Parlare di smartphone di fascia medio/bassa è sempre un po’ complicato, perché – in qualche modo – le linee guida di costruzione sono sempre le stesse: hardware non pessimo ma neppure di ultimo grido per tenere basso il prezzo, estetica non sempre gradevole e qualche “ritocchino” qui e lì per rosicchiare ancora qualche euro.
Lo smartphone di cui vogliamo parlarvi oggi si piazza proprio in questa fascia di mercato: si tratta dello ZTE Blade V7 Lite, fratello “minore” del Blade V7, che differisce però dai suoi concorrenti in fascia di prezzo per la scocca completamente in alluminio ed un’estetica piuttosto gradevole.
Ma basterà tutto ciò a soddisfarci e a consigliare senza riserve questo smartphone? Scopriamolo insieme leggendo questa recensione!
Confezione e dotazione
Senza infamia e senza lode la confezione di questo smartphone: scatola di cartone resistente racchiusa in un cartoncino nero che mostra le specifiche tecniche di rilievo del dispositivo.
All’interno della scatola troviamo, oltre al nostro ZTE Blade V7 Lite, anche un paio di auricolari in-ear (non dotati però di gommini aggiuntivi), un caricabatterie da muro con relativo cavo USB/microUSB di ricarica, manuale di primo utilizzo, garanzia e l’arpioncino per sganciare lo sportellino che conterrà le nanoSIM o una nanoSIM ed una microSD.
Design ed ergonomia
Esteticamente bisogna dire che si tratta di uno smartphone molto, molto bello; la scocca completamente di alluminio (con conseguente poco “grip”) e di qualità tutto sommato buona racchiude un display IPS da 5 pollici con risoluzione HD (1280 x 720 pixel). Il design richiama ovviamente quello tipico di ZTE: sulla parte bassa del display troviamo, immediatamente visibile, il solo tasto soft-touch Home (rotondo), accompagnato dai tasti Back e Menu tipici di Android che si illuminano soltanto quando il display è acceso e che, come scopriremo tra poco, possono essere scambiati a livello software.
La parte alta del display sfoggia il sensore di luminosità, lo speaker interno, la fotocamera anteriore ed un LED di notifica che può assumere diversi colori.
Troviamo sul bordo laterale destro il tasto di accensione/blocco ed il carrellino per SIM e microSD, su quello sinistro il solo bilanciere del volume, sulla parte bassa della scocca la porta microUSB per il caricabatterie ed il microfono; infine su quella alta l’entrata per il jack audio da 3.5 mm.
Presenti sul retro la fotocamera posteriore con flash, un lettore di impronte digitali ed un (apparente) doppio altoparlante esterno, che resta comunque un mistero. Scopriremo tra breve che, in riproduzione, l’unico altoparlante a funzionare è quello di sinistra.
Hardware
Riassumendo rapidamente, le specifiche hardware di rilievo di questo dispositivo sono:
- CPU: MediaTek MT6735P quad-core a 1 GHz;
- RAM: 2 GB;
- archiviazione: 16 GB espandibili (se non si usano due SIM);
- fotocamere da 8 (anteriore) e 13 (posteriore) Megapixel;
- batteria non removibile da 2500 mAh;
- lettore di impronte digitali, radio FM e sensori del caso.
Per la scheda tecnica completa vi rimandiamo alla nostra apposita sezione.
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Commento personale sulle prestazioni di questo smartphone? Semplicemente, “meh”.
Vi dicevamo poc’anzi che tutti i dispositivi di questa fascia di mercato seguono un preciso schema, che come ci aspettavamo è tipico – estetica a parte, qui molto gradevole – anche del Blade V7 Lite:
- qualcosa di “vecchio“: la CPU non è il massimo della modernità e ciò, oltre che far risparmiare in fase di produzione, “aiuta” in qualche modo la batteria (ne riparleremo);
- qualcosa che “aiuti“: i 2 GB di RAM fanno sentire la differenza rispetto agli smartphone di fascia bassa; per fortuna, aggiungerei, poiché sopperiscono alle mancanze del processore per garantire una certa stabilità (seppur la RAM sia quasi sempre piena al 75% con un utilizzo normale dello smartphone);
- il “ritocchino“: raro per uno smartphone di fascia medio-bassa è la presenza del lettore di impronte; qui c’è, ma non è esattamente il massimo della precisione e della reattività. Spesso le dita non vengono riconosciute (costringendo all’uso del PIN o del pattern) e le gesture, seppur previste, purtroppo lasciano a desiderare.
