Il connettore USB type-C (chiamato comunemente USB C o USB tipo-C) rappresenta un nuovo standard USB che, da qualche anno a questa parte, viene implementato in tutti i dispositivi. Facilmente riconoscibile dal suo aspetto schiacciato, si caratterizza per i suoi angoli stondati e essere reversibile (può essere inserita in entrambi i lati), le sue dimensioni sono di 8.4 × 2.6 mm.
L’USB-C utilizza ben 24 PIN rispetto, ad esempio, al vecchio USB Type-A con supporto USB 3.0 che utilizza 9 PIN oppure quello con supporto 2.0 che ha soli 4 PIN.
USB type-C: a cosa serve
Si può trovare sul mercato in 3 varianti: 3.1, 3.0, 2.0 (la prima è sicuramente la versione più performante) e le principali peculiarità risiedono nel fatto che, attraverso lo stesso cavo, si riesce a:
- trasmettere, anche contemporaneamente, segnali video, audio, dati (fino a 10 Gb/s), corrente elettrica in maniera, com’è ovvio, bidirezionale;
- collegare il dispositivo ad un monitor o televisore esterno;
- ricaricare il dispositivo;
Azioni che, prima, per essere svolte necessitavano di diversi cavi.
Un cavo USB Tipo-C di nuova generazione può essere utilizzato, quindi, anche per ricaricare la batteria di un laptop erogando fino a 100W di potenza. Lo standard USB-C non è compatibile fisicamente con i precedenti standard, ma comunque riesce a supportare pienamente le connessioni USB 2.0 e USB 3.0, oltre che l’interfaccia Thunderbolt 3. Intel utilizza infatti questi standard USB per consentire l’utilizzo dell’interfaccia, facilmente identificabili attraverso dei piccoli loghi che lo stesso produttore mette sul proprio dispositivo.
Bisogna porre molta attenzione nell’acquisto di questi nuovi cavi in quanto, l”ingegnere di Google Benson Leung, ha dichiarato più volte che sul mercato sono in circolazione molti connettori type-C mal progettati che potrebbero creare seri danni ai vostri dispositivi. Per evitare questo, è importante acquistare soltanto i cavi con la certificazione adeguata e riconosciuta (“certified USB charger”), con la giusta potenza di voltaggio supportata, che consente al dispositivo di verificare autonomamente la sicurezza del cavo stesso, tenendo presente che, se il prodotto collegato alla porta USB Type-C non si qualifica come “certificato” e quindi “sicuro”, l’operazione di ricarica della batteria non viene autorizzata per prevenire qualunque eventuale danno.
Se sei alla ricerca di un cavo type-C, ti consiglio di approfondire in questa guida che abbiamo fatto per te.
USB type-C: quali sistemi operativi supporta
Essendo, come detto sopra, sempre più in voga il suo utilizzo, è possibile trovare questo standard su dispositivi che hanno i più variegati sistemi operativi: per il settore mobile infatti, questo standard funziona sia su iOS (a partire dalla versione 12) che su Android (dalla versione 6.0 Marshmallow), mentre per il settore computer è presente su dispositivi basati su Windows 10, Windows 8.1, macOS (dalla versione OS X Yosemite) e Linux (da kernel 4.6 in poi).
Su quali dispositivi si trova
Ricordando che il primo prodotto degno di nota ad adottare questo standard fu lo Zuk Z1, smartphone di Lenovo, nel corso degli anni sempre più produttori hanno deciso di implementarla nei loro dispositivi. Avendone capito l’incredibile potenziale, ormai la USB type-C la ritroviamo facilmente su quasi tutti i dispositivi, che siano essi tablet, computer o smartphone. Si pensi che sono presenti sul mercato anche dei PC che sono dotati soltanto di connettori type-C, basti pensare agli ultimi PC Lenovo e ai nuovi MacBook di Apple.
Da non dimenticare che, proprio per le sue caratteristiche, in alcuni smartphone, per ottimizzare gli spazi, si utilizza questo standard anche per collegare le cuffie, sostituendolo di fatto al jack (da 3.5 mm), senza non poche polemiche da parte degli acquirenti, che, se non fossero in possesso di cuffie bluetooth, saranno costretti a comprare un adattatore.
Se siete alla ricerca di cuffie bluetooth con connettore USB type-C, vi consiglio infine di consultare la nostra guida.
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