Se hai un dispositivo Android non proprio all’ultimo grido, ti sarai chiesto molte volte come velocizzarlo ma sei solo incappato in quegli inutili programmi che si trovano sul Play Store che promettono di rivitalizzarlo “svuotando la RAM” ed agendo sul processore. Se sei passato anche tu da questa tappa, che accomuna molti utenti, ti sarai certamente accorto che questi “mezzucci” non solo non fanno il proprio lavoro ma, spesso, rischiano di fare anche danni.
Parliamoci chiaro, non ti svelerò il Santo Graal o il metodo infallibile per rivitalizzare il tuo Y5 di 5 anni fa e farlo sembrare un Top di Gamma del 2018 ma, sicuramente, ti aiuterò a rendere il tuo dispositivo un pochino più leggero e performante grazie a questi semplici consigli che, probabilmente, qualcuno conoscerà.
- AGIRE SULLE APPLICAZIONI
- Disinstallare le applicazioni inutili;
- Installare applicazioni alternative;
- Identificare le applicazioni che si avviano all’accensione;
- Identificare le autorizzazioni delle applicazioni;
- Controllare il consumo della batteria;
- Disabilitazione e disinstallazione delle app inutili di sistema;
- Modificare la sincronizzazione;
- OTTIMIZZARE IL DISPOSITIVO
- RIPRISTINO
- EXTRA, MODDING
AGIRE SULLE APPLICAZIONI
Disinstallare le applicazioni inutili
Partiamo dal principio: uno smartphone pieno zeppo di applicazioni (molto spesso inutili) nel corso del tempo perde la sua reattività e fluidità. Le memorie, soprattutto in dispositivi mobili e di medio/bassa fattura, perdono gradualmente le proprie performance incidendo in maniera netta sulla velocità del sistema, rendendo l’apertura delle applicazioni e la ricerca dei file salvati ben più lenta.
Questo è un processo “naturale” che si accentua in base all’utilizzo dell’utente ed un disco a stato solido, come lo sono le eMMC (o similari) installate sugli smartphone, lavora “peggio” quando è quasi completamente pieno. Il primo consiglio è quello di avere, sempre, almeno il 25% della memoria interna libera.
Per questo è buona norma, soprattutto quando parliamo di memorie abbastanza piccole (come lo possono essere quelle di smartphone di qualche anno fa), cancellare le applicazioni che non vengono quasi mai usate o, se possibile, spostarle su una scheda SD.
Installare applicazioni alternative
Un metodo essenziale sia per risparmiare memoria che per mettere meno sotto sforzo processore e batteria è installare delle applicazioni alternative, dette anche “client“, che non sono altro che porting delle versioni web o modifiche fatte alla versione originale eliminando funzioni inutili.
Un esempio lampante di come i client possano fare la differenza lo vediamo con Facebook, applicazione notoriamente pesante ed “energivora”. L’applicazione ufficiale arriva a pesare, dopo qualche settimana di utilizzo, fino a 400MB, diventando una delle applicazioni che drena più batteria.
Installando una delle alternative la situazione cambia drasticamente sia in termini di memoria su disco che in termini di batteria. Una lista di applicazioni alternative è:
- Facebook: Facebook Lite, Metal, Frendly, Fast, Swipe;
- Messenger: Mesenger Lite, Metal, Friendly, Swipe;
- Browser: Opera Mini, Via Browser;
- Google Maps, Amazon, eBay, Twitter: siti mobile;
Identificare le applicazioni che si avviano all’accensione
La manfrina delle applicazioni all’avvio l’avrai sentita mille volte e, probabilmente, non l’hai mai presa in considerazione ma, come per i PC, questa è una cosa molto importante in quanto un’applicazione che si avvia all’accensione rimarrà sempre aperta in background, anche quando non vuoi utilizzarla.
