Nel corso degli anni ho imparato che con le fotocamere Fujifilm non esistono mezzi termini: o le ami a tal punto da non poterne più fare a meno, o sin dal primo contatto non ti senti a tuo agio. Sebbene già affezionato al brand nipponico per la sua attenzione in ogni minimo dettaglio, devo ammettere che Fujifilm X-T3 mi ha lasciato a bocca aperta.
L’ultima arrivata fra le mirrorless APS-C di Fujifilm riesce a coniugare l’elevata qualità fotografica a cui il brand ci ha sempre abituati con un comparto video paragonabile a quello delle ammiraglie dei competitor se non per una differenza fondamentale: la presenza di un sensore grande quasi il doppio.
Scheda tecnica
L’evoluzione di Fujifilm X-T3 si lascia alle spalle la componente estetica, che per molti versi riprende quella di X-T2, per concentrarsi su ciò che fa davvero la differenza: l’hardware. Oltre ad essere la miglior mirrorless APS-C sul mercato, Fujifilm X-T3 è una degna rivale delle più blasonate mirrorless Full Frame di Sony e Panasonic.
Sensore | X-TRANS APS-C da 26,1 MP |
Processore d’immagine | X Processor 4 |
Gamma ISO | 100 – 25.600 |
Raffica di scatti | 11 fps (otturatore meccanico)
30 fps (otturatore elettronico) |
Autofocus | 425 punti AF |
Connettività | Bluetooth, Wi-Fi |
Consumi | 390 scatti |
Ottiche compatibili | X-MOUNT |
Peso | 539 g |
Dimensioni | 132 x 92 x 59 mm |
Corpo ed ergonomia
Il design di Fujifilm X-T3 riprende le linee iconiche delle fotocamere della serie X ma cresce sia nelle dimensioni, di 132 x 92 x 59 mm, che nel peso di circa 539 g. Ciò che si apprezza sin da subito di Fujifilm X-T3 è l’elevata qualità dei materiali e la robustezza di un corpo macchina grande poco più della metà di una reflex di fascia alta.
Uno dei motivi principali della mia estrema propensione verso il sistema Fujifilm è l’iconica parte superiore che caratterizza anche Fujifilm X-T3. Mi piace definirla il “centro di controllo” della macchina, che comprende un elevato numero di ghiere e pulsanti per la regolazione dei parametri manuali. Partendo da destra verso sinistra, troviamo: la ghiera per la sensibilità ISO, il selettore della modalità di scatto, la ghiera per la regolazione diottrica, la slitta per il flash, il pulsante per la modalità di visualizzazione, la ghiera per i tempi di scatto, il selettore per la modalità di messa a fuoco, un tasto fn programmabile e il tasto di scatto coronato da quello di accensione. Sia la ghiera per gli ISO che per i tempi di scatto possono essere bloccate tramite un tasto che si colloca al centro di esse.
Nella parte frontale è collocato, invece, il minimo indispensabile. Oltre alla serigrafia del brand e del dispositivo, sono presenti il tasto di sgancio dell’ottica, un LED per l’autofocus e il selettore M/C/S per la messa a fuoco, che avrei preferito fosse posizionato nella parte laterale o posteriore. Sotto il cofano è montato un sensore X-TRANS CMOS 4 da 26,1 MP. Traducendo questa serie di sigle in fatti, Fujifilm X-T3 ha un sensore estremamente versatile che garantisce un’alta fedeltà dei colori e una messa a fuoco precisa in qualsiasi condizione di illuminazione.
Nella parte posteriore risiedono il display, il mirino elettronico coperto da un oculare in gomma, i pulsanti cestino, galleria, AE-L, AF-L, una seconda ghiera cliccabile, un joystick, il tasto Q, il D-PAD e il tasto DISP/BACK. Inferiormente il vano batteria, l’attacco a vite e il connettore per il battery grip (che analizzeremo più in là).
Sul lato destro è presente il doppio slot per le schede SD di tipo UHS-II e, celato da un piccolo sportellino, l’ingresso da 2,5 mm per controllare lo scatto remoto.
Sul lato sinistro uno sportellino copre i vari ingressi del dispositivo. Dall’alto verso il basso, sono presenti: due jack da 3,5 mm (uno per l’uscita audio, l’altro per l’ingresso del microfono), una porta USB-C per trasferire rapidamente i file e una porta Micro-HDMI.
