L’avvento degli smartphone ci ha abituati al fatto che, nonostante all’interno ogni sistema operativo (ed ogni relativa modifica) possano fare la differenza, esteticamente i nostri dispositivi sono ormai standardizzati: una tavoletta di dimensioni più o meno contenute, a volte colorata e/o stondata, che ospita un display touch e qualche tasto fisico. Nulla più nulla meno.
L’attuale generazione di teenager ricorderà poco o nulla ma… i più anzianotti, me per prima, sanno per certo che non sempre è stato così, anzi.
Tanto tempo fa, ma davvero tanto, anche i meno informati erano in grado di distinguere un Nokia da un Motorola con un solo sguardo, poiché ogni brand – e in molti casi ogni dispositivo – aveva dei tratti distintivi unici.
Qualche volta fin troppo.
Si, perché se è vero che tempo fa l’aspetto di un telefono poteva fare già da solo la differenza, è pur vero che da qualche fabbrica sono usciti dei veri obbrobri estetici (e talvolta funzionali) sulla cui vendita nessuno – a parte il produttore, ovvio – avrebbe scommesso un solo euro.
Sbagliando, perché alcuni di questi veri e propri mostri del silicio hanno anche riscosso un discreto successo.
Senza dilungarci in altre chiacchiere facciamo un salto indietro e guardiamo insieme “in viso” dieci di questi strambi elementi: sono sicura che non tratterrete le risate!
Ovviamente siete invitati a farci sapere se ne avete posseduto almeno uno o se conoscete altri modelli “particolari”!
Motorola StarTAC Rainbow
Classe 1997, funzionalità simili ad uno StarTAC classico – telefono che per altro ha fatto la storia dei telefoni con “lo sportellino” – ma una particolarità che non lo fa passare inosservato: una scocca coloratissima che il produttore ha definito “arcobaleno”.
Ottimo per la parata di Carnevale nel costume di Arlecchino e solo per quella, dopo il Martedì Grasso sarebbe stato destinato a finire in un cassetto in attesa dell’anno successivo.
Ma nel triennio 1997-2000 c’è stato chi l’ha apprezzato. E chi l’ha comprato!
Sony CMD Z1
Anche questo un dispositivo classe 1997 che già mostra l”originalità” di Sony nello scegliere i codici: sbaglio o esiste anche Xperia Z1 (con tanto di variante “Compact”), sempre del produttore giapponese?
Umorismo a parte, il Sony CMD Z1 nasce con un intento precisissimo: permettere l’utilizzo di tutte le funzionalità del telefono con una sola mano, senza il rischio di cadute.
Ed in realtà ci riesce: il microfono flip permetteva di rispondere immediatamente alle chiamate e la rotella capacitiva (in alto a sinistra) permetteva di spostarsi tra le voci di menu e selezionarle pur mantenendo una presa salda. E si potevano registrare anche pochi secondi di note vocali.
Peccato che, nonostante i suoi nobili scopi, questo telefono fosse abbastanza bruttino…
Samsung T700
Questo T700 non è sicuramente un Galaxy Tab S (originale anche tu, Samsung, eh…) ma un telefono che arriva in un’era in cui il “flip” è una realtà bella che consolidata.
Un feature phone dalle fattezze moderne (display a colori, fotocamera, suonerie polifoniche…) che nasce col preciso intento di ricordare, in qualche modo, il communicator di Star Trek.
Peccato che l’unica cosa a cui rassomiglia, soprattutto se visto dall’alto, è una tazza di porcellana presente in una ben nota stanza…
Nokia 7600
Lo stile a foglia era un tratto distintivo dei vecchi telefoni targati Nokia ed il 7600 non lo smentisce affatto: targato 2003, questo feature phone aveva il preciso intento di essere sfoggiato con stile ed era prevalentemente dedicato ad un pubblico femminile.
Malauguratamente, “grazie” ai tasti disposti sui lati del display, sebbene fosse piccino (alto meno di 9 cm e largo meno di 8) usarlo era uno strazio.
Ho posseduto questo dispositivo, l’estetica personalmente mi piaceva tantissimo… tuttavia, in una visione del tutto oggettiva, non si può nascondere che estrarre dalla borsa questa specie di “goccia” troppo spessa poteva far ridere coloro dotati di un vero senso estetico.
Io, francamente, non ce l’ho.
Nokia N-Gage
Un fallimento di Nokia targato 2003: i finlandesi, che ancora potevano essere definiti all’epoca un “colosso” della telefonia, decisero malauguratamente di rendere disponibili sulla tastiera le numerosissime funzionalità tipiche del sistema operativo Symbian e di unire funzionalità da telefono a quelle da gaming.