Sfortunatamente la qualità non eccelsa della CPU si fa sentire, soprattutto quando si tratta di eseguire più app contemporaneamente o alcune app (leggermente) più esose della media. Ad esempio, mi è bastato eseguire in parallelo Scratch e Google Home – nel disperato tentativo di proiettare lo schermo sul TV con il Chromecast – per piantare quasi completamente lo smartphone ed essere costretta al riavvio. Volendo usare come termine di paragone lo Xiaomi Redmi 3, mio smartphone attuale e compagno di fascia di prezzo del V7 Lite, posso dire di non aver mai sperimentato situazioni simili.
Per mettere nero su bianco le prestazioni dello smartphone ho eseguito dei test con il celebre tool AnTuTu…
…ed ho confrontato i risultati con alcuni smartphone concorrenti nella medesima fascia di prezzo.
Per ciò che lo smartphone costa non avrei potuto aspettarmi un punteggio migliore ma, in tutta onestà, sono rimasta sorpresa dallo svantaggio nei confronti della maggior parte dei concorrenti. Che peccato!
Software
L’aspetto software dello ZTE Blade V7 Lite è un’arma, suo malgrado, a doppio taglio. Il sistema operativo Android 6.0 è stato fortemente personalizzato in numerosi aspetti, che vanno dalle opzioni di backup (in grado di richiamare un’app proprietaria) alla possibilità di impostare MP3 come suonerie per impostazione predefinita, passando per il gestore delle impronte digitali, dalla modalità custodia e ai “gesti e movimenti”.
Tutte personalizzazioni che, in qualche modo, appesantiscono (seppur di non molto) il sistema operativo. Presenti inoltre un buon gestore per le impronte digitali, che prevede anche l’utilizzo di gesture e di applicazioni cifrate – ma ciò, a causa della qualità del sensore stesso, può funzionare piuttosto male. Degna di nota la possibilità di scambiare il funzionamento dei tasti soft-touch laterali “a scomparsa”, in qualsiasi momento.
Anche la parte estetica del sistema operativo è risultata fortemente personalizzata da ZTE, che come al solito abbandona il classico “app drawer” di Android e segue in toto lo stile della sua interfaccia MiFavor, un approccio più iOS-like – ovvero più schermate “home” contenenti tutte le app, da organizzare in comode (?) cartelle. Venendo dalla MIUI, che usa più o meno lo stesso approccio, non è stato difficile adattarmi ad usarla.
La cosa che più mi ha delusa, tuttavia, è stata l’enorme quantità di app preinstallate con il sistema operativo. Tralasciando quelle proprietarie (come ZTE Cares, il gestore di impronte e quello delle gesture) che tutto sommato sono abbastanza buone, troviamo infatti degli autentici mattoni sicuramente poco adatti ad uno smartphone come questo, tra cui:
- WPS Office;
- la tastiera SwiftKey (attiva per altro di default);
- UME Browser, un browser che definire un macigno pieno di (quasi inutili) abbellimenti è riduttivo, impostato come browser predefinito;
- il fastidiosissimo (ed inutile a mio avviso) CleanMaster, anch’esso attivo per impostazione predefinita ed invasivo a più non posso;
- l’antivirus AVAST Mobile Security.
Insomma troppo, troppo bloatware, che vanifica quanto ZTE è riuscita a fare di buono ampliando la sua ROM ed introducendo i suoi gestori proprietari ed esclusivi dei suoi smartphone e che ha inciso in maniera sostanziale sul mio voto.
Un peccato davvero.
Modulo telefono e rete
A sorpresa, il modulo telefono dello smartphone è piuttosto buono: l’audio per le chiamate è nitido, anche abbastanza alto, ed il microfono svolge un lavoro discreto anche per chi ci ascolta, riducendo abbastanza i rumori e le interferenze circostanti.
