Ricordo ancora quando, dodici anni fa, venne lanciata sul mercato la Canon EOS 5D Mark II, una delle primissime fotocamere digitali in grado di registrare video (ed in particolare in risoluzione Full HD). Pensarci adesso fa sorridere, diamo per scontato che una fotocamera adempia a tale compito, ma in un periodo in cui la registrazione era strettamente legata al mondo delle videocamere e dei camcorder era inimmaginabile. Un gran numero di utenti rimase infatti stregato dalla possibilità di utilizzare lo stesso strumento sia per il fermo immagine che per i video, accedendo ad un gran numero di agevolazioni che non riguardavano solo la riduzione del proprio corredo fotografico. Da quel momento in poi nulla è stato più come prima: il comparto video è diventato infatti parte integrante della macchina, a tal punto da spingere i produttori a realizzare dispositivi dedicati principalmente alle riprese. Negli ultimi anni solo una fotocamera – in particolare una mirrorless – è riuscita (a mio avviso) a riprendere le orme della 5D Mark II, lasciando senza fiato acquirenti e competitor. Mi riferisco a Panasonic Lumix GH5, ammiraglia della serie Micro 4/3 e oggetto di questa recensione, la prima sul mercato a vantare di video in 4K a 60p. Col passare degli anni Panasonic ha investito molto su questa fotocamera, dotandola di un supporto impeccabile (che dura tutt’oggi), rendendola la regina del formato Micro 4/3.
Scheda tecnica
Il mondo dei video-makers ha letteralmente preso d’assalto questo dispositivo data la sua grande propensione nell’ambito delle riprese. Tuttavia, contrariamente a quanto i luoghi comuni ci inducono a pensare, la Panasonic Lumix GH5 è una fotocamera mirrorless che si comporta egregiamente anche nel campo del fermo immagine. Mi spiego meglio: non è il dispositivo più adatto, per quello c’è la Panasonic Lumix G9 di cui vi ho già parlato nella sua recensione completa, ma sotto al cofano ha tutto quel che serve per scattare belle foto.
- Sensore: Live MOS Micro 4/3 da 20,3 MP
- Processore d’immagine: Venus Engine
- Gamma ISO: 100 – 25600
- Raffica di scatti: 12 fps
- Autofocus: 225 punti AF
- Consumi: 400 scatti
- Connettività: Bluetooth, Wi-Fi
- Display: 3″ LCD da 1.620.000 punti
- Mirino: 0,76x OLED da 3.680.000 punti
- Ottiche compatibili: MFT
- Peso: 725 g
- Dimensioni: 139 x 98 x 87 mm
Corpo ed ergonomia
Stessa anima ma in due corpi diversi: per mantenere il parallelismo GH5 e G9 condividono lo stesso hardware, eccezion fatta per alcuni particolari che meglio si adeguano al contesto di ognuna. Quando lo si impugna, il corpo affusolato di Panasonic GH5 è molto solido e al contempo garantisce una presa salda. Realizzato in lega di magnesio, il telaio è molto resistente pur garantendo un peso nella norma (di circa 725 grammi). Le varie guarnizioni sono infatti pensate per proteggere il corpo macchina dalla polvere e dalle intemperie. Tutti i comandi sono disposti con lo scopo di essere facilmente raggiungibili. Basti pensare alla parte superiore che, oltre a mettere in bella vista un tasto pensato appositamente per la registrazione video, integra due ghiere relative alle modalità di scatto, la slitta hot-shoe ed un gran numero di tasti per la regolazione dei principali parametri (WB, ISO, ecc).
Nella parte frontale salta subito all’occhio la serigrafia Lumix GH5, ma ciò che cattura realmente l’attenzione è il sensore Live MOS da 20,3 MP. Ciò che rende particolare – e quasi unico – questo sensore sono l’eliminazione del filtro passa basso (che migliora notevolmente la qualità dell’immagine) ed il sistema di stabilizzazione a 5 assi che – in abbinamento al software – è in grado di restituire scatti e riprese privi di vibrazioni. Circondano il sensore un tasto funzione e il tasto di sgancio dell’ottica.
