Qualche mese dopo l’arrivo di EOS 90D mi sono chiesto quale fosse la sorte che spetta alle reflex semi-professionali meno recenti, così ho colto l’occasione di provare Canon EOS 80D per capire se attualmente una ex ammiraglia della fascia media possa essere una valida alternativa alle reflex economiche. Nonostante l’hardware risalente al 2016 (ben 4 anni fa) EOS 80D si mantiene giovane grazie alla presenza di un sensore APS-C da 24,2 MP (ancora utilizzato da numerosi dispositivi Canon) e del visionario sistema AF Dual Pixel. Come avrò modo di spiegarvi nel corso della recensione Canon EOS 80D non è esente da alcuni difetti che, per il prezzo a cui è attualmente proposta, possono essere trascurati.
Scheda tecnica
Pur avendo qualche anno alle spalle, le caratteristiche tecniche di Canon EOS 80D si mantengono in linea con la proposta del mercato prosumer ed offrono tutto ciò che serve per scattare foto di ottima qualità. Molto buona la durata della batteria, che mi ha permesso di coprire più di tre giorni di fotografia in studio e fuori casa (all’incira 800 scatti).
- Sensore: CMOS APS-C da 24,2 MP
- Processore d’immagine: DIGIC 6
- Gamma ISO: 100 – 25600
- Raffica di scatti: 7 fps
- Autofocus: 45 punti AF a croce
- Consumi: 960 scatti
- Connettività: NFC, Wi-Fi
- Display: 3″ TFT da 1.040.000 punti
- Mirino: 0,95x ottico
- Ottiche compatibili: EF/EF-S Mount
- Peso: 730 g
- Dimensioni: 139 x 105,2 x 78,5 mm
Corpo ed ergonomia
A primo impatto il design della serie sembra invariato nel corso degli anni. Nonostante ciò vi assicuro che Canon EOS 80D adotta un corpo macchina leggermente più grande dalle dimensioni di 139 x 105,2 x 78,5 mm ed un peso di 730 g. Il telaio metallico è rivestito in plastica, in modo tale da garantire resistenza all’acqua e alle condizioni più avverse.
Nella parte superiore salta subito all’occhio la presenza di un display secondario retroilluminato che permette di visualizzare i principali parametri di scatto. In prossimità sono disposti quattro tasti relativi all’autofocus, alla raffica di scatto, agli ISO e all’esposizione. Subito dopo troviamo una ghiera incastonata poco sopra l’otturatore ed un tasto per la selezione manuale dell’area di messa a fuoco. Non mancano lo slider di accensione, il selettore della modalità di scatto ed un flash piuttosto luminoso.
La parte frontale di Canon EOS 80D ospita il sensore CMOS APS-C da 24,2 MP e poco altro, tra cui il tasto di sgancio per l’ottica, il LED per l’autofocus e il tasto per l’estrazione del flash.
Nella parte posteriore troviamo in bella vista il display LCD articolabile ed il mirino ottico intelligente con copertura del 100%. Oltre ai vari tasti per diramarsi nei menù e nella galleria del dispositivo è presente il tasto Q che permette di accedere al Quick Control per regolare i più disparati parametri di scatto. Come le restanti reflex semi-professionali dell’azienda manca il joystick che viene rimpiazzato da una ghiera al cui interno sono incastonati quattro tasti direzionali e il pulsante SET.
Nella parte laterale destra è presente lo slot singolo per schede SD, mentre nella parte laterale sinistra – oltre al tag NFC – sono disposti: un jack per il microfono ed un jack per le cuffie, l’entrata per lo scatto remoto, una porta miniUSB ed una porta miniHDMI.
Controlli e funzionalità
Diamo uno sguardo più da vicino alle principali funzionalità offerte da Canon EOS 80D. L’ottima autonomia, il sistema AF Dual Pixel e la vasta dotazione di porte basteranno per competere con le più recenti reflex e mirrorless di fascia media? In un certo senso sì, e lasciatemi spiegare il perché.
Autofocus
Il sistema AF Dual Pixel CMOS è stato notevolmente migliorato su Canon EOS 80D per lavorare in maniera ottimale nelle più disparate condizioni, dal punta e scatta alla registrazione video. A tal proposito sono convinto che la velocità di questo sistema sia paragonabile – se non superiore – a quello di altri prodotti su questa fascia di prezzo, come Panasonic Lumix G90 o la corrispettiva concorrenza DSLR (Nikon e Pentax). Molto interessante nella registrazione video è la funzione di inseguimento, che traccia il soggetto su cui tappiamo e lo mantiene a fuoco durante il movimento. Nello specifico ciò che mi ha stupito maggiormente è la rapidità con cui questo sistema, una volta riconosciuta la mancanza del soggetto nell’inquadratura, passa in ricerca automatica dell’area di messa a fuoco più appropriata per la scena. Passando al lato tecnico il sistema di messa a fuoco è basato su 45 punti a croce, che coprono una buona porzione dell’inquadratura. Tra questi 27 sono sensibili fino ad f/8.0, mentre il blocco centrale a -3EV.
