Di questi tempi non è più difficile trovare in una casa uno speaker smart. Da qualche tempo, infatti, questa tecnologia è stata sdoganata sia grazie a tutte le possibilità che offrono dispositivi del genere, sia, soprattutto, grazie all’ampia gamma proposta dai produttori, che va da speaker più base di gamma da poche decine di euro a quelli top, in modo che tutti possano permettersene uno.
In questa recensione andremo ad analizzare uno dei dispositivi più venduti nell’ambito della smart home, un vero e proprio best buy per quello che offre: l’Amazon Echo Dot di terza generazione. La recensione vale sia per la versione standard che per quella con orologio integrato, perché a parte il piccolo display di quest’ultima, non cambia nient’altro.
Confezione
Come al solito dei prodotti della gamma Echo, anche questo Dot si presenta molto bene, in una piccola confezione del solito colore blu-azzurro che contraddistingue questa serie. All’interno troviamo ovviamente l’Echo Dot, un cavo di alimentazione dello stesso colore del Dot (quindi o bianco o nero) e un libretto di istruzioni, nulla più.
Design e costruzione
Facendo un confronto veloce con il principale avversario di questo Echo Dot, il Nest Mini di Google, per quanto riguarda la costruzione e la qualità dei materiali questo Dot vince a mani basse: più pesante, plastiche e tessuti di miglior fattura. Ha anche un jack in output per collegare sistemi audio alternativi, un piccolo, ma gradito particolare che dà l’opportunità di migliorare tantissimo la qualità del suono – già più che sufficiente – nel caso in cui si possieda qualcosa di più potente dotato di presa AUX o RCA.
Sulla parte superiore del Dot troviamo il caratteristico anello luminoso che si accende quando Alexa viene invocata, e 4 pulsanti, utili per attivare l’assistente, disattivare il microfono e regolare il volume.
Ho apprezzato anche il design, molto minimale e che non esagera sotto alcun punto di vista. Insomma, la componente estetica mi ha convinto decisamente, molto più dei Nest di Google.
L’aggiunta dello schermo nella nuova versione è stata una vera e propria genialata da parte di Amazon. È comodissimo avere anche solo l’orario a colpo d’occhio, ma è possibile anche visualizzare i timer impostati, aumentando l’utilità dello schermo.
Qualità del suono e caratteristiche
Rapportata alle dimensioni generali, la resa audio di questo Echo Dot è assolutamente convincente. Il volume massimo è alto, ma consiglio di non arrivarci mai, in quanto in questo modo il suono viene distorto, non risultando molto gradevole. A volume medio si riesce a riempire una cameretta senza problemi. La voce dell’assistente vocale Alexa risulta sempre chiara, limpida, ma soprattutto molto umana.
I quattro microfoni posizionati sulla parte superiore del Dot sono molto (forse fin troppo, NdR) sensibili, tanto da riuscirmi a sentire anche da altre stanze, quindi sia la hotword per risvegliare Alexa sia i comandi in generale saranno ricevuti nella stragrande maggioranza dei casi.
Il funzionamento di Alexa è esattamente lo stesso per tutti i dispositivi della serie Echo, a tal proposito vi lasciamo il nostro articolo dove vi spieghiamo tutto quello che si può chiedere all’assistente vocale di Amazon.
Ovviamente non manca l’app Alexa, disponibile per iOS e Android, dalla quale è possibile controllare il proprio Echo ed associare anche altri dispositivi smart. Sempre sull’app sono presenti le cosiddette Skill, che non sono nient’altro che delle applicazioni da utilizzare appositamente su Alexa. Come una qualsiasi app, sono utili per fare tante cose: dai giochi ad altre utilità interessanti. Per la domotica sono necessarie, e quando si collega un dispositivo di una casa va scaricata la skill apposita per far funzionare tutto a dovere.
Ma quindi meglio Google Assistant o Alexa?
Una domanda lecita che si fanno in molti è: preferire Google con i suoi Nest e Google Assistant o Amazon con gli Echo e Alexa? Dopo aver provato entrambi gli ecosistemi, a mio avviso, la risposta è molto semplice.
Ovviamente tra i due assistenti vocali non c’è un vincitore assoluto, ma possiamo distinguere chi è meglio per cosa. Grazie alla perfetta integrazione con i dispositivi Android, Android TV e Chromecast, Google Assistant è assolutamente il migliore per quanto riguarda la multimedialità, quindi riproduzione di musica, podcast e video in streaming da piattaforme come YouTube e Netflix. Basta infatti un semplice comando al proprio Google Home o Google Nest per far partire sulla Chromecast tutti i contenuti richiesti, anche con una certa accuratezza, accuratezza che purtroppo ad Alexa manca un po’, rendendo certi comandi un po’ frustranti.
Se però su questo lato Alexa non brilla, posso dire senza indugio che sotto il lato domotico stravince a mani basse. Anzitutto, rispetto a Google Assistant, Alexa supporta circa il doppio dei dispositivi sul mercato, ma soprattutto la gestione è molto più profonda, soprattutto a livello di routine. Le routine sono dei comandi personalizzati che quando impartiti all’assistente vocale eseguono delle azioni che gli abbiamo programmato precedentemente. Esempio pratico: quando dico: “Alexa, studio“, in base a come ho programmato il comando, l’assistente mi accenderà la lampada sulla scrivania, imposterà la luminosità al 100% e la temperatura su toni freddi, mi dirà: “Buono studio!” e farà partire da Spotify una playlist lo-fi. Queste routine esistono anche su Google Assistant, ma non sono così accurate. Infatti, con lo stesso comando non posso regolare né la temperatura della lampada né la luminosità, posso solo accenderla o spegnerla, cosa che limita di molto l’utilizzo di una funzionalità potenzialmente eccezionale.
Ricapitolando: se avete intenzione di domotizzare la vostra casa, scegliete assolutamente Alexa, ma se volete solo sfruttare al meglio le vostre piattaforme di streaming, Google Home e Chromecast sono una combo infallibile.
Prezzo e conclusioni
59,99€ per l’Echo Dot standard e 10€ in più per la versione con lo schermo, ma non è difficile trovarli in offerta, a volte a prezzi veramente irrisori (qualche mese fa con 15€ si poteva acquistare il Dot standard nuovo). Effettivamente, i prezzi di listino sono un po’ alti, ma già a 10-20€ in meno sono dei veri e propri best buy, che straconsiglio a chi si vuole approcciare al mondo degli smart speaker.
Dubbi o problemi? Vi aiutiamo noi
Puoi scoprire contenuti esclusivi ed ottenere supporto seguendo i canali Youtube, TikTok o Instagram del nostro fondatore Gaetano Abatemarco. Se hai Telegram vuoi rimanere sempre aggiornato, iscriviti al nostro canale Telegram.