TIM si è resa protagonista, durante le scorse ore, della sperimentazione delle nuove tecnologie in upload per il raggiungimento di soglie di trasferimento sempre più alte; purtroppo, però, ancora una volta la società si è resa protagonista di una pratica giudicata scorretta dall’Agcom e riguardante una rimodulazione tariffaria risalente al 2015.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha accertato l’inottemperanza da parte della società Telecom Italia alla diffida impartita lo scorso 22 Aprile 2015, relativa alla manovra con cui lo scorso 1 Maggio la società ha “spostato” automaticamente e senza esplicito consenso una parte cospicua della propria clientela di rete fissa dal classico piano tariffario a consumo verso un’offerta “flat”.
Di fatto, i clienti sono stati ricollocati da Telecom Italia all’offerta flat “Tutto Voce” in assenza di espresso consenso.
Rispetto agli obblighi informativi, nonostante Telecom Italia abbia migliorato a seguito della diffida la trasparenza delle comunicazioni alla clientela ed esteso i termini per esercitare il diritto di recesso, gli approfondimenti istruttori hanno mostrato che le informazioni fornite non si sono rivelate del tutto corrette e adeguate. Inoltre, le misure specifiche per acquisire il consenso “ora per allora” si sono rivelate inidonee e inefficaci.
Di conseguenza, l’Autorità ha imposto a Telecom Italia una multa pari a 2 milioni di euro.
In altre parole, l’AgCom ha punito Telecom Italia per aver spinto “brutalmente” la maggior parte della sua utenza – che presumibilmente utilizzava occasionalmente i servizi di rete fissa – verso un piano flat, che in relazione alla precedente tariffa porta comunque più soldi alle casse dell’azienda.
E a chi fosse riuscito ad evitare il passaggio automatico negando esplicitamente l’autorizzazione ad esso, TIM ha recentemente riservato un’altra bella sorpresa: il raddoppio della tariffa per le chiamate voce e l’aumento dello scatto alla risposta. E, questa volta, con la dovuta e trasparente informazione.
Buon appetito!