Con l’introduzione di sensori sempre più all’avanguardia e di algoritmi mirati, il mondo degli smartphone ha cambiato radicalmente quello che è sempre stato il concetto di fotografia. La possibilità di avere nelle proprie tasche un dispositivo che sappia scattare bene e che permetta di condividere all’istante i propri contenuti ha allontanato non pochi utenti dalle più complesse fotocamere digitali, limitandole ad un utilizzo più esperto come può esserlo quello di un appassionato o di un professionista. E se vi dicessi gli smartphone non sono gli unici dispositivi con cui scattare quando si ha poco spazio a disposizione? E se vi dicessi che il mondo delle compatte è ancora in rapida proliferazione? In questa recensione vi parlerò di Canon EOS G5 X Mark II, la nuova fotocamera compatta dell’azienda pensata per un gran numero di utenti che, grazie all’ottimo sensore da 20 MP e alle più recenti tecnologie di casa Canon, sbeffeggia gli smartphone top di gamma con una qualità dell’immagine nettamente superiore.
Scheda tecnica
In fase di progettazione Canon ha stravolto la sua idea di compatta travel zoom a favore di un dispositivo compatto, influenzato dalle DSLR per le prestazioni e non più per l’aspetto. Allo stesso tempo la decisione di alzare l’asticella della qualità introducendo caratteristiche tecniche di fascia alta, con un conseguente aumento del prezzo.
- Sensore: CMOS 1″ da 20,1 MP
- Processore d’immagine: DIGIC 8
- Gamma ISO: 100 – 12800
- Raffica di scatti: 20 fps
- Autofocus: 31 punti AF
- Consumi: 230 scatti
- Connettività: Bluetooth, Wi-Fi
- Display: 3″ LCD da 1.040.000 punti
- Mirino: OLED da 2.360.000 punti
- Peso: 340 g
- Dimensioni: 111 x 61 x 46 mm
Corpo ed ergonomia
Il corpo macchina è l’elemento che più di tutti segna il distacco dalle precedenti generazioni di compatte premium Canon. Viene rivista completamente la disposizione di ghiere e pulsanti a favore di un design pulito e minimale che strizza l’occhio alla concorrenza di Sony e Panasonic. Sparisce – ma non del tutto – il mirino elettronico, favorendo un sistema ad estrazione che permette di nasconderlo all’interno dello chassis.
Oltre a dimensioni e peso ridotti – parliamo infatti di circa 340 grammi distribuiti su 111 x 61 x 46 mm di corpo – l’aspetto premium viene ulteriormente enfatizzato da una qualità costruttiva impeccabile, con il giusto rapporto fra lega metallica e inserti in gomma.
Per quanto il design sia stato riadattato ad un pubblico più giovane (e giovanile) sempre in movimento, Canon G5 X Mark II si tiene bene in mano e la sua impugnatura – pur non essendo molto sporgente – conferisce una solidità non indifferente.
Passando alla parte superiore troviamo due ghiere: quella per la selezione della modalità di scatto e quella della compensazione esposizione che, proprio come altri prodotti Canon, si trovano incastonate l’una nell’altra. Molto particolari e di stile gli inserti rossi che sottolineano ulteriormente l’animo premium di questa compatta, presenti sia tra le due ghiere appena analizzate che tra il tasto di scatto e la leva per lo zoom. Non mancano nella parte destra anche il tasto di accensione/spegnimento e il tasto di estrazione del flash, che invece assieme al mirino elettronico si trovano nascosti nella parte destra.
Semplice e funzionale anche la parte anteriore che – oltre alla serigrafia Canon G5 X – ospita il LED per l’autofocus e il sensore di tipo stacked da 20,1 MP abbinato ad una nuova versione dell’ottica 24-120 mm (non più ad un massimo di 100 mm come nella versione precedente) con apertura f/1.8-2.8 e zoom 5x.
Nella parte posteriore risiedono comandi a sufficienza per navigare fra i menu e compiere le principali operazioni di scatto. Ho particolarmente apprezzato la piccola sporgenza che si protrae in alto a destra, che permette di migliorare ulteriormente il grip della mano (in particolare del pollice). Molto interessante il display touchscreen da 3″ con risoluzione da 1.040.000 punti e ribaltabile di 180° verso l’alto, non tra i più definiti ma sicuramente molto luminoso e altamente indicato per l’utilizzo in esterna.