Le applicazioni consigliate all’accensione dello smartphone, quando questo è molto vecchio o con caratteristiche hardware non proprio ricercatissime, dovrebbero essere quelle necessarie al corretto funzionamento del sistema (e questo Android lo fa in automatico), quelle di messaggistica istantanea, alcuni servizi Google e la tastiera.
Per scegliere quali applicazioni avviare la procedura può cambiare di sistema in sistema anche se, di solito, il tutto è raggiungibile dalle Impostazioni > Applicazioni.
Identificare le autorizzazioni delle applicazioni
Le autorizzazioni che si concedono alle applicazioni sono un aspetto che spesso, erroneamente, si sottovaluta. Le applicazioni, quando installate, richiedono una serie di autorizzazioni per utilizzare dei dati o dei sensori e per questo spesso possono consumare batteria, sfruttare le componenti hardware (per lo stesso motivo) e, soprattutto, rubare dati sensibili.
Ci sono vari esempi emblematici che rappresentano esattamente la situazione. Il primo esempio ha come protagonista un’applicazione a caso, Salva una vita, che è un’applicazione creata dal Ministero della Salute e dalla FNOMCeO per aiutare a prestare un Primo Soccorso in caso di incidenti o problemi di salute. All’interno dell’applicazione c’è una funzione che permette di chiamare il numero di emergenza (118) premendo un tasto. Questa funzione richiede l’autorizzazione, ovviamente, alla funzione “Telefono” che attenzione non avrà accesso alla lista delle telefonate ma, semplicemente, alla funzione telefono.
Abbiamo poi un’applicazione Torcia come ce ne sono tante sugli store. In questo caso l’applicazione avrebbe bisogno solo dell’accesso alla fotocamera (e, a seconda della versione di Android manco quella) ma richiede altre autorizzazioni assolutamente inutili allo scopo quali Foto/elementi multimediali/file, Microfono e Informazioni sulla connessione Bluetooth. Inutile dire i rischi a cui andiamo incontro.
Controllare il consumo della batteria
La batteria è un elemento molto importante da monitorare in quanto un consumo eccessivo di essa, portato da un’applicazione in generale, potrebbe far scattare una lampadina d’allarme.
Ci sono applicazioni che, ovviamente, rimanendo sempre in background o scaricando una mole non indifferente di dati quando utilizzate, drenano particolarmente la batteria e se si ha uno smartphone datato bisognerebbe tenere sempre sotto controllo questi “consumi”.
Android ha un gestore della batteria predefinito che mostra, in percentuale, quanto una specifica applicazione abbia influenzato lo scaricamento della batteria, ma spesso questo è molto vecchio, impreciso, incompleto o, addirittura, sballato. Per questo sono nate varie applicazioni molto più accurate che aiutano a tenere sotto controllo tutti i consumi, lo stato di salute della batteria e molti altri parametri.
La prima è AccuBattery che non richiede nessun permesso di Root e che è molto accurata (da qua il nome) sia nelle percentuali che, soprattutto, nei numeri. Fornisce dei report sia per quanto riguarda il consumo delle app, sia per quanto riguarda lo scaricamento (ed anche il caricamento) della batteria.
La seconda applicazione, più conosciuta e considerata il “guru” del settore, è GSam Batttery Monitor, anch’essa molto accurata e precisa. Ne abbiamo parlato approfonditamente in altri articoli che ti consiglio di leggere.
Disabilitazione e Disinstallazione delle APP di Sistema
Questa è una procedura che varia di dispositivo in dispositivo e, soprattutto, se il device è rootato o meno. Se non sai cos’è il Root e vuoi capirne di più, ti lascio alcuni nostri articoli di approfondimento.
Tra disabilitazione e disinstallazione delle applicazioni di sistema ci sono alcune differenze sostanziali che, però, sono molto importanti. Innanzitutto bisogna sapere che per disinstallare le applicazioni di sistema bisogna avere per forza un dispositivo rootato, mentre per disabilitarle no.