Autonomia
Anche la durata della batteria mi ha parecchio soddisfatto: Canon EOS 80D infatti consente su carta un’autonomia di 960 scatti, e nella pratica (secondo il mio tipo di utilizzo e le condizioni in cui ho scattato) ne ho registrati all’incirca 750/800. Rispetto alle mirrorless l’autonomia è nettamente superiore, merito del mirino ottico intelligente che ha un impatto decisamente meno energivoro rispetto all’elettronico. La durata della carica della batteria è nella media, non è fulminea ma non ci impiega neanche troppo. Nel complesso Canon EOS 80D è una reflex che non vi lascia mai a terra.
Connettività
Le porte montate su Canon EOS 80D sono più che sufficienti per soddisfare le esigenze di qualsiasi utente, anche nel 2020. Il jack per il microfono ed il jack per le cuffie sono molto utili durante la registrazione se si vuole avere un feedback diretto di ciò che si sta ascoltando/registrando. Più in basso sono disposti una porta miniUSB ed una porta miniHDMI, l’ingresso per il telecomando remoto e il tag NFC necessario ad accoppiare la fotocamera con lo smartphone. A tal proposito l’applicazione Canon Camera Connect è intuitiva e ben realizzata, sfrutta il modulo Wi-Fi della macchina per trasmettere i media sullo smartphone e gestire lo scatto da remoto.
Display e mirino
Canon EOS 80D monta un display touchscreen LCD con risoluzione da 1.040.000 punti. Si tratta di un pannello completamente articolabile, di facile estrazione e che ho utilizzato più di quanto mi aspettassi. Attraverso lo schermo è possibile accedere ad un gran numero di gesti e di impostazioni, la più importante fra tutti è la selezione del punto di messa a fuoco che (in un certo senso) rimpiazza l’assenza del joystick. Nella parte superiore è situato un piccolo display secondario retroilluminato che fornisce un’anteprima sui principali parametri di scatto per modificarli senza dover attivare il display principale.
Qualità delle immagini e delle riprese
Ho portato con me Canon EOS 80D per diversi giorni, sottoponendola a scenari di scatto molto differenti. La prima volta in cui l’ho impugnata mi son detto: finalmente una reflex! Dopo mesi di mirrorless e compatte sono tornato ad una DSLR, abbandonando il superfluo e scattando senza l’ausilio dell’elettronica. O meglio, Canon EOS 80D è molto intelligente e predittiva ma non lascia che il digitale sopraffaccia l’analogico. Dal punto di vista della qualità delle immagini non c’è molto da dire: personalmente non scambio la colorimetria di Canon con nessun altro brand. Tuttavia (e qui arriviamo alla serie di imperfezioni di cui vi accennavo) rimane quel problema comune a tutte le DSLR del brand non-top: pur scattando al di sotto di 1600 ISO è presente, a mio avviso, un livello di rumore digitale eccessivo che va man mano ad accentuarsi in post produzione. Sono certo che, con l’introduzione di Canon EOS 90D, l’azienda abbia lavorato duramente per migliorare la gestione delle alte sensibilità. Ovviamente gli scatti, anche in notturna, sono ottimi ed è possibile stamparli senza alcun problema. Anzi è proprio al calar del sole che EOS 80D mi ha regalato gli scatti più affascinanti! Il sensore APS-C da 24,2 MP è infatti molto luminoso e versatile, ma non stabilizzato, quindi vi consiglio di utilizzare ottiche appropriate. Durante la prova mi è stato fornito l’obiettivo EF-S 18-55 mm f/4-5.6 IS STM, un buon punto di partenza per neofiti e meno esperti, ma ho utilizzato anche il mitico cinquantino (che su APS-C diventa 80mm) EF 50mm f/1.8 II ed un Tokina AT-X 17-35 mm f/4.0 PRO FX che avevo già a disposizione e che mi sono stati prestati da un caro amico.
In termini di riprese ribadisco l’importanza del sistema AF Dual Pixel CMOS, tra i più infallibili ed in grado di riconoscere accuratamente i soggetti da mettere a fuoco. Una novità introdotta rispetto alla 70D è la registrazione video Full HD a 50/60p. Grazie anche all’ingresso per il microfono e all’ausilio di uno schermo completamente articolabile le riprese soddisfano le aspettative e possono benissimo competere con la concorrenza senza specchio. Il risultato è sicuramente soggettivo, c’è chi preferisce le mirrorless perché più agili e per alcune caratteristiche più affini al mondo dei video, ma vi assicuro che anche una reflex registra ottimi video che possono essere utilizzati sia per svago che per lavoro.
Conclusioni
Ai tempi odierni non è facile mantenersi giovane e al passo con la concorrenza. Tuttavia credo che Canon EOS 80D ci sia riuscita alla grande, rivelandosi una reflex adatta per chi attualmente utilizza dispositivi base di gamma e vuole fare un grande salto in avanti o per chi, semplicemente, non è ancora pronto a passare al mondo mirrorless e non vuole rinunciare al suo corredo ottiche EF ed EF-S. Su Amazon il prezzo si aggira ancora attorno ai €1000, ovviamente con ottica 18-55mm, ma con uno street price di €700 è più che giusto sorvolare i problemi legati alla gestione degli ISO (anche non troppo alti).
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