La parte laterale sinistra ospita esclusivamente la leva di estrazione per il mirino elettronico, nella parte destra invece sono invece collocati un pulsante per la connettività wireless, una porta USB-C ed una porta microHDMI.
Il singolo slot per schede SD si trova in basso, nello stesso alloggiamento per la batteria, e dove risiede l’aggancio universale da 1/4 di pollice.
Controlli e funzionalità
Passiamo ad analizzare le caratteristiche principali di Canon G5 X Mark II. Molto interessante la possibilità di modificare foto e video all’interno del dispositivo stesso, senza dover necessariamente passare dal PC per semplici operazioni di post produzione.
Autofocus
Il sistema di messa a fuoco automatica di Canon G5 X Mark II si basa su 31 punti a rilevamento di contrasto. Un po’ contraddittorio e un po’ sottotono, a mio avviso le performance sono comunque soddisfacenti ma l’integrazione della tecnologia Dual Pixel avrebbe reso il sistema AF un game-changer, dando filo da torcere alle dirette concorrenti. Grazie all’ausilio del display touchscreen sarà possibile selezionare con maggiore facilità i punti di messa a fuoco ed eventualmente comandare lo scatto. Fondamentale – se non indispensabile – la modalità Face Detection che specialmente in video permette di tracciare in maniera rapida e precisa i soggetti inquadrati. L’introduzione del processore DIGIC 8 permette di ampliare le raffiche di scatto a 8 fps, che possono salire a 20 frame per secondo senza AF continuo. Un grande passo in avanti, soprattutto se si considera la cadenza di circa un frame per secondo della G5 X di prima generazione.
Autonomia
Come accade con la maggioranza delle fotocamere compatte, anche Canon G5 X Mark II non eccelle per l’autonomia. A braccetto con le dimensioni ridotte troviamo infatti una batteria poco capiente, in grado di garantire un’autonomia di 230 scatti quando si utilizza il display LCD che scende a 180 scatti quando si usufruisce del mirino elettronico.
Fortunatamente è possibile tamponare il problema con due potenziali soluzioni. La prima che vi consiglio – quando siete fuori casa tutta la giornata – è quella di attivare la modalità Eco per guadagnare circa un centinaio di scatti in più. In secondo luogo sarà possibile utilizzare l’ingresso USB-C per ricaricare la fotocamera, a patto che la vostra power bank disponga di un’apposita porta con Power Delivery.
Connettività
Per soddisfare le esigenze di chi è sempre in giro e cerca un dispositivo con cui sostituire – ma non rimpiazzare – lo smartphone, Canon G5 X Mark II dispone di un comparto connettività completo. Al suo interno troviamo infatti i moduli Bluetooth e Wi-Fi che permettono di accoppiarsi con estrema facilità al proprio dispositivo tramite l’applicazione Canon Camera Connect. Una volta registrato l’accoppiamento sarà molto facile accedere alla fotocamera, grazie anche al pulsante apposito posto nella parte destra.
In pieno stile minimale troviamo anche la dotazione di porte, le uniche infatti disponibili sono una USB-C con possibilità di ricarica ed una microHDMI.
Display e mirino
Uno degli aspetti più interessanti di Canon G5 X Mark II è senz’alcun dubbio il display LCD touchscreen che può essere inclinato verso l’alto di 180° e regolato verso il basso. Il sistema di cerniere che si occupa di articolare lo schermo – completamente diverso rispetto a quello montato su Canon EOS M200 – è molto solido e procede senza intoppi. Come molti altri pannelli di casa Canon la risoluzione di 1.040.000 punti si attesta più che sufficiente per l’anteprima di scatto e per muoversi all’interno dei menù, sono rimasto invece molto soddisfatto dalla luminosità del display che si attesta essere ottima anche sotto la luce diretta del sole. La riproduzione dei colori è abbastanza fedele all’originale, tuttavia ho riscontrato che le immagini riprodotte appaiono leggermente desaturate.
