Chi usa Instagram sa bene cosa sono gli hashtag, la vera e propria potenza di questo socia network. Il primo social tra quelli famosi ad utilizzarli fu Twitter, per poi approdare su Instagram e anche su Facebook.
Spesso il loro utilizzo viene frainteso oppure è del tutto sbagliato, per questo motivo siamo qui per spiegarvi come usare gli hashtag Instagram al meglio e senza commettere errori. Se seguite i consigli, riuscirete anche a rendere più popolare le vostre foto ed i vostri profili.
- Cosa sono gli Hashtag
- Come vanno utilizzati
- Gli Hashtag più popolari
- Gli Hashtag proibiti
- Possibilità di seguirli
- Come funziona l’algoritmo e cos’è lo shadowban
Cosa sono gli Hashtag?
Cominciamo dal principio, cos’è un Hashtag? Essenzialmente è un’etichetta (tag) preceduta da un cancelletto (hash) e serve, in poche parole, a mettere un contenuto in evidenza.
Lo scopo degli hashtag, infatti, è quello di far arrivare a più persone possibili un contenuto in base alla sua tematica. Ad esempio, cercando #natura, ci usciranno un mucchio di foto che contengono l’hasthag #natura e che sono, effettivamente, delle immagini di un paesaggio naturale (arriveremo dopo a vedere come).
Facciamo un esempio: se siete in procinto di farvi un bel bagno caldo in una piccola e accogliente vasca, potreste usare l’hashtag #relax. In questo caso chiunque cercherà o seguirà quell’hashtag troverà tutte foto e video Instagram relative al relax.
Come vanno utilizzati
L’hashtag è sempre preceduto dal simbolo cancelletto (#) e la parola non ha mai spazio: saper usare gli hashtag Instagram giusti permette di aumentare visualizzazioni, like e commenti. Possono essere inseriti sia all’inizio del post, sia in una normale frase, sia alla fine e anche nei commenti.
L’utilizzo degli hashtag, però, deve essere mirato ed avere un senso: #relax, #nature, #stadium sono un ottimo modo per condividere la propria foto, ma non tutte le parole sono adatte per essere taggate. Qui sotto due esempi pratici.
Nel primo caso, nonostante ci siano dei tag non proprio “ricercati”, il post va bene sia in un contesto interno (quindi per i tifosi del Bari), sia in un contesto esterno (quindi tifosi o sportivi in generale). C’è però un tag totalmente senza senso che non solo non mette in nessun modo in evidenza il post (sfido chiunque ad andare a cercare #non) ma rischia anche di abbattere la priorità del post, una sorta di penalizzazione che l’algoritmo di Instagram applica automaticamente.
Nel secondo caso, invece, c’è un post che ha saputo usare gli hashtag in modo semplice ed efficace, sebbene li abbia relegati solamente nella parte finale del post.
Esistono vari tipi di hashtag, detti “Community hashtag“, che consentono alle persone di essere indirizzate verso una tematica ben precisa, per esempio ”#whatieatinaday” ovvero “#cosamangioinungiorno”.
Potrete così trovare tutti i pranzi o le cene di persone che come voi amano condividere le loro ricette, ma anche dare consigli e ispirazioni per un piatto nuovo. Un altra categoria è “Branded hashtag” e consiste nello sponsorizzarvi, ovvero se avete un profilo aziendale e pubblicate una foto della vostra azienda potrete mettere come hashtag “#Mybigcompany, oppure qualsiasi cosa che si attiene alle vostre attività, insomma potrete sbizzarrirvi ottenendo ottimi risultati.
Possibilità di seguirli
Da qualche anno Instagram permette non solo di seguire utenti e pagine ma anche alcuni hashtag. Infatti se nella barra di ricerca inseriamo un hashtag come #chimerarevo, nella pagina che si aprirà potremo decidere se seguire quell’hashtag. Ciò vuol dire che ogni qual volta qualcuno pubblicherà un contenuto con quell’hashtag, il post ci comparirà nella home come accade per tutti i nostri contatti seguiti.
Gli Hashtag più utilizzati
Per ogni tipologia di foto esistono migliaia di hashtag, basti pensare che per una foto che raffigura un paesaggio naturale potremmo usare #natura, #nature, #naturepic, #natural, #naturephotography, #naturezza e altri mille altri termini.
Per diventare veri e propri esperti dovrete scrutare un po’ tra i vostri follower e notare come loro utilizzano gli hashtag e quali sono quelli più frequenti. Alternativamente potete consultare questa lista dei migliori hashtag Instagram oppure affidarvi a delle app che trovate nel Play Store di Android o nell’App Store di Apple.
Il punto fondamentale, però, rimane sempre quello: utilizzare solo hashtag pertinenti. Utilizzare hashtag molto ricercati potrebbe essere un bene ma anche un male.