La parte posteriore di Panasonic Lumix GH5 ha un’impostazione classica e funzionale: a partire da sinistra verso destra sono disposti un gran numero di pulsanti, tra cui quattro tasti funzione completamente personalizzabili. Il piccolo joystick posto nella parte superiore in prossimità del selettore di messa a fuoco è molto facile da raggiungere, tuttavia scorre abbastanza lentamente nella selezione delle 225 aree di messa a fuoco. Spiccano in bella mostra il display completamente articolabile ed il mirino elettronico.
Nella parte laterale destra è collocato il doppio slot per schede SD – una presenza gradita a molti – e l’ingresso per il telecomando di scatto remoto. Dalla parte sinistra troviamo invece il jack da 3,5 mm, una porta HDMI standard ed una porta USB-C.
Controlli e funzionalità
Passiamo ad analizzare più da vicino quelle che sono le caratteristiche e le funzionalità offerte da Panasonic Lumix GH5. Parte di esse vengono condivise con la G9, altre vengono appositamente rielaborate per offrire un maggior risvolto nell’ambito video.
Autofocus
La Panasonic Lumix GH5 può vantare di un sistema AF fra i più rapidi nel mondo mirrorless. Su di essa è infatti implementato un sistema a rilevamento di contrasto a 225 punti, con una latenza – o meglio tempo di risposta dalla pressione dell’otturatore – ridotta a 0,04 secondi. Una volta agganciato il soggetto, soprattutto grazie ad un gran numero di algoritmi per il tracking che continuano ad essere implementati e migliorati, è veramente difficile che questo venga perso. Il sistema di messa a fuoco automatica rasenta la perfezione, quasi asintoticamente, ma non è perfetto. Capita talvolta che la macchina abbia bisogno di agganciare nuovamente il soggetto e – per la natura del sistema di messa a fuoco stessa – che vengano eseguiti alcuni movimenti in avanti e indietro. Nulla di preoccupante, accade anzi sporadicamente, ma è giusto sottolinearlo.
Autonomia
Resto abbastanza soddisfatto della durata della batteria di questa Lumix GH5, che riesce a portarsi a casa circa 400 scatti per ogni ciclo di carica completa e che possono essere ulteriormente ampliati utilizzando l’apposito risparmio energetico (che sostanzialmente spegne la macchina quando si allontana l’occhio dal mirino). Quando viene premuto il pulsante REC questa mirrorless marcia come un treno, garantendo più di due ore consecutive di girato in modalità 4K a 60 fps senza particolari surriscaldamenti.
Connettività
Chi lavora con strumenti esterni quali microfoni e display sa bene che la buona resa del proprio girato dipende anche dal numero di porte di cui dispone la propria fotocamera. Panasonic Lumix GH5 vanta di ingresso e uscita audio, una porta HDMI standard – per la registrazione esterna di video 4:2:2 a 10 bit – ed una porta USB-C che, però, non è adibita alla ricarica del dispositivo. Sono presenti inoltre un modulo Bluetooth 4.2 – mentre è stato rimosso l’NFC – ed un modulo Wi-Fi che può lavorare sia a 2,4 che a 5 GHz. Nel complesso il processo di abbinamento e sincronizzazione con lo smartphone avviene in maniera abbastanza rapia ed intuitiva, grazie anche all’applicazione Lumix Sync.
Display e mirino
Il display TFT completamente articolabile da 3,2″ sancisce un netto distacco dalla Lumix G9. Oltre ad essere leggermente più ampio e luminoso questo pannello è anche più definito, si passa infatti ad una risoluzione di 1.620.000 punti. Il touchscreen permette di eseguire un gran numero di operazioni con un semplice tap come la selezione dell’aria di messa a fuoco. Ho poco, anzi pochissimo, da argomentare anche sul mirino elettronico: è uno dei migliori che abbia mai provato, inferiore solo alla controparte Sony e alla serie Lumix S, ed ha una risoluzione da 3.680.000 punti ed un fattore d’ingrandimento di 0,76x.