Presenza molto gradita è quella del mirino elettronico, molto simile a quello montato sul modello precedente – in questi termini mi sarei aspettato un pannello che reggesse il confronto con le Sony RX100 – ma con una novità non indifferente: il mirino è nascosto all’interno della scocca. Per utilizzarlo è necessario fare leva sull’apposito meccanismo per poi incassarlo a ridosso del display. Sebbene non sia uno dei meccanismi di estrazione più rapidi ed intuitivi, dopo qualche scatto ho iniziato a farci l’abitudine. Lo reputo un ottimo mirino, la risoluzione da 2.360.000 punti e la tecnologia OLED ne migliorano la fruizione ma non lo rendono il primo della classe.
La mancanza di un oculare in gomma può portare i riflessi della luce ad interferire quando si scatta con il mirino nelle giornate più soleggiate. Un compromesso doveroso se si considera lo spazio risparmiato, che capita meno di quanto possiate pensare.
Qualità delle immagini e delle riprese
Devo ammettervi che le fotocamere compatte mi hanno sempre fatto storcere un po’ il naso. Eppure devo riconoscere che – dopo svariate Reflex e Mirrorless in prova – questo segmento del mercato fotografico ha ancora molto senso e merita una maggior considerazione. Canon G5 X Mark II differisce dalla sua sorella minore G7 X Mark III per una propensione più calcata verso il fermo immagine, con una qualità che supera notevolmente quella dello smartphone.
A tal proposito la qualità dell’immagine è soddisfacente, paragonabile a quella delle altre compatte di fascia alta con sensore da 1″. Gli scatti vantando di un ottimo livello di dettaglio e, come da tradizione, di colori naturali. L’introduzione del “.CR3”, il nuovo formato RAW introdotto con le più prestanti mirrorless della serie R, permette un buon recupero di ombre e dettagli in post produzione. Il sensore di tipo stacked da 20 MP non è particolarmente ampio e luminoso, dunque scarsamente consigliato per la fotografia serale e notturna. Tuttavia la presenza di una lente stabilizzata e molto luminosa con apertura f/1.8-2.8 è garante di ottimi scatti anche al calar del sole. A tal proposito l’ottica zoom 5x (con lunghezza focale equivalente 24 – 120 mm) è abbastanza versatile, ma ho riscontrato perdite di dettagli ai limiti dell’estensione focale.
In termini di valori ISO – uno dei più grandi talloni d’Achille di bridge e compatte – è possibile scattare senza alcuna perdita cromatica e di dettagli fino a 640 ISO. Per quanto concerne il mio utilizzo consiglio di non superare mai la soglia di 1600 ISO, ed eventualmente di spingersi a 3200 ISO solo in casi di estrema necessità.
Passiamo al lato video, dove sono state introdotte corpose novità. In termini di risoluzione Canon aggiunge la possibilità di registrare video in 4K a 30p utilizzando tutta la superficie del sensore, ed amplia il framerate del Full HD a 120p per slow motion ancora più fluidi. Le riprese sono buone ma per un utilizzo incentrato esclusivamente sul video vi consiglio di spostarvi su G7 X Mark III che presenta anche un jack per il microfono ed altre migliorie.
La modalità filmato stelle time-lapse stravolge completamente la concezione di compatta, lasciando al processore DIGIC 8 l’arduo compito di combinare assieme un gran numero di scatti per ricavare star trails animati ed altri video stellari. Non a caso nel titolo di questa recensione compare il termine guardastelle: Canon G5 X Mark II si rivolge anche agli amanti del cielo per eseguire astrofotografia non troppo avanzata.
Conclusioni
Canon G5 X Mark II si affaccia sul mercato con un prezzo che si aggira attorno ai €900, ben inferiore rispetto alle esponenti di casa Sony e Panasonic. La reputo un grande passo in avanti rispetto alla scorsa generazione, proprio come nel mondo mirrorless Canon ha iniziato a comprendere i meccanismi di un mercato diverso da quello delle DSLR.
Più indicata per le foto che per i video, questa fotocamera non si rivolge solo a professionisti ed appassionati ma è altamente indicata per un pubblico giovane che si muove e viaggia spesso. Come ribadito più volte, con Canon G5 X Mark II è possibile sostituire lo smartphone con una qualità dell’immagine nettamente superiore e con un gran numero di tecnologie provenienti direttamente da modelli più avanzati.