L’introduzione di Panasonic Lumix GH5 sancì una crescita non indifferente della notorietà del brand attirando molti utenti al mondo del senza specchio, tuttavia la serie GH viene così tanto associata al mondo del video making che per molto tempo è mancata la corrispettiva esponente nell’ambito della fotografia professionale. Da questa esigenza nasce Panasonic Lumix G9, una delle migliori mirrorless micro quattro terzi realizzate dall’azienda, di cui andrò a raccontarvi pregi e difetti (se così possiamo definirli) in questa recensione.
Scheda tecnica
A bordo di Panasonic Lumix G9 sono presenti tutte le caratteristiche che un fotografo, amatoriale o professionista, possa desiderare: scatto continuo a 20 fps, registrazione video in 4K a 60 fps e un sensore stabilizzato a 5 assi, lo stesso di GH5 ma appositamente migliorato per scattare foto più risolute e con una maggiore fedeltà cromatica.
- Sensore: Micro 4/3 da 20,3 MP
- Processore d’immagine: Venus Engine
- Gamma ISO: 100 – 25600
- Raffica di scatti: 20 fps
- Autofocus: 225 aree a contrasto
- Consumi: 380 scatti
- Connettività: Bluetooth, NFC, Wi-Fi
- Display: 3″ TFT da 1.040.000 punti
- Mirino: 0,83x OLED da 3.680.000 punti
- Ottiche compatibili: MFT
- Peso: 658 g
- Dimensioni: 137 x 97 x 92 mm
Corpo ed ergonomia
Ogni singolo dettaglio di Panasonic Lumix G9 è realizzato con cura ed inevitabilmente ricorda a chi la utilizza il suo ideale e le sue propensioni. Inutile girarci troppo attorno: l’impugnatura a becco molto pronunciata (che personalmente adoro, in quanto mi permette di avere una presa più salda sul corpo macchina), il sistema di pulsanti e ghiere posto esattamente sopra di essa per cambiare con estrema rapidità i parametri di scatto e il display secondario retroilluminato sono pensati appositamente per chi scatta molte foto e ha bisogno di cogliere l’attimo. Non posso però negare che, soprattutto con l’arrivo degli ultimi aggiornamenti, questa Panasonic Lumix G9 sia anche altamente indicata per il mondo delle riprese. Infatti, le dimensioni di 137 x 97 x 92 mm e il peso di 658 g sono perfetti sia per la fotografia naturalistica e sportiva, dove si fa utilizzo di ottiche molto pesanti, che per i videomaker, i quali cercano dispositivi prestanti ma leggeri.
Nella parte superiore dell’impugnatura troviamo dunque un gran numero di pulsanti e ghiere pensati per facilitare l’interazione dell’utente con la macchina. A sinistra sono invece collocati il selettore dei programmi e della velocità di scatto, il shoe mount e un piccolo tasto per passare alla visualizzazione nel mirino elettronico EVF.
Nella parte frontale invece, oltre alla serigrafia Lumix, troviamo il tasto di sgancio per l’ottica, due tasti funzione, il LED per l’autofocus e un selettore per passare alla modalità silenziosa, in cui la macchina sfrutta l’otturatore elettronico e non emette suono di alcuni tipo (molto interessante per chi fotografa la fauna e non vuole infastidirla). Ciò che sin da subito cattura l’attenzione è il sensore Micro 4/3 da 20,3 MP, realizzato sulla base di Lumix GH5 e notevolmente migliorato per scattare anche in condizioni di scarsa illuminazione. Mi è capitato spesso di dovermi lamentare della resa delle mirrorless MFT al calar del sole, accontentandomi di foto silhouette e poco altro, ma con Panasonic Lumix G9 è diverso. Ve ne parlerò meglio nella sezione relativa alla qualità d’immagine ma lasciatemi già anticipare che neppure la fotografia notturna mette in difficoltà questa mirrorless, merito anche del sensore stabilizzato a 5 assi che permette di scattare a mano libera, in particolar modo quando sono impostati tempi lunghi.
Nella parte posteriore sono invece collocati altri tre tasti funzione, il selettore per la modalità di messa a fuoco, un joystick per regolare l’area di messa a fuoco e la pulsantistica tradizionale per diramarsi nei menu e nella galleria. In bella mostra ci sono il display TFT articolabile ed il mirino elettronico EVF ad alta risoluzione.
