Il nuovo Hotspot 2.0 è stato introdotto da Microsoft sui suoi dispositivi con l’aggiornamento a Windows 10. Ma non è l’unica a supportarlo. Infatti questa funzione è presente anche sui dispositivi con sistema operativo Android 6.0 o superiore e per chi ha macOS 10.9 o superiore e chi utilizza i dispositivi con iOS 7 o versioni successive.
Cos’è Hotspot 2.0?
L’obiettivo di queste nuove reti è quello di abilitare il roaming Wi-Fi che è molto simile a quello cellulare. Infatti l’Hotspot 2.0 rileva una rete “amica” e si collega ad essa puntando così ad avere una copertura in Wi-Fi molto più ampia. Tra l’altro il collegamento avviene in maniera automatica e senza chiedere nulla all’utente.
La connessione tramite Hotspot 2.0, che si basa sullo standard delle specifiche 802.11u, avviene in maniera sicura tramite quattro cambiamenti dalle classiche reti Wi-Fi:
- L’utilizzo degli Hotspot diventa più sicuro perché i dispositivi conoscono già a quale rete è possibile collegarsi.
- Il dispositivo che intende collegarsi può ottenere delle informazioni aggiuntive sulla rete per selezionare la migliore al quale connettersi.
- Questa nuova tecnologia favorisce l’accordo tra i provider delle reti in modo che i propri clienti si connettano in maniera automatica alle reti partner.
- Il requisito fondamentale da avere è la presenza della protezione WPA2
Come abilitare l’Hotspot 2.0 Su Windows
Windows 10 offre un cursore per consentire “di usare la registrazione online per la connessione”. Questo significa che appena si tenta di collegarsi a un Hotspot 2.0 il sistema mostrerà la lista dei fornitori. Per abilitare l’Hotspot 2.0 dovete andare nelle impostazioni di Windows 10 e poi in Wi-Fi > HotSpot 2.0. Una volta attivato il servizio, lo smartphone si collegherà in automatico a tutte le reti supportate.
La funzione è molto interessante, purtroppo però in Italia siamo molto indietro da questo punto di vista. Ma avere la possibilità di usufruire di questo strumento è utile sperando che si diffonda anche da noi.