I NAS – acronimo di Network Attached Storage – sono prodotti molto particolari, indirizzati a quella nicchia di utenti che hanno bisogno di un piccolo server personale dove poter archiviare i propri dati e potervi accedere anche da remoto, senza dover fare affidamento ad alcun servizio di cloud storage.
Questa Buffalo LinkStation 220DR è un modello base, ad un prezzo non troppo alto, ma che svolge il suo compito: più o meno. Non mancano infatti alcuni problemi che ho riscontrato durante l’utilizzo di questo prodotto. Andiamo a scoprire quali sono.
Confezione
Al primo sguardo con la confezione di vendita, si capisce immediatamente che, nonostante il prezzo non esorbitante, non abbiamo a che fare con un prodotto per utenti normali, solitamente attratti dalla belle confezioni. Abbiamo infatti una normale scatola in cartone, molto spartana, all’interno della quale troviamo:
- Il NAS;
- Il cavo di alimentazione con presa Europea o Britannica;
- Un cavo ethernet;
- Manualistica.
Design e qualità costruttiva
Il design di questa LinkStation si allinea con quello dei prodotti moderni: un look minimale, monocromatico ma con un accento di colore rosso sullo sportello frontale e con due led frontali utili per controllare lo stato del NAS. Devo ammettere di aver apprezzato la qualità costruttiva di questo prodotto che, nonostante sia fatto di sola plastica, trasmette una gran solidità quando preso in mano. In più il peso di circa 2 Kg gli consente di rimanere ben saldo a dove è poggiato.
Unico neo, le maniglie per estrarre gli hard disk sono molto delicate, se avete bisogno di estrarre uno dei due hark disk consiglio di fare molta attenzione per non spezzarle.
Scheda tecnica
Ecco un elenco parziale delle specifiche tecniche di questo NAS.
Componenti
- CPU: Marvell ARMADA 370, 800MHz ARMv7 Dual Issue
- RAM: DDR3 256MB
- Drives: 2 x 3.5″ SATA 3 GB/s (nel nostro caso due WD Red da 2 TB l’uno, il NAS può arrivare anche popolato)
- Display: 0.96″ LCD retroilluminato
Porte e input
- Porte USB 2.0: 1
- Porte LAN: 1 x 1000 Mbps
Altre specifiche
- Peso: 1,7 Kg (completamente popolato)
- Dimensioni: 87 x 126 x 205 mm
- Ambiente operativo: 5 ~ 35˚C
Nel caso in cui abbiate bisogno di un elenco più esaustivo vi rimandiamo a questo documento che contiene le specifiche complete.
Prestazioni
Come appena visto, la scheda tecnica non è molto incoraggiante, e le prestazioni sono in linea con le aspettative. Delude sicuramente il quantitativo di RAM, assolutamente non sufficiente per garantire uno spostamento veloce dei dati o per fare una qualsiasi operazione che abbia bisogno di quel poco di memoria in più.
Gli hard disk utilizzati, come già detto, sono dei WD Red, modello sicuramente molto affidabile, ma affidato a un hardware e un software che non lo fanno decisamente brillare, ma parleremo del software nella prossima sezione.
Le temperature, fortunatamente, non si alzano mai di troppo, anche quando sotto stress. Tutto ciò è reso possibile grazie all’aiuto della ventola posta sul retro che, nonostante le dimensioni non esagerate, si rivela perfetta per smaltire il calore.
Software
Il software è la parte che più mi ha fatto storcere il naso di questo prodotto. Sappiamo bene che di questi tempo l’ottimizzazione e l’usabilità del software è assolutamente fondamentale, ed è proprio in questo che la LinkStation si perde. La verità è che non ci sono dei veri e propri malfunzionamenti, le funzioni offerte sono tutte presenti, ma durante tutto l’utilizzo non mi hanno fatto sentire veramente tranquillo o sicuro che funzioni tutto al primo tentativo.
All’interno della confezione è presente della documentazione con i link utili per scaricare i giusti software di gestione del NAS. Il tool principale è NAS Navigator2. Il programma si presenta con una semplice interfaccia dove è possibile visualizzare e gestire i NAS collegati alla rete Wi-Fi. Inizialmente, ci sarà bisogno di configurare il prodotto, quindi, tramite un menu web, sarà possibile accedere a molte più opzioni di gestione.