Controlli e funzionalità
Merito dell’hardware rinnovato e delle esperienze con la precedente X-T2, Fujifilm è riuscita a realizzare un prodotto completo sotto ogni punto di vista. Nel complesso ho riscontrato un solo piccolo neo durante l’utilizzo di Fujifilm X-T3 che, tuttavia, rappresenta un parametro fortemente soggettivo.
Autofocus
Il sistema di messa a fuoco di Fujifilm X-T3 è stato completamente rinnovato, merito del nuovo hardware e del lavoro certosino svolto in fase di progettazione. Grazie al nuovo processore per l’elaborazione dell’immagine è possibile tracciare i soggetti in maniera più ottimale, anche quelli in movimento. Il rilevamento del volto si arricchisce del tracciamento degli occhi, rendendolo più preciso e affidabile.
Alle tre modalità AF a cui Fujifilm ci ha sempre abituati se ne aggiunge una nuova chiamata All, grazie alla quale si può passare alle precedenti (punto singolo, zona, wide o tracciamento). I 425 punti AF fanno davvero la differenza, ed eventualmente possono essere ridotti a 117. L’integrazione fra lo schermo touchscreen e il joystick permette di selezionare con maggior facilità i punti AF, che possono essere visualizzati sia sul display che nel mirino elettronico. Ho percepito il passaggio da un soggetto a fuoco all’altro un po’ troppo rapido, ma nelle impostazioni è possibile regolare la velocità di cambio fuoco.
Autonomia
Fujifilm X-T3 non delude neppure sotto il punto di vista dell’autonomia. Su carta la batteria dovrebbe garantire 390 scatti, valore approssimativamente vicino a quello realmente riscontrato. La ricarica della batteria tramite l’apposito adattatore da muro non è rapidissima ma, tenendo conto della capienza di quest’ultima, risulta accettabile. Nè la batteria né l’adattatore raggiungono temperature alte durante la ricarica.
Discorso a parte quando si utilizza la modalità boost, in quanto la batteria scende molto più velocemente e l’autonomia diventa pressoché sufficiente. In questo caso mi è tornato molto utile il battery grip fornitomi da Fujifilm, che integra altre due batterie aggiuntive e una serie di pulsanti che rendono ancora più salda l’impugnatura.
Connettività
Finalmente posso parlare con serenità dell’integrazione fra Fujifilm X-T3 e i vari dispositivi. Grazie ai moduli Bluetooth e WiFi è possibile comunicare con il proprio smartphone attraverso la nuova Fujifilm Camera Remote, che fortunatamente presenta un’interfaccia minimale e più intuitiva. L’accoppiamento con il dispositivo non permette soltanto di controllare la fotocamera da remoto o di salvare gli scatti, ma anche di inviare gli aggiornamenti di sistema alla fotocamera.
Rispetto ai modelli precedenti è finalmente presente una porta USB-C per il trasferimento dei file e la ricarica e una uscita per le cuffie che permette di avere sotto controllo l’audio delle riprese in ambienti rumorosi o in condizioni ambientali sfavorevoli.
Display e mirino
Il display di Fujifilm X-T3 è l’unico aspetto che non mi ha convinto totalmente e, non a caso, ho deciso di parlarne in quest’ultimo paragrafo prima di passare al test della macchina vero e proprio.
Sebbene la nuova tipologia di display touchscreen da 3″ scelti per questo dispositivo, che tutto sommato funziona davvero bene, ciò che mi ha un po’ deluso è il sistema di cerniere che permettono di inclinare il display. Questo può essere inclinato verso l’alto fino a 90° e verso il basso fino a 45°. Ciò che non mi spiego è l’utilità della seconda cerniera che va ad inclinare il display di circa 60° sul suo lato destro. Questa è, tuttavia, una riflessione altamente personale: per il mio utilizzo questo sistema va più che bene, ma per chi registra vlog o ha bisogno di un feedback frontale l’assenza di un display ribaltabile a 180° o rotabile si fa sentire. Problema facilmente risolvibile, grazie alla compatibilità con un gran numero di display esterni.
Per quanto riguarda il mirino elettronico nulla da dire: punti cardine sono sicuramente la risoluzione a 3,69 milioni di punti e l’altissimo refresh rate di 100 fps. Per potervi accedere, tuttavia, è necessario entrare in modalità boost, altrimenti si rimane fermi al tradizionale 60 fps. Grazie al sensore di prossimità posto accanto all’oculare, che tra l’altro è molto comodo e non stanca, il display viene automaticamente disattivato quando avviciniamo il volto al mirino.
