NBA 2K21 è il nuovo capitolo di simulazione cestistica sviluppato da Visual Concepts e pubblicato da 2K Sports. Come nelle passate edizioni, si ha subito la consapevolezza di ritrovarsi di fronte ad una delle migliori simulazioni sportive in circolazione, apprezzabile anche da chi è poco avvezzo al mondo del parquet.
Il lavoro svolto da Visual Concepts propone una qualità e un gameplay arricchiti e migliorati di anno in anno, in grado di esaltare fan e curiosi del campionato di basket NBA. Ma il 2020 è un anno molto particolare e, come per altri titoli sportivi rilasciati in tempi di pandemia e che si ritrovano in situazioni analoghe, il gioco racconta la nuova stagione del basket americano laddove nella realtà quella precedente non è neanche terminata.
L’inizio della nuova stagione 2020/21 fissato a dicembre non ha scoraggiato gli sviluppatori e il publisher 2K Sports, già nella condizione di dover affrontare il cambio generazionale che ci accompagnerà dalle vecchie console verso PlayStation 5 e Xbox Series X. La loro scelta è stata quella di rilasciare NBA 2K21 su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC e Google Stadia, per poi portare la simulazione ad un livello successivo nella next-gen anche sulle nuove piattaforme di Microsoft e Sony quando esse saranno disponibili.
Il nuovo capitolo non è certo arido di innovazioni e si annuncia come un’evoluzione rispetto al precedente NBA 2k20. Andiamo a scoprire insieme le novità più interessanti della versione dedicata alla generazione attuale di console e PC.
Farsi strada dal college
Una delle modalità più apprezzate dagli amanti del capitolo e in cui la serie NBA 2K ha sempre puntato molto è La mia carriera che torna con una veste tutta nuova. La modalità storia dello scorso anno ha visto il coinvolgimento della casa di produzione SpringHill Entertainment fondata da LeBron James e altri nomi eccellenti quali Idris Elba e Rosario Dawson che prestano il volto ad alcuni personaggi della storia. Anche quest’anno la modalità carriera non è da meno e propone un nuovo ed inedito punto di partenza rispetto agli anni precedenti.
Tramite l’editor è possibile configurare totalmente il proprio personaggio, sia nell’aspetto fisico che nelle abilità, selezionando parametri di base come peso e altezza, per poi passare alle doti atletiche e al potenziale nei fondamentali che potrà poi esprimere strada facendo.
Una volta definite le caratteristiche del proprio talento, in NBA 2K21 si dovrà partire dall’inizio di tutti i percorsi professionistici americani: il college. È da qui che scaleremo le gerarchie del mondo del basket americano e che ci faremo valere per raggiungere il campionato NBA, crescendo di partita in partita e scegliendo ad ogni passo la strada più giusta per la propria carriera.
Le novità non sono finite perché in questa edizione 2021 2K Games ha stretto accordi con 10 college per utilizzare licenze ufficiali e loghi delle squadre. Tra di esse i nomi sono molto noti: Michigan State, UConn, Florida, Gonzaga, Syracuse, Texas Tech, Oklahoma, UCLA, Villanova University e West Virginia.
Come nello scorso capitolo, l’intera esperienza che ci porterà in NBA ha un taglio cinematografico e ha per titolo The Long Shadow. L’avventura racconta la storia di Junior, figlio di un amato giocatore, e lungo il percorso faremo la conoscenza di molteplici personaggi che influenzeranno le nostre prestazioni in campo e la nostra vita privata.
Anche quest’anno appaiono giocatori reali come gli atleti di copertina Damian Lillard e Zion Williamson e volti noti del cinema e della TV, come ad esempio Jesse Williams (Grey’s Anatomy e Marcus in Detroit: Become Human), Michael K. Williams (The Wire, Boardwalk Empire), Djimon Hounsou (Blood Diamond, Il Gladiatore) e Mireille Enos (World War Z).
Il nuovo quartiere
Grande novità di quest’anno è il nuovo Quartiere. In NBA 2K21 ci dimenticheremo del panorama urbano e dei clacson cittadini per raggiungere un nuovo ambiente. La nuova zona del Quartiere è denominata 2K Beach ed è una vera e propria spiaggia dove potremo passeggiare con il nostro personaggio virtuale e sfidare amici o avatar di tutto il mondo.
Al centro saranno disponibili campi per sfide streetball 3 vs 3, mentre nei dintorni potremo ritrovare edifici per le modalità aggiuntive già note dagli scorsi capitoli, come The REC e sfide 5 vs 5 ProAm, insieme ai negozi per l’acquisto di accessori estetici, quali scarpe e tatuaggi. Non mancheranno tanti eventi aggiunti nel corso della stagione.
Le modalità
In questo capitolo ritroviamo tutto ciò che abbiamo lasciato in NBA 2K20, incluso il campionato WNBA, ovvero il campionato femminile dell’NBA con i suoi 12 diversi team. 2K Sports conferma il passo fatto nella scorsa iterazione ed è possibile giocare con squadre femminili, anche se confinate in alcune modalità ben precise e non disponibili in tutte quelle presenti nel gioco.
Giocando con le squadre WNBA si avverte la differenza che ci si aspetterebbe rispetto all’uso degli uomini: forza ed esplosività inferiori devono essere compensate necessariamente con la circolazione della palla, tentando così di arrivare a canestro attraverso il gioco corale.