Una volta dentro le Impostazioni web, si potrà trovare una sezione dedicata a tutte le funzioni del NAS, a partire dalla prima configurazione: connessione alla rete, creazione di cartelle, selezione delle cartelle condivisibili da remoto.
A proposito di connessione da remoto, teoricamente si può fare, la sezione WebAccess è dedicata proprio a questo, ma c’è un problema: non funziona. Attenzione, non voglio certo accusare l’azienda, probabilmente è un problema della mia rete domestica in particolare, che non brilla per velocità e affidabilità, ma nonostante i mille tentativi tra apertura di porte del modem e altro, non sono proprio riuscito ad accedere ai contenuti del NAS da una rete che non sia quella a cui il dispositivo suddetto è collegato.
Eppure, il manuale utente fornito – nota di merito, è veramente un ottimo manuale, completo ed esaustivo – spiega tutta la procedura in maniera semplice ed ottimale, attuabile sia da PC che da smartphone. Nonostante tutto, non sono comunque riuscito a far andare il tutto. Problema mio? Non saprei, ma sono sicuro che una spiegazione ci sia.
Come potete vedere dagli screenshot, l’interfaccia a primo impatto è decisamente organizzata e intuitiva. Il problema si presenta quando si vuole arrivare a qualche impostazione particolare: in quel caso, un pulsante scambiato per un altro può portare alla schermata non pertinente a quello che si cerca e si rischia di perdere tempo e cercare nei posti sbagliati. Per fortuna che c’è il manuale.
Una funzionalità che ho apprezzato è il client BitTorrent integrato, non bellissimo graficamente, ma funzionale. Non è nient’altro che una versione di Transmission adattata al sistema operativo del NAS, sicuramente basato su Linux.
Altra nota dolente del software è che manca un player integrato per la riproduzione dei file video o audio, e bisogna sempre fare affidamento ad applicazioni di terze parti. In più, per i NAS Buffalo in generale non esiste il supporto a Plex Media Server, una delle applicazioni più famose per gestire i propri contenuti multimediali, e ritengo ciò una grave mancanza, visto che tutti gli altri produttori sono invece contemplati nel supporto di questo applicativo. A quanto pare, quindi, non è proprio un NAS pensato per la multimedialità, anche se troviamo il supporto DSD (Direct Stream Digital), per una migliore qualità di streaming della musica, funzionalità particolarmente apprezzata dagli audiofili.
Ultima menzione va fatta alle applicazioni per smartphone (Android e iPhone) che sono due: Smartphone Navigator e WebAccess A.La prima è praticamente un NAS Navigator2 da utilizzare sullo smartphone, per configurare il NAS anche da mobile, mentre la seconda è necessaria proprio per accedere da remoto ai file. Come detto prima, però, l’accesso da remoto non è proprio il punto forte di questo NAS, quindi le app sono automaticamente abbastanza inutili, oltre che non troppo graficamente gradevoli.
Conclusioni e altre recensioni utili
Questo Buffalo LinkStation 220DR è un NAS prettamente per uso domestico, e sinceramente non mi sento di consigliarlo a un professionista o a chi prevede di utilizzarlo fuori casa. Viene venduto già popolato con due hard disk WD Red, in tagli da 2, 4, 6 o 8 TB. I prezzi per i tagli di memoria sono i seguenti:
- 279,90€ (2 TB);
- 349,90€ (4 TB);
- 399,90€ (6 TB);
- 484,90€ (8 TB).
Tale NAS non è venduto su Amazon, ma di seguito troverete il link al sito di Buffalo che porta a tutti i rivenditori di questo prodotto, nel caso in cui siate interessati.
ACQUISTA | Buffalo LinkStation 220DR
Il prezzo è alto, anche per un prodotto di questa fascia, ma è giustificato dai 3 anni di garanzia offerti dall’azienda, ma ne vale la pena? Secondo me no. Di seguito quindi troverete i box per andare a leggere altre recensioni di NAS migliori.