Qualità dell’immagine e video
Fujifilm X-T3 è il punto di congiunzione fra la fotografia e il mondo delle riprese. Durante le mie prove non sono rimasto solamente affascinato dalle riprese, che guadagnano un valore aggiunto grazie al sensore APS-C, ma anche dall’elevata qualità degli scatti che è possibile ricavare con questo dispositivo.
Le immagini risultano sempre nitide e presentano una gestione dei colori ottimale, parametro che non ho incontrato molto spesso nel mondo delle mirrorless (ben fatto, Fujifilm! ndr). Un ruolo fondamentale nella resa elevata degli scatti è svolto anche dalle simulazioni pellicola, che garantiscono una ricca varietà di colori e di gradazioni in funzione del soggetto, della scena e del risultato finale che si vuole ottenere.
Anche in condizioni di scarsa illuminazione, Fujifilm X-T3 riesce a catturare scatti di ottima qualità. Ho scattato spesso a valori ISO molto alti e ho riscontrato che la comparsa del rumore, seppur lieve, è quasi gradevole. Fino a ISO 6400 gli scatti sono perfettamente utilizzabili e non c’è bisogno di eseguire un lavoro molto complesso in fase di post-produzione. Salendo a valori ISO maggiori inizia a comparire una patina più evidente ma ancora gradevole, ben gestibile dal RAW ma c’è bisogno di un impegno maggiore.
Dal punto di vista fotografico, dunque, potrete spaziare dalla street-photography alla ritrattistica, dalla fotografia astronomica alla product-photography.
Nell’introduzione ho già anticipato l’estrema bontà di Fujifilm X-T3 in ambito delle riprese e le sue enormi potenzialità se messa a confronto con i più blasonati modelli Micro 4/3 e Full Frame. I video possono essere registrati in 4K a 60 fps, un risultato raggiunto solo da pochi altri modelli sul commercio, in formato H.265 a 10 bit 4:2:0. È possibile registrare in Full HD con un bitrate più alto e sono presenti diverse modalità per sfruttare la registrazione a frame rate elevato, tra cui la modalità 2x, 4x e 5x. Le riprese possono essere eseguite in F-log, un profilo colore insaturo su cui è veramente divertente lavorarci.
Manca la stabilizzazione del sensore, ma non ne ho sentito particolarmente la mancanza grazie anche alle ottiche VR stabilizzate di Fujifilm. L’ingresso per il microfono e l’uscita delle cuffie sono una vera manna dal cielo se, come me, avete molto a cuore le tracce audio delle riprese che, già con il microfono di default, hanno una buona qualità.
Accessori
Menzione a parte meritano gli accessori che ho avuto modo di provare assieme a Fujifilm X-T3. Tra questi ci sono il battery grip, di cui vi ho già parlato in precedenza, che aumenta la presa e l’autonomia del dispositivo.
L’ottica Fujinon XF 35 mm f/2 è stata una manna dal cielo per le riprese: oltre ad essere molto compatta, il formato 35 mm è molto consigliato per le riprese cinematiche. Grazie all’ampia apertura del diaframma, anche le foto presentano un buon livello sfocatura.
L’obiettivo zoom Fujinon 55-200 mm f/3.5-4.8 permette di destreggiarsi nel mondo della fotografia astronomica e, perché no, anche per la ritrattistica senza rinunciare a delle dimensioni abbastanza contenute. Ho particolarmente apprezzato l’anello del diaframma e di messa a fuoco, realizzati in metallo, che conferiscono un buon feedback.
Conclusioni
Provare Fujifilm X-T3 è stato veramente divertente, ma parlarvi di ogni suo particolare nel minimo dettaglio è stato allo stesso modo difficoltoso. Sebbene mi abbia accompagnato in località completamente diverse fra loro, con esigenze fotografiche completamente diverse, non mi ha deluso nemmeno per un istante.
A chi mi sento di consigliarla? Sicuramente non solo ai video-maker, ma anche agli appassionati di fotografia che vogliono provare un ambiente diverso da quello delle Reflex. Il prezzo non è dei più accessibili ma, in confronto anche alle proposte dei brand rivali, sono soldi ben spesi: un sensore APS-C al top e tutta la tecnologia che Fujifilm offre in un corpo dalla qualità costruttiva impeccabile.
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