invece vuole fare scatti con focali corte potrà risultare penalizzato, ma non è così. Esistono in commercio degli obiettivi grandangolari creati ad-hoc per i sensori APS-C, che hanno una serie di caratteristiche ottiche capaci di diminuire notevolmente la lunghezza focale così da ottenere un angolo di campo elevato.
Altre differenze
I sensori Full frame, come già evidenziato in precedenza, solitamente hanno una concentrazione di pixel inferiore rispetto agli APS-C ed ai micro 4/3, e dunque sono avvantaggiati nella gestione del rumore in fotografie scattate ad alta sensibilità.
Questo accade perché una minore densità di componenti elettroniche consente di ridurre le interferenze che queste percepiscono pertanto è possibile scattare ad alti ISO con disturbi inferiori.
Da un altro punto di vista, però, c’è da dire che le ottiche hanno una qualità migliore verso il centro che tende a degradare più o meno velocemente verso i bordi.
Questo può essere il punto di forza dei sensori APS-C (o ancor di più micro 4/3) , che catturano la parte centrale dell’immagine e di conseguenza ne usano la parte migliore.
Conclusioni
I sensori APS-C e micro 4/3 sono a tutti gli effetti i fratelli minori dei full frame ma nonostante ciò non devono essere affatto sottovalutati. Gli svantaggi più evidenti sono appunto il ridotto angolo di campo e il maggiore rumore ad alti ISO. Ma questi possono essere sormontati dai vantaggi, soprattutto in termini di ingombro e di costo più contenuto.
Ma come si è potuto benissimo capire durante la lettura di questo articolo i sensori a dimensioni ridotte non sono affatto lasciati a se stessi… anzi! Questo settore è costantemente in via di sviluppo.
Come già detto, sono state lanciate sul mercato delle ottiche dedicate che consentono di raggiungere angoli di campo elevati ed infine, per quanto riguarda la riduzione del rumore ci troviamo di fronte ad un continuo cantiere aperto.