Quando tempo fa provai la versione alpha del gioco in questione, ricordo di essere rimasto particolarmente colpito dal potenziale del titolo in questione. Proprio per questo motivo, in occasione della sua uscita ufficiale per PS4 non ho perso tempo e ho deciso di voler provare The Long Dark e dire la mia su questo “freddo” survival.
Trama
La storia di fondo parla di un pilota di aerei che andremo a impersonare, a cui viene chiesto da una sua vecchia conoscenza di accompagnarla in un luogo nel quale, a detta di questo personaggio, ci sarebbero malati a cui dover prestare soccorso.
Durante il volo per il suddetto luogo, una tempesta solare mette fuori uso la strumentazione di bordo, facendo precipitare l’aereo nel paesaggio innevato. Sopravvissuto allo schianto e inizialmente ferito, io nostro personaggio dovrà seguire le tracce lasciate dalla passeggera e sopravvivere al freddo e agli animali selvatici.
Gameplay
Seguendo la trama sopracitata, veniamo immersi in un’avventura a capitoli nella quale, seguendo il nostro obbiettivo, è possibile imbattersi in misteri ed eventi imprevisti. In questo caso partiremo con un inventario praticamente vuoto, col solo tutorial iniziale a guidarci verso i primi passi del gioco. Personalmente, però, ho trovato il tutorial poco completo e non molto chiarificante, cosa che rende The Long Dark difficile da assimilare dai neofiti del genere.
Interfaccia principale
Le dinamiche del survival rimangono le stesse e, anche se inizialmente complesse, proprio per questo complete. Di base ci sono 4 parametri da tenere sotto controllo: temperatura, fame, sete e stress. Ogni nostra azione, unito al tempo che passa, all’ambiente che ci circonda e alle condizioni atmosferiche contribuisce ad alterare i livelli di queste caratteristiche.
Restare troppo tempo in spazi aperti, ad esempio, farà scendere più velocemente la temperatura soprattutto nel caso in cui ci fosse una tempesta di neve. Dovremo poi pensare a nutrirci in qualche modo, cacciando la fauna che ci capita a tiro senza però rischiare di passare da predatori a prede.
Menu rapido e inventario
Anche l’abbigliamento giocherà un ruolo chiave nella nostra sopravvivenza. Per proteggerci dal freddo, infatti, avremo chiaramente bisogno di coprirci il più possibile, sia trovando capi di abbigliamento in case e auto che craftandone di nuovi. Nel caso in cui ci si imbattesse in una tempesta di neve o ci si trovasse a prendere i vestiti di un cadavere congelato, questi risulterebbero congelati. Per riscaldarci a dovere, dovremo accendere dunque un falò per scongelarli prima e asciugarli dopo.
Loot
Altra componente che contribuisce a fare la differenza e che risulta tipica del genere in questione è senza dubbio il crafting, che permette di realizzare utensili ed equipaggiamento utile alla nostra sopravvivenza. Dalla costruzione di armi a metodi di preparazione di cibo e medicinali, col proseguo del gioco impareremo tecniche di crafting sempre più avanzate che ci permetteranno di superare di volta in volta ostacoli sempre nuovi.
Finita la storia, tramite la quale riusciremo ad apprendere tutte le nozioni e le meccaniche per giocare senza troppi problemi, potremo poi buttarci nella modalità sopravvivenza vera e propria oppure completare le sfide offerte dalla modalità Challenge.
Livelli di difficoltà
Ho apprezzato poi la possibilità di regolare la difficoltà. A seconda del modo in cui preferiamo giocare, se desideriamo esplorare maggiormente oppure avere una sfida più ardua, è possibile scegliere in che modo l’ambiente intorno a noi si comporterà nei nostri confronti.
Grafica
Sin dai primi minuti di gioco appare chiaro come Hinterland Studios abbia puntato più sul gameplay che sul comparto grafico. Siamo chiari, le scelte stilistiche sono chiaramente pensate per far apparire il tutto in modo spigoloso e quasi fumettistico, caratteristica che personalmente amo nei videogame, ma alcuni dettagli fanno comunque storcere il naso.
Vedere lupi correre in orizzontale mentre scalano una salita oppure lepri che si incastrano tra le rocce non è proprio un bel vedere ed è sintomo del poco interesse nella cura di queste meccaniche. Altro elemento che ho trovato fuori posto è stata la presenza di texture a bassa risoluzione di rocce e altri oggetti presenti nell’ambiente, considerando come solitamente questo tipo di grafica si sposa più con colori uniformi che con texture “appiccicate”.
Comparto sonoro
Lo scopo di The Long Dark è quello di immergere il giocatore nelle ambientazioni innevate, coinvolgendolo anche emotivamente nell’ansia di incontrare animali selvatici, la paura di non trovare un rifugio per la notte o la necessità di curare una ferita che va via via peggiorando col passare del tempo.
Tutto questo, oltre che con ottimi espedienti visivi, viene soprattutto conferito da un comparto sonoro azzeccato. I passi nella neve, i sospiri, i lamenti, i versi e il vento, oltre a tutti i rumori legati all’utilizzo di oggetti, risultano la componente chiave nel tentativo di immedesimarci nel nostro personaggio.
The Long Dark – Conclusioni
Hinterland Studios, dopo anni di lavoro, porta nel mercato già saturo dei generi survival un titolo che mette a dura prova le nostre abilità e conoscenze in fatto di sopravvivenza.
Con The Long Dark ci si lascia alle spalle zombie, multiplayer di massa e titoli simili per immergersi in un modo sicuramente più intimo tra le montagne innevate e la fauna selvatica.
I numerosi particolari da tenere sotto controllo per restare in vita, rimanere al caldo, difenderci dagli animali selvatici e curarci da ferite/infezioni più disparate sono dettagli che, nell’insieme, colpiscono e convincono fino in fondo.
Pro | Contro |
Ambientazioni e atmosfere immersive | Trama poco coinvolgente |
Sopravvivenza resa egregiamente | |
Difficoltà regolabile |
La seguente review di The Long Dark è stata realizzata utilizzando una copia fornitaci da Hinterland Studios.