Con il termine sovraesposizione si descrive la situazione in cui il sensore in fase di scatto riceve troppa luce e ciò determina una fotografia troppo chiara. In fotografia digitale (a differenza di quella analogica in cui una sovraesposizione poteva causare una caduta in termini di qualità di scatto) non presenta un grosso problema ed, anzi, in alcuni casi è addirittura una cosa voluta dal fotografo.
Per capire al meglio questi concetti partiamo con l’analizzare le differenze tra una macchina fotografica e l’occhio umano nell’ambito della cattura delle differenti gradazioni di grigio. L’occhio umano è in grado di passare dal nero al bianco in maniera uniforme, a differenza del sensore fotografico che si concentra sui toni che tendono al bianco. Per fare un esempio pratico, basta prendere in considerazione delle immagini a 12 bit (dotate di 4096 livelli) così da capire che solo 64 sono dedicati al nero, 128 alle sfumature di grigio molto scure, 256 invece per quelli medi e i restanti per le tonalità molto chiare.
La macchina fotografica, dunque, non è in grado di interpretare i colori come l’occhio umano ed interpreta in modo differente la scena.
Quando fotografiamo una scena abbastanza scura la gamma dinamica verrà spostata verso sinistra, nella zona dei grigi più scuri. In fase di post i produzione, se questa gamma sarà molto compressa, aumentarla farà apparire parecchio rumore o la presenza di posterizzazione dovuta al salto da un tono all’altro. Ma in tutto ciò che utilità ha la sovraesposizione? Beh, sovraesponendo avremo sicuramente una foto con tonalità più chiare, questo ci permetterà di avere una gamma dinamica più ampia permettendo delle correzioni migliori in post. Esistono però dei limiti da tenere in conto.
Il corretto range di sovraesposizione
Le sovraesposizioni molto spinte vanno a bruciare letteralmente le tonalità più chiare all’interno della nostra scena impostando sul bianco le tonalità che non riuscirà a distinguere. In questo caso, per evitare questo spiacevole inconveniente, corre in nostro aiuto l’istrogramma dell’immagine visualizzabile in fase di scatto direttamente sul display della nostra fotocamera.
Oltre la valutazione attraverso l’interpretazione dell’istogramma, di base, non si dovrebbero mai superare i due stop di sovraesposizione ma ciò ovviamente dipende dalla scena fotografata e dalle parti luminose che conterrà. Quest’ultime possono essere una vera e propria salvezza per i nostri scatti perchè permetterà di non bruciare le zone chiare sovraesponendo solo le zone scure utilizzando un metodo di misurazione spot.