Nella parte laterale destra è presente un doppio slot per le SD ed un ingresso per il controllo remoto. A sinistra invece sono posti un jack per il microfono, una uscita audio, una porta HDMI ed una porta USB 3.0 (come quella presente su molti hard disk).
Controlli e funzionalità
Passiamo ad analizzare più da vicino quelle che sono le caratteristiche e le funzionalità offerte da Panasonic Lumix G9. Parte di esse vengono direttamente da GH5, altre vengono appositamente rielaborate per offrire un maggior risvolto nell’ambito della fotografia.
Autofocus
Su Panasonic Lumix G9 ho trovato uno dei sistemi AF più rapidi visti nel mondo mirrorless. Proprio come nella corrispettiva serie GH viene utilizzato un sistema a rilevamento di contrasto a 225 punti, tuttavia la latenza è stata ulteriormente migliorata per avere una risposta di 0,04 secondi dalla pressione dell’otturatore. Anche in modalità raffica a 20 fps il fuoco rimane ben saldo sul soggetto da tracciare, con qualche sporadico refresh. Questo è purtroppo dovuto alla tipologia di messa a fuoco, che infatti necessita di spostamenti avanti e indietro per trovare il punto corretto di messa a fuoco. Ancora più impressionante, quindi, come Panasonic sia riuscita a metterci una pezza sopra e ad arginare il problema anche in situazioni estreme. Con l’aggiornamento al firmware 2.0 è stata inoltre introdotta la modalità Animal detection che consente di mettere a fuoco cani, gatti e uccelli grazie alla bontà del software e dell’intelligenza artificiale.
Autonomia
Su carta la batteria di Panasonic Lumix G9 permette di portarsi a casa circa 380 scatti, che vengono ampliati a 920 se utilizzata la modalità Power Save LVF (che spegne la macchina quando si allontana l’occhio dal mirino). L’autonomia della macchina viene però triplicata se utilizzata in abbinamento al battery grip che, oltre a garantire una durata estrema della batteria, permette anche di scattare in verticale con la giusta impugnatura.
Connettività
In diverse situazioni ho dovuto controllare da remoto la fotocamera perché non avevo spazio a sufficienza per trasportare un telecomando apposito. Grazie alla connettività wireless integrata non solo sono riuscito a comandare lo scatto tramite smartphone, ma anche a trasferirlo e a condividerlo sui social. L’applicazione Lumix Sync è inoltre ben realizzata e rende abbastanza facile ed intuitivo il processo di accoppiamento con il dispositivo. Nonostante le porte un po’ datate, Panasonic Lumix G9 offre tutto quello di cui un fotografo o videomaker ha bisogno. Fondamentali per la buona riuscita delle riprese sono il jack per il microfono e l’uscita audio.
Display e mirino
Panasonic Lumix G9 è dotata di un display TFT da 3″ completamente articolabile con risoluzione di 1.040.000 punti, è dotato di tecnologia touchscreen e dunque permette di eseguire un gran numero di operazioni con un semplice tap come la selezione dell’area di messa a fuoco. Anche con i guanti è molto facile da estrarre e da regolare, non traballa ed il sistema di cerniere è molto solido. Passando al mirino elettronico LVF credo sia uno dei migliori che abbia mai provato, inferiore alle mirrorless Lumix S e a poche altre top di gamma. La risoluzione da 3.680.000 punti ed il fattore di ingrandimento di 0,83x rendono piacevole l’utilizzo del mirino, grazie ad un oculare comodo e che non affatica durante le lunghe sessioni di scatto. Di default il mirino è impostato su 60 Hz per attenuare i consumi energetici, tuttavia non ho fatto a meno di cambiare il refresh rate a 120 Hz.
