Ricordate quando vi parlammo di Daydream, la piattaforma con cui Google scende in campo sull’argomento realtà virtuale presentata durante lo scorso Google I/O 2016?
Una delle domande principali su come muoversi ed approcciare alla realtà virtuale è quella di rappresentare tutti gli altri attori umani per contribuire all’interazione tra i soggetti, specie in ambito gaming: quale potrebbe essere la forma più appropriata dell’avatar? Una sagoma stilizzata, una forma geometrica, un accessorio, una semplice icona o… cos’altro?
Ebbene, Google immagina gli avatar in realtà virtuale come… degli occhi disegnati in stile cartoon, seguendo la classica grafica di Google! Come spiega Rob Jagnow, infatti, gli avatar in realtà virtuale dovrebbero essere semplificati in qualcosa in grado di esprimere chiaramente
emozioni, intenzioni ed un certo numero di segnali sociali.
Quindi… perché non usare come avatar l’headset VR in possesso del protagonista con su disegnati dei simpatici occhietti espressivi, che in combinazione dell’audio spaziale possono esprimere anche molto di più?
Gli occhi danno alle persone un posto verso cui guardare e al quale parlare, ma aumentano anche la comunicazione faccia a faccia facendo sì che anche gli avatar più elementari sembrino più umani. Quando combineremo ciò con le mani e la voce localizzata nello spazio, l’insieme creerà una sorta di presenza condivisa.
Potrete vedere una prima dimostrazione della teoria di Google in questi due video: in alto vedrete un gioco basato su una sorta di bowling, nel secondo un jigsaw-game (una sorta di “incastra le forme” per bimbi), il tutto rigorosamente basato su Daydream. E l’effetto degli avatar “occhiettosi“, ve lo garantisco, è davvero impressionante!