La ricezione in 3G e 4G è piuttosto buona, ZTE è tra l’altro intervenuta – stavolta positivamente – sul gestore della doppia SIM, fatto molto bene. E’ possibile impostare una SIM predefinita ma non si possono impostare suonerie differenti per ciascuna di esse. Ricordiamo ancora una volta che utilizzando lo smartphone in modalità dual SIM si rinuncia automaticamente alla microSD poiché si tratta di un dual SIM “ibrido”, ovvero con uno slot in condivisione tra nanoSIM e microSD.
Tirata d’orecchie va invece alla ricezione WiFi, non sempre il massimo (se confrontata ad altri dispositivi nella medesima zona); ma questo, lo sappiamo, in parte è anche colpa dell’alluminio.
Multimedia
Lato multimediale lo ZTE non si comporta malissimo: nonostante i colori abbastanza slavati del display la resa video è discretamente buona, così come quella audio – i suoni vengono distorti soltanto al massimo del volume e soltanto se i canali alti sono sbilanciati rispetto al resto. Ma c’è una cosa che non mi è chiara: perché gli speaker (o almeno i fori) sono due e l’audio viene emesso soltanto da un lato? Questo resta un mistero.
Buona la ricezione della radio FM.
Passiamo ora alla fotocamera posteriore: buono il gestore implementato da ZTE ma molto lenta la messa a fuoco, nonostante la fotocamera sia fotocamera è dotata di un buon sensore da 13.0 MP. Non male lo zoom, tantomeno le foto in condizioni di luce non ottimali.
Tirata d’orecchie va invece alla resa video, non il massimo per una fotocamera di questo tipo.
Pollice in su per la fotocamera anteriore: il sensore da 8.0 MP si fa sentire eccome, i selfie scattati non vi deluderanno di certo!
Autonomia
A bordo di questo smartphone troviamo una modestissima batteria da 2500 mAh, non removibile; grazie al processore altrettanto modesto e a un display “soltanto” HD, questa ci permette con un uso normale dello smartphone e la maggior parte dei sensori attivi (luminosità automatica, GPS e rotazione automatica) di arrivare senza molti intoppi fino a sera.
Una sorpresa molto, molto gradita.
Rapporto qualità/prezzo
A seconda dello store da cui lo acquistiamo, il prezzo dello ZTE Blade V7 Lite può variare dai 140 ai 190€; Amazon prezza questo terminale a circa 150€, a mio avviso un prezzo non esattamente contenuto (ma non così eccessivo) visto ciò che il comparto hardware di questo smartphone offre, tralasciando i materiali di costruzione.
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Conclusioni
Esteticamente è davvero molto molto bello, ma convince davvero?
Ho recensito questo smartphone con la consapevolezza che appartenesse alla fascia medio-bassa del mercato ed avvantaggiata dal fatto di essere io stessa in possesso di uno smartphone appartenente alla medesima fascia di prezzo – uno Xiaomi RedMi 3, per intenderci.
La scelta di puntare su un vecchio (forse troppo?) processore MediaTek è forse l’handicap più grande di questo smartphone, che purtroppo fa calare – ed anche vistosamente – quanto di buono avrebbe avuto da offrire anche con una CPU “leggermente” più potente. Ciò tuttavia permette ad una modesta batteria da 2500 mAh di arrivare fino a sera, ma incide e non poco sull’esperienza utente finale.
Non sono rimasta così soddisfatta neppure dalla scelta di caricare app pesanti (ed a mio avviso inutili) sullo smartphone, pur dovendo sottolineare che la maggior parte di esse possono essere disinstallate in qualsiasi momento. Non male le fotocamere né la ricezione, tutto sommato buono il display; l’estetica e la qualità costruttiva sono – secondo me – il massimo che ci si può aspettare da uno smartphone di fascia medio-bassa.
Dunque lo ZTE V7 Blade Lite è uno smartphone bello ma fortemente affossato dal suo processore; davvero un peccato, l’idea era buona!