Qualità delle immagini e delle riprese
Non sono pochi i limiti delle mirrorless con sensore Micro 4/3 e non posso negarvi di aver temuto alcuni risvolti negativi sulla qualità dell’immagine di Panasonic Lumix G9 fino alla prima messa in campo. Perdite cromatiche molto evidenti, risposte non eccellenti ad alti ISO: sono solo alcuni dei problemi che, in una maniera o nell’altra, mi sarei aspettato. Sta di fatto che non ho riscontrato alcuno di essi e, al contrario, è stata la macchina a farmi notare di come queste problematiche vengano arginate a condizioni di scatto estreme, le stesse che metterebbero in difficoltà un sensore APS-C o Full Frame. Il sensore risponde in maniera molto diversa rispetto alla sorella GH5, offrendo immagini nitide che si contraddistinguono per un’elevata fedeltà cromatica e una gestione ottimale del rumore digitale fino a 3200 ISO. Il sistema di stabilizzazione a 5 assi integrato nel sensore è stato di fondamentale importanza per scattare a mano libera, soprattutto quando non avevo con me alcuno strumento che potesse reggere la macchina conferendole stabilità. La velocità con cui questa mirrorless esegue quanto le viene chiesto è disarmante: basta appoggiare il dito sull’otturatore per catturare l’attimo e, spesso, anche lo scatto di troppo. Da amante del pulsante di scatto meccanico e rumoroso non ho particolarmente apprezzato la morbidezza dell’otturatore di Panasonic Lumix G9, ma credo che sia stata la soluzione migliore al fine di soddisfare anche le esigenze di fotografi sportivi e naturalistici che devono risparmiare fino all’ultimo secondo. A tal proposito ho apprezzato la bontà della raffica di scatto a 20 fps, se vogliamo essere puntigliosi 3 scatti su 20 rischiano di non mantenere adeguatamente a fuoco il soggetto. Oltre ad essa sono anche disponibili la modalità 6K burst per raffiche a 30 fps e la modalità 4K burst per raggiungere i 60 fps.
Una menzione speciale va fatta al comparto video che, con il firmware 2.0, si arricchisce di ulteriori novità. Panasonic Lumix G9 era già capace di registrare video in 4K a 60 fps ad alta risoluzione e slow motion fino a 180 fps. Solo grazie agli ultimi aggiornamenti (ora capite perché la citazione invecchiare come il vino?) questa mirrorless si è arricchita del supporto alla ripresa in 4K con campionamento 4:2:2 a 10 bit, interna fino a 30 fps e tramite uscita HDMI se si vuole usufruire dei 60 fps, e della registrazione HDR. Una vera e propria GH5 che scatta anche bene e soffre meno le limitazioni del MFT.
Ottiche utilizzate
Durante la prova ho affiancato all’ottica Leica DG Vario-Elmarit 12-60 mm f/2.8-4 ASPH POWER O.I.S tre delle lenti che più ritengo opportune per un fotografo professionista, l’utente a cui si rivolge maggiormente Panasonic Lumix G9.
- Panasonic Lumix G X 12-35 mm f/2.8 II OIS è un’ottica grandangolare che ho amato per la sua nitidezza e luminosità. Si presta molto bene alla paesaggistica, alla fotografia notturna e alle riprese, andando ad aggiungere la stabilizzazione della lente
- Panasonic Leica DG Macro-Elmarit 45 mm f/2.8 APSH OIS è la lente adatta ai ritratti, alla product photography e alla macro photography. Con essa ho fotografato la maggior parte dei prodotti in prova degli ultimi mesi, mi ha colpito per la distanza minima di messa a fuoco di appena 0,15 metri
- Panasonic Leica DG Elmarit 200 mm f/2.8 OIS con teleconverter 1,4x è una lente tele che si presta molto bene alla fotografia naturalistica e naturalistica, mi ha permesso di accorciare i 384.400 km di distanza che ci separano dalla luna
Conclusioni
Non ho alcun dubbio nell’affermare che Panasonic Lumix G9 sia la miglior mirrorless Micro 4/3 sul mercato, adatta sia per il fermo immagine che per le riprese. Con il passare del tempo non solo si è arricchita di numerose funzioni, tra cui alcune che hanno messo in seria crisi la posizione della sorella GH5, ma è anche scesa di prezzo. Il corpo è robusto ma maneggevole, l’impugnatura resta salda, le specifiche tecniche sono ancora molto attuali e l’elettronica appositamente sviluppata per questo dispositivo è un motivo di vanto. Panasonic Lumix G9 mi ha permesso di entrare in simbiosi con la scena, dimenticandomi di avere una fotocamera in mano. Una soluzione adatta ad un gran numero di professionisti: dal fotografo sportivo e documentaristico al videomaker.
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