Siamo sinceri, quando si parla di “cuffie da gaming” il più delle volte ci troviamo davanti a prodotti di qualità mediocre con un’estetica e un comfort particolarmente curato ma che in sostanza non danno un’esperienza auditiva eccezionale, aggiungiamo a questo gli alti prezzi che spesso propongono questi prodotti e davvero non vedo il senso di prendere questo tipo di headset, soprattutto quando brand come Sennheiser, Qpad, Superlux, AKG e Audio Technica (solo per citarne alcuni) propongono una loro linea di headset con microfono dotati di una qualità audio nettamente migliore
Per questo quando Kingston fece uscire le sue HyperX Cloud, non mi entusiasmai particolarmente alla cosa finchè non mi venne detto che il vero produttore di questo headset era QPad. Fermi tutti. Siamo forse davanti al primo caso di un headset da gioco prodotto (o almeno, commercializzato) da una marca non specifica del mercato audio che non sia una totale delusione? A quanto dicevano le recensioni, si.
Le HyperX Cloud sono effettivamente un rebrand delle QPad QH-90 con alcune chicche aggiuntive (specialmente riguardo al bundle) e un prezzo di listino di 100€ (anche se le si trova comunemente intorno ai 70), con una qualità in cuffia più che buona e un microfono sorprendentemente chiaro. Inutile dire che quando furono annunciate le HyperX Cloud II, morivo dalla voglia di provare questo piccolo miracolo avvenuto nel mondo del gaming.
Confezione
Con un prezzo di listino di 150€ ma più spesso trovate intorno ai 100€, le Cloud II offrono uno dei bundle più interessanti del mercato. Tolta la copertina in cartone troviamo una robusta scatola rossa con serigrafia HyperX con all’interno del coperchio una bella lettera di benvenuto nel mondo HyperX. La confezione include le cuffie, il microfono flessibile e removibile, un adattatore dual mono per usare le cuffie in aereo, due padiglioni in velluto intercambiabili (quelli stock sono in pelle), un sacchetto imbottito per trasportarle dotato di una tasca per gli accessori e infine la principale differenza tra queste cuffie e le Cloud prima versione: la scheda audio USB con virtualizzazione a 7.1 canali.
Rispetto alla prima revisione delle cuffie devo dirmi leggermente deluso da questo bundle. Mentre le prime Cloud includevano ogni tipo di possibile connettore (una prolunga a doppio jack con controllo del volume, una prolunga senza controllo e un adattatore da doppio jack a singolo tripolare, da usare su cellulari o portatili con jack combinato), le Cloud 2 costringono all’uso del singolo jack tripolare e/o a sfruttare la scheda audio USB inclusa, impedendo di collegarle ad una scheda audio dedicata nel caso ne possediate una senza dover comprare un divisore aggiuntivo che vi dia quegli agognati due jack (cuffie e mic).
Estetica
Ad un primo impatto le cuffie non si differenziano molto dalle Cloud 1: due padiglioni ovoidali con driver al Neodimio da 53mm sorretti da un archetto in metallo con imbottitura in pelle molto comoda e pregiata, un accattivante motivo nero e rosso che adesso include anche gli archetti laterali regolabili (esistono anche modelli in colorazione nera e bianca/rosa), mentre sulle Cloud 1 erano semplicemente neri, e infine il cavo telato con un unico jack tripolare per cuffie e mic a differenza della precedente versione che includeva il doppio jack cuffie/mic.
Il microfono presenta un attacco jack 3.5mm standard sorretto da una struttura in plastica gommata molto solida, una regolazione della posizione molto precisa e un discreto filtro antipop sul microfono stesso. I materiali sono assolutamente premium partendo dagli archi in metallo, passando per l’inserto in alluminio spazzolato con il logo HX sul lato dei padiglioni, fino all’imbottitura e ai padiglioni in vera pelle (si, avete letto bene. Vera pelle) con ricami in stoffa rossi e neri.
Comfort
Le Cloud II sono tra le cuffie più comode che abbia mai provato. Per quanto più pesanti delle Superlux che uso normalemente, la forma ovoidale dei padiglioni e la regolazione impeccabile che permette l’archetto garantiscono un adattamento perfetto ad ogni tipo di testa. Dopo pochi minuti non le si sente ormai più e si possono sostenere anche sessioni molto lunghe senza alcun affaticamento. La chiavetta USB, che tra l’altro funge anche da controllo grazie ai tasti di regolazione del volume in uscita (cuffie) e in ingresso (microfono), il tasto per attivare il surround virtuale e uno switch per mutare il microfono, è dotata di un piccolo morsetto per agganciarla alla cintura, al bavero o ovunque voi vi troviate comodi.
Qualità audio
Andiamo ora alle cose importanti: come suonano queste cuffie. Durante i miei test sono state messe a confronto con un paio di Superlux HD681 Evo (cuffie da studio da circa 40€ senza microfono) alimentate da una scheda audio interna Xonar Phoebus di Asus.
La chiarezza del suono è molto simile, anche se le Superlux fornivano un’esperienza più avvolgente, soprattutto sui bassi dove le Cloud tendono a non essere particolarmente incisive, ci sono ma non così vibranti come sulle HD. Generalmente come qualità sono assolutamente magnifiche rispetto ad altri headset “da gaming” che ho provato, a riprova dell’ottimo lavoro fatto da QPad, anche il microfono, seppur non ai livelli di uno da studio XLR, fornisce comunque una voce chiara e limpida leggermente metallica data la soppressione del rumore di fondo automatica (che per la cronaca è davvero impeccabile).
Come qualità sonora, la scheda audio USB non si discostava molto dalla mia Asus, anche se ovviamente mancava di tutte le regolazioni di fino, non necessitando di driver o programmi dedicati. Tuttavia, per quanto riguarda il surround virtuale non ci siamo proprio, non dico che non sia preciso anzi è particolarmente accurato rispetto ad altri surround su chiavetta ma la qualità audio viene così tanto distorta che non vale la pena usarlo per altro se non giochi molto competitivi (Counter Strike o altri sparatutto) in cui la precisione è più importante della bellezza sonora. Per i giochi single player non sono riuscito a tenerlo attivato per più di qualche minuto data la pessima qualità sonora che ottenevo, rimpiangendo amaramente di non poter collegare le cuffie alla mia scheda dedicata.
Conclusione
La serie Cloud di Kingston rimane tra le poche cuffie non commercializzate da un brand di apparecchiature audio ad avermi convinto, non per forza le userei come cuffie per l’ascolto di musica, almeno non senza una scheda audio di qualità migliore, ma come headset da gioco magari da portarsi ad eventi dal vivo o tornei (in cui non si sa quasi mai che computer andremo ad usare, situazione in cui la scheda audio USB diventa davvero comoda) o per chi non ha un chip audio dedicato sono davvero un’ottima soluzione sia dal punto di vista del comfort che della risposta audio.
Il jack tripolare permette di utilizzarle anche su portatili o cellulari senza bisogno di adattatori, la scheda USB fa il suo lavoro in modo decente, il microfono è assolutamente chiaro e permette una conversazione ottima coi più famosi software di voice chat (le cuffie sono state certificate addirittura per Teamspeak 3) e la qualità costruttiva non è ottima, di più. Sono cuffie che vi accompagneranno per molti anni e di cui sarete assolutamente soddisfatti. Se invece pensate di usarle solo in casa con una scheda audio dedicata, allora forse le Cloud 1 sono una scelta migliore, essendo sostanzialmente le stesse cuffie ma con connettori diversi.
Ringraziamo Kingston per aver fornito il sample per la recensione