La differenza di gameplay non rende scontato l’esito delle partite, anche per i giocatori più navigati. Altre modalità sono La mia Lega e Il mio GM. Quest’ultima permette di prendersi cura di un team occupandosi soprattutto degli aspetti manageriali, con le novità portate lo scorso anno dei punti azione che definiscono le attività svolgibili tra una partita e l’altra, e l’albero delle abilità che dà un taglio quasi ruolistico al nostro lavoro di General Manager. La mia Lega invece consente di definire e gestire le caratteristiche dell’intera organizzazione NBA e della lega stessa.
Il gameplay
Una volta scesi in campo, si nota immediatamente la somiglianza di NBA 2K21 con lo scorso capitolo. Visual Concept ha deciso di non stravolgere un gameplay ormai consolidato che nel corso degli anni ha permesso di far diventare NBA una delle simulazioni sportive più apprezzate.
Già alle prese con l’imminente uscita della edizione next-gen, sembra una mossa comprensibile, con l’auspicio di poter vedere qualcosa in più rispetto a quello che c’è oggi al rilascio delle nuove console Sony e Microsoft.
Prendendo in mano il controller e avviando la prima partita, ci si ritrova l’esatto feeling del suo predecessore, notando però le parti del gioco sulle quali gli sviluppatori hanno deciso di intervenire. Prima fra tutte le novità che riguarda l’uso del Pro Stick e la nuova modalità di tiro proposta da NBA 2K21, completamente diversa da quella dello scorso capitolo.
Il tiro in sospensione può essere effettuato muovendo la leva analogica destra verso il basso (come avveniva in NBA 2K20), tuttavia l’esito del tiro stesso non viene più determinato dal tempismo di rilascio, ma attraverso una modalità di mira dove bisogna centrare quanto più possibile l’indicatore muovendosi all’interno della mezza luna inferiore dello stick.
La nuova modalità necessità di un periodo iniziale di adattamento, ma una volta padroneggiata può rivelarsi di maggior precisione poiché il successo di un tiro non è più legato al tempismo di rilascio. In ogni caso, l’opzione di tiro tradizionale tramite quadrato/X viene mantenuta, per la gioia degli amanti del tiro tramite pulsante.
In assenza di motivi seri per apportare rivoluzioni, alla fine della generazione attuale le dinamiche di gioco di NBA 2K20 si propongono con una veste conservativa. Potendo già contare su un apparato simulativo di primissimo livello, la scelta di Visual Concepts è stata quella di limare i difetti presenti nell’edizione dell’anno scorso. Chi conosce la serie riesce quindi a sentirsi a proprio agio dopo pochi minuti, ricorrendo eventualmente al sistema di allenamento per rinfrescare o conoscere gli aspetti di gioco meno chiari.
La grafica
Oltre al comparto ludico, NBA 2K21 assomiglia al suo scorso capitolo anche per quanto concerne la grafica. Anche in questo caso è comprensibile considerando l’imminente uscita della next-gen e lo sfruttamento ormai totale della generazione attuale di console. È anche comprensibile chi si dovesse lamentare del colpo d’occhio pressoché identico tra i due titoli, dal momento che le novità di NBA 2K21 si fermano a qualche nuova animazione evidenziabili a tratti.
Per assistere a qualcosa di nuovo dovremo aspettare la versione di NBA 2K21 per PlayStation 5 e Xbox Series X, già annunciata da 2K Sports. A questo proposito, per effettuare l’upgrade alla next-gen di NBA 2K21 senza spendere ulteriormente è necessario comprare l’edizione Mamba Forever del gioco, in vendita di 99,99 €. Se pianificate l’acquisto di una console di nuova generazione e intendete giocare a NBA 2K21 su di essa, occorre quindi fare attenzione perché l’edizione standard non consentirà di accedere gratuitamente all’upgrade.
Il comparto tecnico di NBA 2K21, ormai consolidato dallo scorso capitolo, offre un colpo d’occhio che in alcune inquadrature è davvero piacevole. Anche a fine generazione, la qualità grafica è di un livello notevole. Per quanto riguarda gli atleti, le star come LeBron James sono ovviamente quelle più curate e vicine al loro aspetto reale, ma anche giocatori secondari risultano fedeli alla loro controparte reale.
La presenza di collegamenti da bordo campo e show d’intermezzo rende l’esperienza complessiva molto vicina a quella vivibile vedendo le partite in televisione. La colonna sonora risulta come sempre godibile e perfettamente in linea con il mondo e l’esperienza di gioco.
NBA 2K21 – Conclusioni
Nell’attesa del prossimo salto generazionale di console, NBA 2K21 si definisce come la serie di simulazione cestistica per antonomasia, un must-have per tutti gli appassionati del genere e delle simulazioni sportive in generale. La modalità carriera, la più apprezzata ogni anno da milioni di utenti, anche quest’anno regala la giusta dose di intrattenimento ed è in grado di tenere incollati sullo schermo nel percorso verso l’NBA, affrontando i diversi ostacoli e gestendo la storia personale del protagonista Junior.
Non molto differente dalla scorsa iterazione, sebbene con qualche novità al gameplay, il nuovo titolo targato 2K Sports riesce a divertire e ad impegnare, senza mai risultare frustrante o ingiusto, ma spingendo il giocatore a migliorarsi sempre di più.
Ringrazio Vincenzo per la preziosa collaborazione nella stesura di questa review e LabCom che ci ha fornito la chiave del gioco.
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