Qualità delle immagini e delle riprese
Sono ormai molte le mirrorless Micro 4/3 che ho avuto l’occasione di provare e nella maggior parte dei casi ho dovuto imparare a convivere con delle problematiche non indifferenti in condizioni di scarsa illuminazione. Al calar del sole, pur di continuare a scattare, ho provato di tutto: cavalletto e lunghe esposizioni, effetti silhouette. I sensori croppati offrono un gran numero di agevolazioni rispetto al Full Frame, soprattutto in termini di riprese e reattività, ma sono tutt’altro che esenti da problematiche relative a luce e colori. La convivenza con Panasonic Lumix GH5 è stata, fortunatamente, molto gradevole: gran parte del merito va al lavoro svolto da Panasonic in fase di progettazione. Innanzitutto il sensore da 20,3 MP è più risoluto rispetto alla generazione precedente ed è privo di filtro passa basso, permettendo quindi di catturare immagini con un livello di dettagli maggiore. In condizioni di scarsa illuminazione intervengono il nuovo processore Venus Engine e i nuovi algoritmi di riduzione del rumore tra cui il Multipixel Luminance Generation, che demosaicizza le informazioni catturate procedendo per matrici di 6 pixel, e l’High-Precision Multi Process NR, che migliora la risoluzione dello scatto e meglio gestisce i dettagli in fase di elaborazione. Un ulteriore aiuto quando si scatta a mano libera a tempi bassi viene fornito dal sistema di stabilizzazione a 5 assi integrato nel sensore, ancora più efficiente quando si utilizzano ottiche Power O.I.S. La velocità di scatto rimane invariata a 12 fotogrammi per secondo proprio come la precedente GH4 (e in raffronto ai 20 fps della G9), mentre il buffer viene migliorato da 21 a 63 frame per il RAW + JPEG. Ciò che sorprende sono le modalità 4K e 6K Photos: la GH5 è in grado di catturare fino a 60 frame per secondo in modalità 4K e 30 frame per secondo in modalità 6K scalando a 18 MP la risoluzione del sensore.
Inutile girarci troppo attorno: il comparto video di Panasonic Lumix GH5 è ancora oggi uno dei migliori sul mercato. Non solo è stata la prima ad introdurre sul mercato la registrazione video 4K a 60 fps, ma l’elevata qualità delle riprese le permette di competere con dispositivi ben più recenti uscendone sempre a testa alta. I motivi per cui amo la Panasonic GH5 sono tanti, a partire dal fatto che utilizza l’intero sensore per la registrazione in 4K e che ancora oggi sia una delle poche a poter registrare con campionatura 4:2:2 a 10 bit. I bitrate sono altrettanto impressionanti: rispettivamente 400 Mbps per il 4K e 200 Mbps per il Full HD. Una volta avviata la registrazione non c’è alcun vincolo di tempo: la GH5 continua a girare fino a che la batteria si scarichi o termini lo spazio disponibile sulle schede SD.
Conclusioni
Perché Panasonic Lumix GH5 è la regina del formato Micro 4/3? Innanzitutto è reattività pura. Risponde bene a qualsiasi comando le venga impartito e lo porta a termine mettendo a disposizione tutta la qualità che offre. Col passare del tempo e degli aggiornamenti si è arricchita di numerose funzioni, è scesa di prezzo e continua a garantire riprese invidiabili. Pur non essendo il principale ambito di utilizzo, il fermo immagine ha una qualità molto alta. Non sarà direttamente comparabile a quello della G9 o di altre concorrenti, ma può soddisfare un gran numero di utenti (professionisti compresi). Considerando quanto offerto in ambito video, è un’ottima mirrorless per l’utilizzo ibrido oltre che per i videomaker.
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