Il risultato? Uno scontro tra feature phone e smartphone con una tastiera scomodissima, estremamente pesante, tasti funzione (letteralmente) diffusi a destra e a manca ed un’estetica opinabile. E da usare rigorosamente in orizzontale.
Ciò nonostante, all’inizio il Nokia N-Gage andò praticamente a ruba nella speranza di poter davvero fare a meno di una console portatile (qualcuno ha detto… Gameboy?) ed unirla ad un dispositivo che diventava sempre più importante. Peccato che, dopo l’acquisto, la delusione fosse nella maggior parte dei casi veramente tanta.
Scomodo e brutto, ma brutto veramente!
Samsung D700
Non ricordo esattamente se era il 2004 o il 2005, fatto sta che quando H3G portò per la prima volta le videochiamate in Italia fu “il boom” dei cosiddetti “videofonini”, caratteristici per avere a bordo una fotocamera anteriore.
Questo Samsung risale però al 2003, anno in cui le videochiamate iniziarono a spuntare nel mondo, ma oltre alla fotocamera rotante (usabile anteriormente e posteriormente, e che avremmo poi ritrovato in tanti altri modelli) il D700 aveva per l’epoca una caratteristica unica: il suo display poteva essere messo in diverse angolazioni, alcune delle quali davvero assurde.
Senza contare poi la stranezza estetica della parte alta del flip…
Samsung Serene
Questo smartphone nasce nel 2005 dagli sforzi congiunti di Samsung e Bang & Olufsen, con l’obiettivo preciso di essere di classe: un obiettivo che in parte è stato centrato, almeno per il pubblico femminile, in quanto questo dispositivo ricorda vagamente (forse neanche troppo) uno dei classici portacipria che noi femminucce teniamo tutt’oggi nella borsetta.
Originale l’idea dei tasti direzionali piccoli e capacitivi e del tastierino numerico circolare, che però metteva in seria difficoltà tutti coloro che amavano scrivere SMS; tra l’altro, questo strambo ed originale stylish phone aveva un prezzo che si aggirava intorno ai mille euro.
Ma Samsung dovrà sempre spiegarmi come pensava gli utenti avrebbero usato la fotocamera, piazzata strategicamente (magari per NON farla usare) proprio sulla cerniera…
Samsung Z130
Due anni dopo il D700 Samsung avrebbe dato i natali ad un altro videofonino – lo Z130: siamo nel 2005, e questo telefono rigorosamente dotato di antenna sfiora “quasi” la normalità, se non fosse per il display in grado di ruotare di 90 gradi e rivelare l’esistenza della tanto agognata fotocamera anteriore.
Forse l’unico intento del display rotante era proteggere la fotocamera, perché la rotazione dello schermo non comportava la rotazione di ciò che vi era raffigurato: in pratica dialer, menu, messaggi, giochi e quant’altro restavano orientati in verticale.
E allora, Samsung, la domanda è d’obbligo: perché?
Motorola Aura
Nel 2007 Motorola “tenta” di lanciare l’adozione di una tecnologia che andava pian piano mostrandosi ma che non avrebbe poi avuto il successo sperato: il flip rotante. Si, perché a differenza dei suoi colleghi, il flip del Motorola Aura non nascondeva il display ma soltanto la tastiera, che poteva essere rivelata spostandolo verso sinistra.
Ed è proprio nella rotazione che risiede il “segreto” di questo telefono: la scocca dell’Aura è stata progettata con alcuni produttori svizzeri, gli ingranaggi fisici e le molle del flip erano talmente perfette che non c’era traccia di “gioco ballerino” in apertura, né in chiusura, né in condizioni statiche.
Insomma un flip quasi perfetto, un sistema operativo particolare basato sulla rotazione e sulla forma tonda del display (?)… per un telefono che, oltre al classico “snap”, necessitava di essere girato per usare l’altoparlante. Strano ma vero!
Toshiba G450
Abbiamo volutamente lasciato per ultimo questo telefono classe 2008 che, a primo impatto, può sembrare un lettore mp3 o addirittura un telefono giocattolo: eppure il G450 di Toshiba è praticamente un feature phone a tutti gli effetti – nonostante per l’epoca la funzionalità di email ed una fotocamera non fossero più taboo per un telefono di fascia media, tuttavia in questo mancavano entrambi – dalla forma abbastanza opinabile e con doppia (e scomodissima) tastiera circolare.
Un’estetica stramba e piuttosto “giocosa”, giustificata però dall’intento di Toshiba di ottenere un telefono piccolo e discreto: il G450 era alto soltanto 98 mm e largo 36 mm, entrava comodamente in una mano e pesava appena 57 grammi. Peccato che, proprio grazie alle sue tastiere circolari, per scrivere un messaggio ci volesse una laurea in dattilografia…