Dovessimo parlare di un argomento tecnologico, utilizzare hashtag come #popularpic sarebbe solo controproducente. Molto più intelligente sarebbe studiare i tag che utilizzano i competitors e che cercano il pubblico a cui si vuole arrivare.
Non è raro, poi, che Instagram blocchi la visualizzazione dei risultati di determinati hashtag che “non rispettano le linee guida della community“.
Utilizzando questi hashtag non solo non si ha nessun risultato (in quanto i post sono nascosti) ma c’è un alto rischio di essere penalizzati dall’algoritmo del portale.
Gli Hashtag proibiti
Non è, però, tutto oro quel che luccica. Anche Instagram, ovviamente, applica una specie di filtro ai propri contenuti, “bannando” una serie di termini (questa lista è anche abbastanza piccola in quanto sono solo termini inglesi e mancano i riferimenti al terrorismo) che, per ovvi motivi, non potranno essere utilizzati. Il motivo è semplice, molti di questi termini sono abbastanza “spinti”, provocano odio e razzismo e non sono semplicemente adatti ad una piattaforma pubblica come lo è Instagram.
Un utilizzo reiterato di hashtag proibiti potrebbe spingere il sistema a bannare, temporaneamente o definitivamente, l’autore dei post.
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L’algoritmo di Instagram
Instagram basa tutta la condivisione dei contenuti sugli hashtag e per questo applica delle restrizioni anche abbastanza stringenti. Nel corso del tempo, infatti, gli utenti hanno creato degli hashtag “acchiappa like” e “acchiappa follower” che hanno come loro unico intento quello di scambiarsi, appunto, like e follower in maniera incontrollata. Nonostante possa essere per molti un’azione “innocua”, gli sviluppatori e gli investitori non sono dello stesso avviso e, per questo, si è reso necessario applicare, appunto, alcune restrizioni.
Dato l’abuso degli utenti Instagram ha fissato un termine di tolleranza che prevede fino ad un massimo di 30 hashtag per post, limite oltre il cui parte una verifica automatica del software volta ad analizzare se gli hashtag utilizzati siano realmente inerenti al post. Il controllo si basa su una scansione del fotogramma da parte dell’Intelligenza Artificiale che, grazie al progresso tecnologico, è in grado di riconoscere facilmente il soggetto della foto e, quindi, di capire se gli hashtag utilizzati siano davvero inerenti al contenuto. Nel caso in cui i risultati del controllo siano negativi, il sistema permetterà comunque di pubblicare la foto omettendo, però, tutta la parte della didascalia (anche i vari aforismi inseriti prima dei tag). Per questo mi preme ripetere che vanno inseriti solamente hashtag inerenti al contesto.
Negli ultimi giorni Instagram ha potenziato ancora il proprio algoritmo cambiando sensibilmente il proprio sistema di condivisione. Infatti il numero di hashtag tollerati, nonostante il limite massimo rimanga 30, è diminuito bruscamente, aggirandosi intorno alla decina, penalizzando inoltre chi fa uso di tag non inerenti. Ho fatto alcune prove negli ultimi giorni ed i risultati sono molto interessanti.
In questa foto, che ritrae il lungomare di Bari, ho inserito hashtag molto specifici (come quelli cittadini e regionali) che, infatti, hanno fatto sì che la mia foto venisse visualizzata da utenti pugliesi o appassionati della Puglia. A destra c’è il risultato della ricerca dell’hashtag #bari e, come potete vedere,la mia foto risulta in lista.
La situazione cambia quando vado ad inserire due tag fuori contesto, i classici tag che servono solo a spammare a più persone possibili la propria foto in cerca di like, “likeforlike” e “followforfollow“.
Il sistema, che ha riconosciuto i due tag incriminati, nel giro di 10 secondi ha applicato al mio post un ShadowBan, cioè ha diminuito sensibilmente la priorità del mio post che, come per magia, in #bari è scomparso, così come negli altri hasthag. Da questa situazione ho notato due cose molto interessanti:
- Il numero di like e di follower è effettivamente aumentato, ciò perché lo shadowban è stato applicato solo ai primi tag;
- Lo shadowban non è definitivo. Eliminando, infatti, i tag incriminati, nel giro di qualche minuto il sistema assegna alla foto la sua vecchia priorità e questo gioco può durare all’infinito.
Conclusioni
Come abbiamo visto il mondo degli hashtag è immenso e, se utilizzati correttamente, possono portare a risultati soddisfacenti nel giro di qualche settimana. Il motore e gli algoritmi di Instagram sono in continua evoluzione quindi nel giro di qualche settimana il sistema potrebbe stravolgere, nuovamente, tutto ciò di cui abbiamo parlato.
Speriamo di esservi stati d’aiuto e che questi consigli vi siano stati utili. Potete approfondire l’argomento e le strategie della vostra azienda o profilo consultando i nostri seguenti articoli.