- La disabilitazione delle applicazioni non è altro che un’impostazione che permette di “ibernare” le applicazioni affinché non possano più avviarsi, scaricare aggiornamenti e continuare a occupare spazio aggiuntivo in memoria (l’applicazione sarà comunque presente, ma verranno eliminati tutti i file “inutili” come i file di cache) permettendovi di risparmiare non solo memoria ma anche RAM nel caso in cui fossero applicazioni “invasive”. La procedura è standard ed è accessibile dalle Impostazioni > Gestione Applicazioni (o solo Applicazioni) > app da disabilitare > Disabilita.
- La disinstallazione, ovviamente, elimina tutte le tracce dell’applicazione dal dispositivo. Parlando di app di sistema, ovviamente, il discorso si fa più complicato e per questo ci vuole il root.
Per disinstallare le app di sistema, infatti, c’è bisogno di un’applicazione, System app remover, che ovviamente richiede i permessi di root. System App Remover è un’applicazione intelligente che riconosce quanto un’applicazione è di sistema, ha delle “chiavi” necessarie per il sistema o può essere disinstallata senza nessun patema.
IBERNARE LE APPLICAZIONI (ROOT)
La vera differenza, soprattutto in termini di batteria, la fa però l’ibernazione delle APP che viene fatta grazie all’applicazione Greenify.
Greenify, infatti, consente di ibernare le applicazioni fino ad un nuovo avvio, “congelandole” cioè evitando che queste continuino a lavroare in background.
MODIFICARE LA SINCRONIZZAZIONE
Le applicazioni che richiedono la sincronizzazione dei dati impostano questa, di default, in “automatica” o “automatica con WiFi“, ciò vuol dire che ogni qual volta ci collegheremo al WiFi l’applicazione sincronizzerà i propri dati. Nonostante la sincronizzazione sia una funzione importante ed utilissima (basti pensare a Google Foto), questa è una procedura comunque impegnativa ed una notevole quantità di applicazioni che si sincronizzano automaticamente mette sicuramente molto sotto stress l’hardware dei dispositivi più vecchi.
Impostando la sincronizzazione “manuale” oppure “solo con dispositivo sotto carica” (sono esempi, ma tutte le applicazioni hanno delle voci del genere) potremo decidere se sincronizzarle manualmente oppure se attivare la sincronizzazione solamente quando il dispositivo si caricherà.
OTTIMIZZARE IL DISPOSITIVO
L’ottimizzazione dei dispositivi è possibile. Certo, anche in questo caso non aspettiamoci miracoli, ma grazie ad alcuni stratagemmi è possibile alleggerire, nel possibile, il sistema operativo rendendolo più leggero e performante.
EFFETTUARE IL TRIM (ROOT)
Se hai anche un computer, avrai spesso sentito parlare della deframmentazione, un procedimento di riscrittura dei dati in settori di memoria adiacenti così da ottimizzare la ricerca futura.
Nelle memorie a stato solido la deframmentazione è un procedimento da evitare ma anche esse hanno bisogno di una sorta di ottimizzazione e questa viene fatta attraverso il TRIM. Il TRIM non è altro che un controllo della mappatura dei files all’interno della memoria. Da questa procedura il Controller NAND (l’equivalente della testina) riceve una mappatura completa che gli consente di evitare di cercare i file in parti della memoria vuote e, quindi, ottimizzare i tempi di ricerca e caricamento. La differenza tra il TRIM e la deframmentazione sta nella logica e nella struttura delle memorie: il TRIM infatti non modifica in nessun modo né i dati né la loro posizione all’interno della memoria.
Per effettuare il TRIM è essenziale avere una versione di Android superiore alla 4.3, il root e l’applicazione Trimming. Consigliabile fare l’operazione di trimming con il telefono in carica e con la Modalità Aereo attiva.
