Ricordate quando, qualche mese fa, Vodafone ha introdotto (ed attivato senza esplicito consenso dell’utente) il servizio Vodafone Exclusive?
Bene, le lamentele dei tantissimi utenti che non hanno gradito l’aumento inaspettato di 1.90€ al mese della propria tariffa base sono stati ascoltate dall’Agcom e, dopo un’attenta analisi, l’Antitrust ha irrogato a tal proposito una sanzione a Vodafone pari ad un milione di euro.
Il motivo sarebbe l’attivazione del servizio aggiuntivo non richiesto “Vodafone Exclusive”: a partire dal 31 Agosto 2015, secondo gli accertamenti dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la società ha attuato nei confronti dei propri clienti, le seguenti condotte:
- l’attivazione automatica del servizio “Vodafone Exclusive” senza il consenso espresso e preventivo dei clienti;
- l’addebito automatico del relativo costo mensile (1,90 euro) e il rifiuto alle richieste di rimborso a seguito dell’attivazione automatica di un servizio non richiesto dai consumatori
In base alle verifiche dell’Antitrust, il pacchetto offerto è di fatto servizio accessorio aggiuntivo alla luce di diverse considerazioni, tra le quali:
- la navigazione sulla rete 4G è consentita solo a coloro che dispongono della condizioni tecniche necessarie;
- la possibilità di disporre di 2 ingressi al cinema al prezzo di un biglietto è garantita unicamente a un numero circoscritto di cinema aderenti alla promozione;
- l’accesso al servizio clienti dedicato 193 è meramente aggiuntivo rispetto al servizio clienti già esistente.
L’Agcm ha imputato dunque a Vodafone una condotta poco trasparente sia per l’attivazione del servizio sia per la modalità di addebito degli importi: l’utente non è stato messo in condizione di rendersi conto che “Vodafone Exclusive” era stato attivata sulla propria SIM e che l’addebito era sistematicamente prelevato dal credito residuo.
Infine, l’Autorità ha anche imposto a Vodafone di pubblicare per trenta giorni consecutivi sulla home page del proprio sito web un estratto del provvedimento, predisponendo un’icona denominata “Comunicazione a tutela dei consumatori”.
Insomma, chi di poca trasparenza ferisce di poca trasparenza perisce. E chissà se TIM, con la sua TIM Prime e nonostante la dovuta cautela usata nel presentarla, non si ritroverà ad affrontare qualcosa di simile…