EVITARE SFONDI ANIMATI, LAUNCHER PESANTI E WIDGET
Gli sfondi animati, i launcher sofisticati e i mille widget presenti sul Play Store piacciono a tutti ma se vogliamo ottimizzare le prestazioni dovremmo privarci di tutto ciò.
Gli sfondi animati possono essere immagini GIF o vere e proprie animazioni che richiedono un continuo calcolo da parte del processore che potrà sembrare una cosa ininfluente ma su device poco performanti può fare senza problemi la differenza.
I launcher sono delle applicazioni che devono rimanere sempre attivi e pronti per essere richiamati. Spesso è buona cosa non cambiare il launcher di sistema visto che è nato, testato e programmato dalla casa madre ma spesso, soprattutto nei dispositivi recenti, questi launcher integrano tantissime funzionalità che all’utente medio potrebbero non servire, rallentando solamente il dispositivo.
Per i widget vale lo stesso discorso del launcher con l’aggravante del continuo aggiornamento che molti di questi richiedono (basti pensare ai widget meteo o quelli dell’operatore).
ATTIVARE LA MODALITÀ SVILUPPATORE
Questo è un passaggio preliminare. La Modalità Sviluppatore è una modalità attivabile su Android che permette di abilitare delle voci di menù, inizialmente nascoste, utili per modificare alcune impostazioni di Android.
Per attivare la modalità sviluppatore basterà recarci nelle Impostazioni > Info sul telefono e tappare 8 volte sul numero della build del dispositivo. Ad un certo punto comparirà un contatore che ci notificherà l’attivazione della modalità.
MODIFICARE LE ANIMAZIONI
Questo è un consiglio vecchio come il mondo ma che fa sempre la differenza. Dopo aver abilitato la modalità sviluppatore sarà possibile andare a modificare le animazioni di Android. Le animazioni non sono altro che quegli effetti che rendono più gradevole alla vista il sistema operativo ma che comunque richiedono una quantità di calcoli rilevante per i processori di vecchia concezione. Andando a cercare le voci inerenti alle animazioni ne troveremo 4 impostate di default a x 1, x 1.5 o x 2: per ottimizzare il sistema è consigliabile impostarle a x 0.5 addirittura disabilitarle (anche se, così, il sistema diventerà molto scattoso).
RIPRISTINO
Se tutti i consigli non hanno portato a nessun beneficio considerevole, prima di cambiare il tuo device o convivere con la sua lentezza puoi provare a effettuare il famoso ripristino che, comunque, andrebbe fatto almeno una volta all’anno.
Il ripristino, o Ripristino alle condizioni di Fabbrica, non fa altro che cancellare tutti i dati e reimpostare il device come la prima volta che lo avete acceso. Abbiamo già dedicato molto spazio al reset per Android e qui sotto trovate una guida dettagliata su come farlo.
EXTRA: MODDING
Se sei un utente consapevole o, meglio, esperto, puoi prendere seriamente in considerazione il modding del dispositivo.
Tramite il modding, infatti, è possibile rivitalizzare il proprio smartphone sfruttando meglio le risorse hardware del dispositivo e apportando modifiche interessanti al software. Nel modding possiamo ritrovare:
- Custom ROM: le Custom ROM sono dei veri e propri sistemi operativi alternativi, sempre basati su Android, creati spesso dalle community (una su tutte XDA) che molte volte sono una manna dal cielo per dispositivi vecchi o con un software ormai obsoleto e poco performante;
- Modifiche al Governor (ROOT): questa sarebbe una procedura da fare su tutti i dispositivi un po’ vecchiotti su cui si hanno i permessi di Root. Grazie ad alcune applicazioni come Kernel Auditor e LSpeed, infatti, è possibile agire sul governor impostandolo con dei settaggi (possono cambiare da smartphone a smartphone) che obbligano la CPU ad utilizzare solo alcuni core, a non superare certe frequenze e molto altro ancora.